L’era glaciale: In rotta di collisione – Recensione in anteprima
Pubblicato il 15 Agosto 2016 alle 23:44
Sempre alle prese con la sua ghianda, lo scoiattolo Scrat finisce nello spazio dove causa involontariamente la creazione di un asteroide che minaccia di distruggere la Terra. Il mammut Manny, il bradipo Sid, la tigre Diego e il resto del branco dovranno trovare il modo di salvare il pianeta, guidati dal coraggioso furetto Buck. Nel frattempo, Manny deve affrontare l’idea che sua figlia Pesca voglia sposarsi.
La saga de L’era glaciale ha smesso di avere qualcosa da dire dopo il primo film. L’estrema simpatia dei personaggi ha permesso alla serie di proseguire fino al quinto episodio continuando a registrare ottimi riscontri al botteghino ma il concept di branco, inteso come famiglia, che deve superare mille avversità restando unito ed allargandosi sempre di più è ormai stantio e ripetitivo.
Alla regia torna Mike Thurmeier che ha co-diretto i due episodi precedenti, affiancato stavolta dall’animatore Galen T. Chu. Gli ingredienti sono sempre quelli, mescolare le dinamiche avventurose con quelle famigliari dei protagonisti, naturalmente in salsa comica, ma le idee sono sempre più carenti.
Se la ghianda di Scrat aveva causato la frattura e la deriva dei continenti, stavolta finisce addirittura per provocare una pioggia d’asteroidi sulla Terra, avanguardia del grande meteorite che può distruggere il pianeta. Armageddon viene citato esplicitamente così come 2001: Odissea nello spazio e altre pellicole di fantascienza.
L’imminente apocalisse vuol riflettere l’intima paura del mammut Manny perché il suo piccolo nucleo famigliare possa giungere a termine con il matrimonio della figlia. E’ l’arco narrativo principale del film, a scapito dei comprimari che restano fin troppo in disparte. Sid si limita alle solite gag e la sua nuova condizione sentimentale viene sviluppata per sommi capi. Non pervenuto Diego.
Ha molto più spazio invece Buck (doppiato da Simon Pegg nella versione originale) che torna dopo il terzo episodio (e un breve cameo nel quarto) con un arco narrativo demenziale che lo vede assumere il ruolo di figura paterna (non vi riveleremo di che cosa) e guida del branco. Tra i nuovi personaggi figura la simpatica comunità hippie di Geotopia che ha per guida spirituale un lama e una famiglia disfunzionale di dakotaraptor in contrapposizione all’affiatato branco dei protagonisti.
Il film vive di gag slapstick molto puerili che strappano qualche sorriso più che qualche risata. Sul piano dell’action poteva essere interessante la sequenza della tempesta elettromagnetica ma avrebbe richiesto più inventiva. Il 3D funziona benino, esaltato soprattutto da primi e primissimi piani dei personaggi e oggetti che schizzano in faccia al pubblico.
La storia è prevedibile, la scontata moraletta edificante per i più piccoli è dietro l’angolo. E va a finire come al solito nello stucchevole numero musicale. E’ un franchise che, quantomeno, ricorda a tutti che essere una famiglia prescinde da mere differenze superficiali. Si ha però la sensazione di assistere all’ennesima replica di una formula ormai collaudata ma terribilmente stanca.