L’intervista tra Togashi e Kishimoto

Pubblicato il 15 Ottobre 2016 alle 12:00

Durante lo scorso giugno la rivista Shonen Jump GIGA (nata recentissimamente in sostituzione a Jump Next!) ha organizzato un’interessante intervista di oltre 3 ore tra Masashi Kishimoto e Yoshihiro Togashi, rispettivamente autori di Naruto e Hunter x Hunter. Una volta pubblicata in tutta la sua interezza e avendo in parte contribuito nella traduzione, intendiamo riassumervi i passaggi più significativi.

Legenda: Togashi (T), Kishimoto (K), Giornalista Jump (J), Editore (E).
La discussione ha avuto inizio con una domanda sull’origine dei rispettivi nomi dei personaggi; Togashi ha affermato che qualche volta suole basarsi su qualunque cosa sia in onda in tv, in un determinato momento, ricordandoci come faceva Akira Toriyama in modo un po’ casuale, con nomi come Bulma e Trunks. Kishimoto invece è stato “rimproverato” dal proprio pubblico quando ha precisato, che alcuni dei personaggi di Naruto erano stati nominati in base a degli aggettivi, come Darui (stanco), Omoi (pesante), Karui (leggero).

Togashi tiene a mente che si dovrebbe creare una specifica personalità di un personaggio piuttosto che donargliene semplicemente una brillante. Per esempio, bisogna mostrare ai lettori, quando esso perde la pazienza e si arrabbia.

Secondo Kishimoto sono gli aspetti di fragilità, che mettono l’audience in condizione di provare simpatia verso il personaggio.

Togashi Kishimoto Intervista

Di questi tempi, disegnare le abilità speciali negli shonen come “Hunter x Hunter” e “Naruto” è diventato piuttosto arduo secondo Togashi, dato che il pubblico più attento le analizza nei minimi dettagli e qualche volta finisce per trovare delle contraddizioni.

K: Quando si tratta di abilità, sicuramente mi baso su Hunter x Hunter.
E: Pensavo al fatto che Kimimaro combattesse con la sua spina dorsale, fosse un’idea davvero straordinaria. È stato così elegante come l’hai fatta diventare una spada.
K: Ma così ha perso un sacco di fan ragazze.
J: Entrambi ve ne venite fuori con abilità fighe, e poi le disegnate in maniera interessante. È così impressionante.
K: Il ninjutsu di Kimimaro di togliersi la spina dorsale, è in realtà ispirato a una battuta del duo Fujiwara-Haranishi.
J: Oh come “Cosa? Davvero!? Come fai a stare in piedi senza spina dorsale!?”.
K: Sì. Non sono un grande fan della commedia, ma mi piace guardarla qualche volta.
T: I comici sono molto creativi.

Nell’ultima saga della serie, a bordo della Black Whale Togashi ha detto di aver voluto far apparire tanti personaggi, per vedere cosa sarebbe successo in una situazione caotica. Ha fatto riferimento a Oda, che ha fatto una cosa simile con “One Piece”, probabilmente riferendosi alla saga di Marineford.

Il mangaka ha inoltre confermato quanto sia importante leggere diversi manga e romanzi, per disegnare un fumetto. Ha aggiunto che si dovrebbe rileggere o riguardare diverse volte i lavori utili all’apprendimento, in modo da assimilarli adeguatamente. Un altro segreto per divenire un buon mangaka dovrebbe consistere nel leggere e analizzare anche i manga che non ci piacciono.

Anche Kishimoto legge e guarda i suoi manga e film preferiti più e più volte, come “Akira”, “Ghost in the Shell”, “The Usual Suspects”, “Forrest Gump” and “Little Miss Sunshine”.
Il film preferito di Togashi è “Alien”, ma il film che rivede più spesso “Il signore del male” di John Carpenter.

Akira

Alla domanda che chiede se è meglio concentrarsi sui disegni piuttosto che sulla storia Togashi risponde così:

Gli aspiranti mangaka dovrebbero sicuramente concentrarsi sul costruire una buona storia, rispetto ai disegni, dato che le abilità di illustrazione migliorano poco per volta, quando si prende parte a una pubblicazione settimanale di un manga.

Togashi è impressionato dai disegni di Kishimoto, li trova davvero ben realizzati nonostante gli stretti tempi di scadenza settimanale.

Kishimoto pensa che sia importante che i lettori possano provare simpatia verso un personaggio di un manga. Per esempio, Naruto fin da subito non ha né genitori né amici. Mentre vedere un protagonista soffrire per via del solito cattivone di turno, sembra non essere una buona idea.

Togashi mette in guardia coloro che amano i veri videogiochi fantasy, come quelli ambientati nell’Europa medievale, nei quali spade e magia sembrano non riuscire ad attrarre la giusta audience.

Togashi da giovane non si accorse del proprio talento finché un suo maestro non sottopose un suo disegno a una mostra d’arte. Kishimoto ebbe un’esperienza simile, quando andava alle elementari.

T: Quando iniziai Hunter x Hunter, decisi di ambientarlo nel periodo in cui andavo alle scuole elementari e medie. Ma come la serializzazione proseguì, la storia si collegò al me attuale. Inserii i telefoni cellulari, poi gli smartphone. Così non mi preoccupai troppo a riguardo. Credo di non poter dire che questo sia il miglior consiglio da dare a chi ama le storie interamente fantasy.

