Spider-Man 2 e Spider-Man 3 di Sam Raimi

Pubblicato il 3 Luglio 2015 alle 18:00

Subito dopo aver finito la lavorazione di Spider-Man, Sam Raimi iniziò ad occuparsi del sequel.

Il primo film doveva ancora uscire nelle sale quando la Sony ingaggiò la coppia fissa di sceneggiatori Alfred Gough e Miles Millar che avevano creato e prodotto, tra l’altro, la serie tv Smallville. I due scrissero una storia che prevedeva la presenza del Dr. Octopus, di Lizard e della Gatta Nera. Nel maggio del 2002, dopo il successo planetario di Spider-Man, la Sony annunciò il sequel per il 2004 con il titolo provvisorio The amazing Spider-man e un budget di 200 milioni di dollari.

Agli sceneggiatori si unì inizialmente David Koepp, che aveva scritto il primo film, e poi Michael Chabon la cui versione raccontava di un giovane dr. Octopus che s’innamora di Mary Jane ed è il creatore del ragno genetico che ha donato i poteri al protagonista. Oltre a creare un siero che annulla i poteri dell’eroe, il malvagio si allea con Harry Osborn per catturarlo.

Creato nel ’63 da Stan Lee e Steve Ditko ed apparso per la prima volta sul n. 3 di Amazing Spider-Man, Octopus, alias il dr. Otto Octavius, è uno scienziato pazzo dotato di quattro tentacoli meccanici ed è stato l’avversario numero uno del supereroe fino alla comparsa del più temibile Green Goblin nel ’65.

Il produttore Avi Arad respinse lo script di Chabon ma Raimi si convinse che nel film dovesse esserci un solo nemico, Octopus appunto.

Lo sceneggiatore Alvin Sargent decise di puntare sul percorso personale del protagonista, sui suoi conflitti interiori e sul peso della responsabilità comportato dai suoi poteri. Raimi prese spunto dallo storico numero 50 del fumetto intitolato “Spider-Man no more!” (“Mai più Spider-Man”), nel quale Peter Parker decide di abbandonare la sua identità di supereroe per affrontare i suoi problemi personali.

L’albo viene citato esplicitamente nel film con intere sequenze ricalcate in modo identico. Il regista s’ispirò anche al film Superman II nel quale, allo stesso modo, il supereroe rinuncia ai suoi poteri per perseguire scopi più egoisti.

L’intero cast venne riconfermato anche se Tobey Maguire rischiò di essere sostituito per un problema cronico alla schiena. Peter Parker è il fulcro della storia dall’inizio alla fine, scelta efficacissima per la presa sul pubblico e si evolve la dinamica sentimentale con Mary Jane, respinta al termine dell’episodio precedente.

La ragazza sta qui per sposarsi con l’astronauta John Jameson, che nel fumetto si trasforma in un lupo mannaro a causa di una pietra extradimensionale trovata sulla luna. Figlio di J. J. Jameson, direttore del Bugle e denigratore di Spider-Man, John è interpretato dal neozelandese Daniel Gillies. Sono soprattutto i sentimenti per MJ che condizionano l’operato del protagonista causandone prima la crisi e poi l’epica resurrezione.

Per il ruolo di Octopus, Raimi scelse l’angloamericano Alfred Molina, figlio di padre spagnolo e madre italiana, che lo aveva ben impressionato nel film Frida e che molti ricorderanno nella sequenza iniziale de I predatori dell’Arca perduta.

Grande fan della Marvel, Molina volle mantenere intatto il senso dell’umorismo del personaggio che non venne scritto come uno stereotipato scienziato pazzo bensì come una figura di riferimento per Peter che il ragazzo cerca di salvare in seguito alla sua corruzione.

Durante un esperimento di fusione a freddo, qualcosa va storto, la moglie di Otto, Rosalie, interpretata da Donna Murphy, resta uccisa e i quattro bracci meccanici usati dallo scienziato si innestano nella sua colonna vertebrale conducendolo alla follia.

La scena in cui un’equipe di chirurghi resta uccisa nel tentativo di rimuovere le protesi venne girata da Raimi nel suo stile horror, a richiamare la trilogia di Evil Dead.

Uno dei medici è interpretato dal celebre regista John Landis. Molina dovette indossare un busto in gomma e metallo, i quattro tentacoli venivano mossi da altrettante persone mentre una quinta si occupava delle tenaglie alle estremità chiamate “fiori della morte” e che l’attore aveva ribattezzato ironicamente “Larry”, “Harry”, “Moe” e “Flo”.

Per il covo di Octopus, lo scenografo Neil Spisak scelse di creare un magazzino semidistrutto al porto, a simboleggiare la caduta morale del personaggio. Il set omaggiava il cinema espressionista tedesco.

