GIOVANI TITANI/CAPPUCCIO ROSSO n.28: Robin War entra nel vivo ! [Recensione]
Pubblicato il 14 Settembre 2016 alle 11:25
Siamo alle battute finali di Robin War e tutti i Pettirossi dovranno unire le forze per fermare l’attacco dei Gufi e i loro Artigli ! Nel frattempo, i Titani di Red Robin s’imbatteranno nel sadico Mr. Pyg, mentre Cappuccio Rosso, Arsenal e la Figlia del Joker sono intrappolati nei bassifondi più remoti di Gotham City ! Deathstroke, infine, dovrà liberare Amanda Waller dalle grinfie di Snakebite per ottenere informazioni sulla scomparsa di sua figlia !!!
Giovani Titani/Cappuccio Rosso è un perfetto esempio di “antologico-minestrone”, croce e delizia di ogni appassionato di fumetti qui in Italia, che spesso è costretto a “tapparsi il naso” e acquistarli comunque, pur di seguire i suoi personaggi preferiti e non aspettare la successiva edizione in volume… Questo mensile della Lion ad esempio presenta ben quattro serie al suo interno: Giovani Titani, Cappuccio Rosso/Arsenal, Robin figlio di Batman e Deathstroke.
Un mix piuttosto eterogeneo, il cui unico anello di congiunzione è rappresentato dal fatto che tutti i protagonisti, ad eccezione di Deathstroke, sono ( o sono stati ) dei Robin. Il sicario da un occhio solo è stato invece un degno avversario dell’Uomo Pipistrello, ma al momento sembra essere legato più all’universo della Suicide Squad che a quello batmaniano, avendo fatto parte della squadra proprio in una della sue più recenti formazioni.
Il ventottesimo numero di Giovani Titani/Cappuccio Rosso è anche collegato a Robin War, la saga che sta coinvolgendo quasi tutte le principali testate batmaniane, in una guerra senza quartiere per la sopravvivenza dei tanti Ragazzi Meraviglia attualmente in circolazione. Sulle pagine di Robin figlio di Batman verrà presentato un capitolo a dir poco fondamentale, che segna un bel punto di svolta nella trama, in attesa del gran finale sul numero di settembre di Batman Il Cavaliere Oscuro.
Su Giovani Titani invece ci sarà un tie-in dell’evento, tutto sommato abbastanza trascurabile e infilato un po’ a forza nel mezzo di un’avventura del giovane supergruppo ( orfano per il momento del suo leader Red Robin ), alle prese con l’inquietante Mr. Pyg e il suo esercito di “bambole viventi”.
Patrick Gleason, straordinario disegnatore della serie Batman & Robin di Peter Tomasi e anche scrittore in Son of Batman, affiancato da Ray Fawkes ai dialoghi, stavolta ingaggia un altro asso della matita per la parte grafica, ovvero il dinamico e scoppiettante Scott McDaniel. Questa non è neanche una delle prove migliori dell’artista, in certi punti fin troppo frettoloso nell’esecuzione, ma il suo tratto sprizza comunque energia da ogni tavola ed è efficace quanto basta, specialmente quando si tratta di rappresentare baruffe senza esclusione di colpi !
Sempre ben riconoscibile anche la scrittura di Scott Lobdell, piena di verve ed ironia, che firma sia il racconto dei Giovani Titani di cui abbiamo parlato prima, supportato da Will Pfeifer ai testi , che quello di Cappuccio Rosso e Arsenal, la serie con protagonisti Jason Todd e l’ex spalla di Freccia Verde Roy Harper: due veri outsider della comunità supereroica, che hanno deciso di unire le forze per tirar su una sorta di agenzia e compiere missioni a pagamento, un po’ come gli Eroi in Vendita della Marvel.
Il secondo Robin, come tutti ormai saprete, è morto sotto i colpi del Joker e poi risorto attraverso le Fosse di Lazzaro di Ra’s al Ghul, per tornare a Gotham City nei panni del vigilante senza scrupoli Cappuccio Rosso ( macabro omaggio al primo travestimento del suo carnefice ), senza farsi troppi problemi a uccidere criminali e chiunque ostacolasse la sua sete di vendetta.