Togashi si definisce impressionato dall’abilità nel disegnare i movimenti dinamici delle vesti di Hayao Miyazaki. Inoltre ha confermato che inizialmente non si sarebbe immaginato che la serializzazione di Hunter x Hunter sarebbe durata così a lungo.

hayao miyazaki
K: Credo che in termini di pura capacità illustrativa, un mangaka non possa competere con un animatore.
J: Cosa intendi?
K: Come prima cosa, c’è una grande differenza nella quantità di materiale che gli animatori devono disegnare. E sei preoccupato dell’inquadratura, degli angoli. Ciò che un eccellente animatore può fare è fuori dal mondo.
T: Davvero. E anche se non possono soffermarsi troppo sul lato artistico, il risultato è davvero ottimo. Ѐ come se ci volassero attraverso. Ѐ un qualcosa di diverso ma allo stesso tempo sorprendente se confrontato a qualcuno che trascorre così tanto tempo su un solo disegno.
K: Per i manga non hai bisogno di preoccuparti a tal punto sulla quantità, è un processo totalmente differente… Anche se c’è da dire che l’arte di Satoshi Kon era davvero splendida! Gli animatori talentuosi possono dire a occhio di quanti millimetri la prospettiva è da sistemare. Mi piace pensare a me stesso come a una persona che ha studiato arte, ma loro sono di tutto un altro livello.
J: Ѐ un talento davvero particolare…

Kishimoto si sta preparando per l’uscita del suo prossimo manga. Ha collezionato un buona quantità di materiale per ora, ma non ha rilasciato dettagli più precisi nemmeno al proprio editore. Ha affermato che gli piacerebbe annunciare qualcosa a riguardo entro il 2016.

Una volta terminato Hunter x Hunter, Togashi vorrebbe disegnare un manga basato sulle battaglie di carte, sullo stile di Yu-Gi-Oh!, anche se ha già fatto qualcosa di simile nella saga di Greed Island. Piccolo spoiler per chi non è in pari col manga: egli crede che il fatto che Hisoka sia sopravvissuto allo scontro con Quoll Lucifer coerentemente alla propria abilità della Bungee Gum.

Togashi ha affermato di soffrire di tendinite (oltre che dei consueti problemi alla schiena) e in particolare è stato lo sforzo per disegnare i vestiti dei membri dello Zodiaco che gliel’ha provocata. Egli inoltre ha raccontato che quando disegna un altro se stesso lo rimprovera dicendo: “Puo disegnare meglio di così!”.

L’aver fatto di Hiei un amico di Yusuke nel manga “Yu degli spettri” fu un consiglio dato dall’editore.

Kishimoto è compiaciuto dal guardare in continuazione il trailer dell’ultimo reboot di “Devil May Cry”.

T: Prima ho detto “Non hai il tempo per disegnare”, ma ovviamente alcune persone accumulano conoscenza disegnando quanto più è possibile.
K: E in termine di come farti venire in mente le idee, è importante studiare cosa le persone hanno fatto in passato. Ne “I Cavalieri dello Zodiaco”, sono state usate le costellazioni e i personaggi del passato come motivazioni e abilità, giusto? Sagittario usava un arco, Toro usava le sue corna, cose così. I miei interessi riguardano il Giappone, il buddismo e la sua iconografia, così li ho trascinati nel mondo da me creato.
J: Lo hai fatto nelle evocazioni dei tre ninja leggendari, giusto? Ecco come sei riuscito a tirare in ballo la rana, il serpente e la lumaca nel tuo mondo, no?
T: In quel caso, è super conveniente essere un creatore oggi. Per esempio, anni fa, diciamo che mi serviva qualcosa basato sul numero tre. Avrei dovuto aprire un dizionario e cercare qualcosa connesso al tre. Ma ora con gli smartphone è così semplice cercare qualcosa. Quindi, se ti serve guardare alle costellazioni o altre cose che non conosci, è già tutto lì. Questo rende molto più facile localizzare idee che non sono mai state sviluppate prima.
K: Quindi puoi basare le tue idee sulle cose che trovi. Gioca a un gioco di associazione con loro, e comincerai a vedere regole e limiti. Quando avrai l’ossatura a posto, potrai farti venire in mente con successo le abilità.
T: C’entra anche come unisci tutto insieme alla fine. Per esempio, se ti viene in mente l’abilità del fuoco, diventa originale soltanto se ci aggiungi qualcos’altro dentro. Potrebbe essere diverso in base alla personalità del personaggio o al suo aspetto. Se stai per fare un’abilità basata sul fuoco, non vuoi una risposta del tipo “Fuoco? Questa l’ho già vista!”. È tutto in come intendi utilizzare quell’idea in un modo unico.
K: Nel mio caso erano ninja e la cultura giapponese. Mi è sempre piaciuta la mitologia giapponese, e il Nihon-shoki, quindi l’ho affibbiata a Susanoo in base alla sensazione. Non c’è nulla di male nell’usarla come tua base per la storia.

Sannin

A questo indirizzo potete leggere l’intervista completa.

 

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