Il Processo di Hank Pym: torna una storica saga degli Avengers [Recensione]
Pubblicato il 17 Settembre 2016 alle 11:25
Cosa succede quando Henry Pym si rende colpevole di gravi reati? Di tutto! Lo scoprirete in questo Marvel Omnibus che ripropone una delle saghe più importanti della storia dei Vendicatori, firmata da Jim Shooter, Roger Stern e altri autori della Casa delle Idee!
I Vendicatori hanno ormai una rilevanza editoriale impensabile fino a qualche anno fa. Intendiamoci, il gruppo di supereroi più potente della Marvel è stato da sempre un elemento imprescindibile della Casa delle Idee ma negli anni ottanta e novanta erano gli X-Men e i vari gruppi mutanti a essi collegati a ricoprire un ruolo di primo piano nel mercato.
Grazie a Brian Michael Bendis e alle pellicole cinematografiche, tuttavia, oggi gli Avengers sono il brand principale e lo dimostrano le numerose testate ‘vendicative’ in corso di pubblicazione.
Anche Panini Comics ha deciso di prestare attenzione al team con una serie di iniziative di sicuro interesse. Tra esse c’è questo Omnibus che ristampa i nn. 204-230 di Avengers.
Si tratta di materiale realizzato negli anni ottanta, in un periodo interlocutorio. La squadra all’epoca era composta da parecchi personaggi e il mensile fu affidato a molti scrittori, fino a quando non finì nelle mani dell’abile Roger Stern che diede un’impostazione ben precisa alle vicende di Cap, Iron Man e soci.
Bisogna specificare che il volume non include episodi memorabili dal punto di vista grafico e narrativo. Sono però ricordati per ciò che avviene a uno dei character storici della Marvel, Hank Pym, l’originale Ant-Man, in seguito divenuto Giant-Man, Golia e infine Calabrone.
Va tenuto presente che nei primi anni ottanta la saga di Fenice Nera realizzata da Chris Claremont e John Byrne su Uncanny X-Men aveva lasciato il segno. Per la prima volta, infatti, un personaggio ritenuto buono, Jean Grey, impazziva e si comportava da criminale. Fu l’inizio dell’ambiguità morale che contrassegnò il fumetto americano degli anni ottanta. La tradizionale dicotomia buono/cattivo fu quindi messa in discussione.
Gli altri comic-book non poterono non esserne influenzati e ciò valse pure per Avengers. Per giungere comunque alla trasformazione radicale di Hank Pym ci vollero parecchi numeri e diversi autori coinvolti. Partendo da uno scontro trascurabile con Artiglio Giallo, Jim Shooter inizia a imbastire le premesse degli eventi futuri.
Bill Mantlo, dal canto suo, delinea storie supereroiche senza infamia e senza lode, illustrate da un non esaltante Alan Kupperberg. Alcuni numeri sono firmati dal decano Gene Colan e risultano suggestivi ma le chine di Dan Green non rendono giustizia allo stile del leggendario illustratore di Daredevil e Tomb of Dracula.
Quando al timone del mensile giunge definitivamente Shooter, i ranghi dei Vendicatori si accorciano e l’autore di Secret Wars si concentra sugli eroi storici, Cap, Iron Man, Thor, Wasp, Calabrone e Occhio di Falco, aggiungendovi l’aggressiva Tigra.
Ma scrive storie compromesse da toni ironico/demenziali troppo stupidi, come nel caso del n. 211, imperniato su Dragoluna che si atteggia a cattiva, o in quello del n. 215 riguardante una lotta contro Molecola. Nello stesso tempo, tuttavia, intuisce però qualcosa di cruciale su Hank Pym.
Un uomo che in passato ha spesso cambiato identità (basti pensare alle storie di Stan Lee e Roy Thomas) non può essere mentalmente stabile. Questo è l’assunto di Shooter. Che cosa accade, quindi, se l’equilibrio psichico di Hank si fa più precario? Lo scopre la povera Wasp.
Non solo Hank la picchia e la maltratta ma ben presto fa di peggio, fino a rendersi responsabile di gravi colpe che spingeranno i compagni Vendicatori a scacciarlo dalla squadra. L’allontanamento di Hank è solo però l’inizio di una sequela di avvenimenti sgradevoli: Calabrone e Wasp, storica coppia della Marvel, divorzieranno; il villain Testa d’Uovo, principale nemesi di Hank, si metterà in mezzo; lo stesso Hank finirà in carcere e subirà l’ignominia di un processo.
Il Calabrone dunque scomparirà e in seguito, come sanno i Marvel fan, Hank non userà costumi e particolari nomi di battaglia per parecchio tempo. Man mano che gli episodi procedono, Shooter si diverte utilizzando una pletora di personaggi come Silver Surfer, Ghost Rider e il secondo Ant-Man Scott Lang, introducendo una nuova formazione dei Signori del Male e facendo entrare nella squadra l’amatissima She-Hulk nel n. 221.
Sono sviluppi importanti, narrati però con uno stile infantile e compromessi dai disegni non eccelsi di Alan Kupperberg, Bob Hall, Greg LaRoque e Don Perlin. Solo l’oscuro Alan Weiss svolge un lavoro accettabile.
Nel n. 225 Steven Grant recupera Dane Whitman, il Cavaliere Nero, supereroe decisamente carismatico, e concepisce una story-line dai toni fantasy con i demoniaci Fomor. Le cose cambiano in meglio, almeno a livello di testi, con l’arrivo di Roger Stern nel n. 228.
Lo scrittore di Amazing Spider-Man includerà nel gruppo Monica Rambeau, la seconda Capitan Marvel, e porterà a conclusione le vicende di Hank Pym. Purtroppo questi primi episodi della sua lunga run sono disegnati da un Sal Buscema non al meglio delle sue possibilità e da Al Milgrom e solo quando giungerà il grande John Buscema, coadiuvato dalle chine del bravissimo Tom Palmer, Avengers farà finalmente un sorprendente balzo di qualità.
Il volume include poi l’undicesimo annual della testata, firmato dal lirico J.M. De Matteis che all’epoca, tra le altre cose, scriveva pure The Defenders. In questa avventura, le strade dei due gruppi si incroceranno ma i pessimi disegni di Al Milgrom rovinano tutto. Come giudicare quindi questo Omnibus?
Ha un’importanza storica ma è consigliabile solo ai fan nerd dei Vendicatori. Coloro che invece si aspettano bei testi e ottimi disegni rischiano di rimanere delusi e, dato il prezzo non proprio accessibile, è consigliabile pensarci bene prima di affrontare la spesa.