Ben sfaccettato è anche il personaggio di Harry Osborn, miglior amico di Peter, che ritiene Spider-Man colpevole della morte di suo padre, inconsapevole che l’uomo fosse in realtà Green Goblin.

James Franco interpretò un Harry credibile, arrabbiato, rancoroso, autodistruttivo, che giunge ad allearsi con Octopus per vendicarsi del supereroe. Sul piano degli affetti, Peter deve affrontare anche la delusione della zia May quando le rivela che la morte dello zio Ben è avvenuta per un suo atto di negligenza.

Dunque, ogni risvolto dipende dalle decisioni del protagonista amplificando l’importanza delle sue responsabilità.

Le riprese iniziarono nell’aprile 2003 a New York. Fondamentali per la riuscita del film furono le scene di combattimento tra Spider-Man e Octopus.

A Chicago, la produzione aveva acquistato un vagone della metropolitana su cui vennero piazzate sedici macchine da presa per girare alcune sequenze di lotta. Si ricorse anche alla Spydercam, una particolare telecamera che veniva sospesa nei cieli di New York e Los Angeles e che riprendeva sei frame al secondo per infondere maggior velocità alle scene.

Utilizzata solo nell’epilogo del primo film, la Spydercam era pilotata con il motion control e le sequenze venivano pianificate in fase di previsualizzazione.

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A causa dei suoi problemi fisici, Maguire dovette lasciare buona parte del suo lavoro agli stunt. Nacque così, per scherzo, la scena in cui Peter, nel tentativo di recuperare i suoi poteri, si schianta su alcune automobili per poi risollevarsi tutto ammaccato tenendosi la schiena dolorante. Il costumista James Acheson apportò delle modifiche al costume di Spider-Man rispetto al primo film. Rese i colori più brillanti, il simbolo del  ragno più elegante e le lenti degli occhi vennero rimpicciolite.

La tuta “muscolare” che l’attore indossava sotto il costume fu divisa in sezioni ed anche l’elmetto sotto la maschera venne modificato per conferire maggior dinamismo al corpo.

Danny Elfman tornò per comporre la colonna sonora ma in seguito avrebbe definito miserabile l’esperienza a causa di divergenze creative con il regista. Compose comunque un ottimo tema, sinistro e martellante per Octopus. Durante i titoli di testa, i disegni che riassumono il capitolo precedente sono di Alex Ross, straordinario disegnatore di fumetti tra cui i capolavori Kingdom Come per la DC e Marvels per la casa editrice di Spider-Man.

Il film uscì in USA il 30 giugno del 2004 incassando 783 milioni di dollari in tutto il mondo e John Dykstra vinse un Oscar per gli effeti visivi. Fu un plebiscito mondiale di critica e pubblico, l’opera ricalca i contenuti del fumetto e ne mantiene intatto lo spirito calibrando bene la parte comica con quella drammatica. Le scene d’azione, inoltre, risultarono ancor più spettacolari ed avvincenti rispetto al prototipo.

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Spider-Man 3

Con la macchina del franchising ormai ben oliata, la produzione della saga continuava senza soste e venne messo subito in cantiere il terzo capitolo con una data d’uscita fissata per il 2007 con un budget di 258 milioni di dollari. Lo sceneggiatore Alvin Sargent fu riconfermato.

Al soggetto e allo script partecipò anche Ivan Raimi, fratello del regista. Il concept di base fu quello di mostrare la fallibilità morale del supereroe e l’umanità insita nei criminali in un percorso di redenzione e perdono. Purtroppo ne risultò un indigesto e sconclusionato pasticcio, con troppa carne al fuoco, eccessivamente sopra le righe e ai limiti del demenziale.

Elemento fondamentale della storia è Venom, simbionte alieno creato a metà degli anni ’80 da David Michelinie e Todd McFarlane, un’entità in grado di rivestire il suo ospite come un costume e donargli poteri straordinari rendendolo però più violento e succhiando le sue energie vitali attraverso un complesso colloquio psichico.

Nel fumetto, Spider-Man riesce a liberarsi della creatura che entra però in simbiosi con Eddie Brock, un giornalista screditato in modo del tutto involontario dal supereroe. Il rancore dell’alieno e l’odio di Brock si combinano così nel micidiale Venom, personaggio amatissimo dai lettori tanto da meritare una propria testata regolare.

Fan del fumetto anni ’60/’70, Raimi era restìo ad introdurre Venom nel film ma capitolò su insistenze del produttore Avi Arad che intendeva compiacere i fans.

L’idea venne però sviluppata male. Quando Peter entra in contatto col simbionte la sua personalità cambia ma piuttosto che il supereroe dark e violento del fumetto, si trasforma in un bulletto arrogante soprattutto nelle pretestuose, infantili schermaglie sentimentali con Mary Jane, qui anche in crisi professionale come attrice teatrale. Apice di questo guazzabuglio tematico ed antiepico, la scena imbarazzante in cui Peter, per far ingelosire la ragazza, si esibisce in un ballo sexy in un night-club.

