Dracula, L’Esercito dei Mostri: il famoso vampiro ai nostri giorni [Recensione]
Pubblicato il 1 Settembre 2016 alle 11:25
Cosa succede quando il più famoso vampiro della letteratura agisce ai giorni nostri? Si rende conto che esistono mostri peggiori di lui! Non perdete questa miniserie targata Boom! Studios firmata dall’acclamato autore di Marvels e Astro City: Kurt Busiek!
Dracula, l’immortale creazione di Bram Stoker, fa parte dell’immaginario collettivo globale e i numerosi libri e film dedicati alla sua inquietante figura lo dimostrano. Neanche il mondo del fumetto è stato insensibile al fascino del Principe delle Tenebre e si potrebbero citare tantissime opere incentrate su di lui. In ambito statunitense, molti senz’altro ricordano Tomb of Dracula, comic-book Marvel ancora oggi considerato uno dei migliori in tal senso.
In quella leggendaria serie, Dracula agiva nel presente ed era inserito nel Marvel Universe propriamente detto, sebbene i legami con il contesto dei giustizieri in calzamaglia fosse piuttosto labile. Ora l’Editoriale Cosmo propone una miniserie a lui dedicata, stavolta targata Boom! Studios, la casa editrice indipendente messasi in luce negli ultimi anni con varie interessanti collane. A scriverla è un nome ben noto ai fan dei comics a stelle strisce: Kurt Busiek, acclamato per esiti creativi del calibro di Marvels, Untold Tales of Spider-Man e Astro City, giusto per citarne alcuni.
Coadiuvato ai testi da Daryl Gregory, Busiek parte da un’idea simile a quella della collana Marvel: Dracula, infatti, agisce nel nostro tempo. Le analogie, però, si fermano qui. Innanzitutto, Busiek non usa la versione cinematografica di Dracula resa celebre da Bela Lugosi e Christopher Lee, quella cioè di un nobile fascinoso dalla lunga veste scura (anche in Tomb of Dracula si seguiva un modello simile e il personaggio aveva le fattezze di Jack Palance). In questa mini, infatti, Busiek si collega a Vlad Tepes, il principe sanguinario realmente esistito che ispirò Bram Stoker.
Inoltre, si concentra sul mondo finanziario statunitense. Esiste una grossa compagnia che sta attraversando una seria crisi. Il giovane Evan è un impiegato della società ma non è un tipo qualsiasi, dal momento che è imparentato con i dirigenti. Lo zio, che occupa il vertice della ditta, lo incarica di tradurre testi antichissimi di dubbia provenienza. In principio, Evan è perplesso e non comprende la ragione di tale incarico. Man mano, però, che procede nella traduzione si rende conto che i manoscritti hanno a che fare con la magia nera e con la figura terribile di Vlad Tepes.
Quali sono le reali intenzioni dello zio? Evan lo apprenderà a sue spese e scoprirà una realtà inconcepibile: non solo Vlad Tepes è vivo ma la sua esistenza potrebbe essere fondamentale per il bene dell’azienda. Ma si può manipolare impunemente un vampiro? A complicare la situazione, c’è una famiglia di cacciatori di vampiri che, a quanto si intuisce, giocheranno un ruolo cruciale nel corso della story-line e, per giunta, Evan dovrà vedersela con intrighi e macchinazioni che coinvolgono vari impiegati dell’azienda.
Con il pretesto di un horror, Busiek e Gregory denunciano la mancanza di scrupoli delle multinazionali e delle corporation. Vlad Tepes è un mostro, certo, ma sono mostri pure i ricchi executives che vestono abiti eleganti, guidano macchine enormi, occupano appartamenti principeschi e sono pronti a tutto pur di raggiungere i loro obiettivi.
I veri mostri, sembra che vogliano dirci gli autori, sono i businessman che gettano sul lastrico migliaia di correntisti o licenziano impiegati per un mero calcolo, incuranti del valore delle vite umane. In questo senso, Tepes è migliore di loro. Pur schiavo dei suoi istinti, segue comunque un codice d’onore. Un codice nobiliare.
Busiek e Gregory fanno un buon lavoro e scrivono testi e dialoghi curati, delineando una trama avvincente e intrigante. L’unica nota stonata di Dracula: The Company of Monsters è rappresentata dai disegni di Scott Godlewsky che illustra tre dei quattro episodi presenti nell’albo. Risulta funzionale ma ha uno stile troppo legnoso, evidente soprattutto nella rappresentazione delle figure umane.
Le cose vanno meglio nell’episodio disegnato da Damian Couceiro che, pur non discostandosi dai canoni grafici imperanti nel comicdom statunitense, perlomeno crea chiaroscuri che rendono suggestiva la lettura. In ogni caso, questa miniserie che Editoriale Cosmo traduce nell’arco di tre numeri mensili è da tenere d’occhio.