Attualmente però sta intraprendendo un lento cammino verso la “redenzione”, che lo induce a provare empatia verso le persone disagiate e problematiche come lui, bisognose di una seconda possibilità per ricominciare. Ne sono una prova i suoi nuovi compagni di squadra, ovvero Arsenal e Duela, la Figlia del Joker: entrambi con dei trascorsi burrascosi e più di uno scheletro dentro l’armadio…
Lobdell riesce a delineare bene queste figure così complesse ed enigmatiche, senza perdere di vista il suo taglio ironico e pungente, che del resto caratterizza anche lo stesso personaggio di Jason Todd: sarcastico e sbruffone, ma con una sorta di “aura maledetta” che lo avvolge costantemente e gli dona un fascino particolare, distinguendolo da tutti gli altri Robin in circolazione.
Qualche perplessità in più la suscita invece la Figlia del Joker e questo suo passaggio sempre più marcato verso la parte del Bene, prima con la Suicide Squad e adesso collaborando con Cappuccio Rosso e Arsenal. Ci sta che si tratti di una fase temporanea, magari dovuta al fatto che il personaggio non avesse più molto da dire, ma se si spoglia della sua componente malefica e terrificante, che l’accomunava ( con i dovuti distinguo ) al suo “padre acquisito”, non resta molto altro che possa alimentare l’interesse nei suoi confronti…
Un ulteriore valore aggiunto di questo story-arc , però, è rappresentato dalle tavole di Javier Fernandez, il quale ci regala una prova davvero notevole sotto ogni aspetto: un tratto sinuoso e accattivante, espressivo e dinamico, molto armonioso e coinvolgente sia per la composizione delle tavole che a livello di storytelling in generale. Un artista che merita sicuramente di essere tenuto d’occhio, e non a caso la Dc l’ha già ingaggiato per il rilancio di Nightwing nel Rebirth.
Ancora più tamarra e fracassona invece la serie dedicata a Deathstroke, il letale sicario che in questi ultimi anni sta ottenendo sempre più fama e successo, grazie alle sue apparizioni in serie tv ( Arrow ) e videogiochi ( Batman: Arkham ) di grande richiamo, per non parlare del recentissimo annuncio riguardo la sua presenza nel prossimo film del Cavaliere Oscuro. Anche sui fumetti non gli è andata male, visto che nei New52 ha fatto parte della Suicide Squad, per l’appunto fresca di pellicola cinematografica e grandi incassi al botteghino, ma adesso è tornato alla vecchia vita in solitaria…
Proprio i due protagonisti principali della pellicola di David Ayer, Deadshot e Harley Quinn, faranno comunque capolino in quest’avventura di Slade Wilson alla ricerca della figlia scomparsa, insieme a Catwoman. Deathstroke infatti dovrà ottenere informazioni dalla subdola e manipolatrice Amanda Waller, sospettata di essere coinvolta nel rapimento, facendo irruzione nel carcere di massima sicurezza di Belle Reve, dov’erano rinchiusi anche i suoi ex compagni di squadra.
Altro disegnatore che spesso si diletta nello scrivere è Tony S. Daniel, qui in coppia con James Bonny ai testi, e che in Deathstroke ci propongono esattamente quello che ci si dovrebbe aspettare da una serie del genere: tanta azione, testi essenziali e diretti, con Slade che si dimena affettando a destra e a manca con le sue spade e svuotando caricatori.
E’ un po’ come guardarsi un action movie di Van Damme o Jason Statham, dove non contano tanto i contenuti quanto il puro divertimento e l’azione spettacolare. Pretendere qualcosa di più sarebbe fuori luogo e inappropriato, anche se comunque si riesce a mettere in evidenza il lato più umano e vulnerabile di Slade, molto legato alla sua famiglia e ai suoi figli, nonostante questi lo disprezzino e non vogliano più avere niente a che fare con lui.
Non è di poco conto anche la presenza in questo numero di un grande talento di casa nostra come Paolo Pantalena, il quale vanta uno stile plastico e “fumettoso” di grande impatto, che trasmette energia e possenza in ogni singola inquadratura, grazie anche alla colorazione vivida e accesa di Arif Prianto. Se la cava bene anche il disegnatore regolare Tyler Kirkham nella storia successiva, ma il suo tratto è più grezzo e non eguaglia la raffinatezza e la tecnica del nostro Pantalena.
In definitiva, quindi, se vi piacciono i personaggi in questione e le storie adrenaliniche, che puntano molto sull’azione e su eroi particolari e un po’ sopra le righe, questo mensile Lion è quello che fa per voi, visto che propone serie nel complesso godibili e divertenti. Se non digerite i “minestroni”, però, lasciate perdere e aspettate il piatto unico (in tp).