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Il personaggio di Eddie Brock, interpretato da Topher Grace, è spinto nella storia a forza. Si tratta qui di un fotoreporter del Bugle che vende una foto falsa al giornale e viene smascherato da Peter in modo legittimo, anche se nel film viene dipinta come una carognata dettata dal simbionte.

Brock resta confinato fuori dalla trama praticamente per tutto il film finché, in una grossolana e superficiale scopiazzatura del fumetto, si unisce a Venom solo per lo scontro finale col supereroe. Spinto da motivazioni assolutamente ridicole e privo dello spessore psicologico della versione originale, il personaggio è stato concepito come riflesso in negativo di Peter ma risulta inutile e ridondante proprio perché nel film vediamo già il protagonista cambiare personalità.

Per entrare nel ruolo, Grace si sottopose a sei mesi d’allenamento. Per indossare costume e protesi, sgradevoli per l’attore, occorrevano invece cinque ore.

Altro villain della pellicola è l’Uomo Sabbia, interpretato da Thomas Haden Church, nominato all’Oscar per Sideways (In viaggio con Jack) accanto a Paul Giamatti. Apparso nel ’63, all’interno del quarto numero della serie a fumetti, Flint Marko è un delinquente che evadendo di prigione finisce in un’area di test nucleari e, in seguito ad un’esplosione, diviene in grado di tramutare il suo corpo in sabbia.

Nel film viene fornito di una back-story patetica, riguardante la figlioletta malata. Sarebbe inoltre corresponsabile della morte dello zio Ben ma è tutto molto pretestuoso e debole e il perdono da parte di Peter è troppo facile e scontato.

Il percorso di Harry Osborn iniziato e proseguito nei primi due capitoli trova qui un compimento disastroso, tirato via con troppa leggerezza. Come nel fumetto, Harry decide di vendicarsi di Spider-Man ereditando il ruolo del padre ma qui si trasforma in un New Goblin dal costume anonimo, dotato di un surf volante, che preannuncia fin dall’inizio la sua trasformazione in supereroe.

Oltre alla banalità di un colpo in testa che lo priva di memoria per riacquistarla subito dopo, il personaggio viene gettato nel polpettone sentimentale intromettendosi tra Peter e Mary Jane e si redime nel finale in cui affianca Spider-Man nella lotta con Venom e Sandman.

Imperdonabile per i fans l’inserimento di Gwen Stacy, amore storico di Peter nonché la più grande tragedia della sua vita allorché la ragazza fu uccisa da Green Goblin. Interpretata da Bryce Dallas Howard, nel film si tratta di una svampitella, prima fidanzata con Brock e poi bambolina di Peter che sparirà senza lasciare traccia. Anche il padre, il capitano di polizia George Stacy, nel fumetto resta ucciso in uno scontro tra Spider-Man e Octopus.

Nella pellicola ha il volto di James Cromwell ed è un personaggio anonimo che si presta anche a momenti ridicoli. Ad esempio, durante la scena in cui Gwen rischia di morire precipitando da un grattacielo, il padre e Brock si incontrano per la prima volta e si stringono cordialmente la mano come se attorno a loro non stesse accadendo niente.

La particolare natura dei poteri dell’Uomo Sabbia e di Venom richiese degli effetti digitali totalmente innovativi. Dykstra delegò il compito di supervisore a Scott Stokdyk e vennero creati dei programmi di computer-grafica esclusivamente per il film. Per uno degli effetti nella scena di combattimento tra Spider-Man e l’Uomo Sabbia si usò addirittura uno stunt privo di un braccio.

Diversamente dal fumetto, il costume alieno di Spider-man non ha un grande ragno stilizzato su tutto il torace ma è semplicemente una versione nera di quello originale. Dopo le difficoltà di Danny Elfman nel film precedente venne assunto come compositore Christopher Young. Tuttavia, in seguito, Elfman decise di collaborare. Vennero realizzati un tema aggressivo per l’Uomo Sabbia ed un motivo demoniaco per Venom.

Il film uscì il primo maggio del 2007 incassando più di 890 milioni di dollari ma venne stroncato da buona parte della critica e aspramente contestato dai fans per le varie infedeltà al fumetto, per il tono troppo ingenuo, la componente comica eccessivamente invadente e la storia pasticciata.

Tuttavia vennero pianificati addirittura altri due sequel ma Sam Raimi lasciò il progetto durante la pre-produzione di Spider-Man 4 perché riteneva che i tempi di consegna fossero troppo stretti e che non avesse il tempo di sviluppare il film in modo creativo. La Sony ha così annunciato il reboot The amazing Spider-Man per l’estate 2012.

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