Paper Girls: la recensione della nuova opera di Brian K. Vaughan [Recensione]

Pubblicato il 6 Settembre 2016 alle 11:25

Consegnare i giornali in bicicletta è una cosa normalissima, giusto? Sbagliato! Non può esserlo se sei la protagonista di Paper Girls, la nuova dirompente serie fantascientifica Image di Brian K. Vaughan, illustrata da Cliff Chiang e tradotta da Bao Publishing!

Brian K. Vaughan ha il dono della versatilità. E’ in grado di concepire serie dai toni distopici come Y The Last Man, vicende supereroiche originali del calibro di Runaways, fumetti a sfondo socio-politico stile Ex Machina o testate space opera del livello di Saga, giusto per citare alcuni dei suoi lavori più apprezzati.

Adesso bisogna aggiungere Paper Girls, pubblicato negli Stati Uniti dalla Image e tradotto in Italia da Bao Publishing. Anche in questo caso, la poliedricità di Vaughan viene confermata.

Innanzitutto, potremmo definire Paper Girls una serie fantascientifica ma in realtà ci sono altre suggestioni che rimandano a tematiche mistico/esoteriche. Non manca nemmeno l’ironia e le deliziose protagoniste femminili fanno pensare a certi character dei film indipendenti statunitensi. La storia ha inizio nel 1988 in una tipica cittadina americana e precisamente nel giorno di Halloween. Vaughan ci presenta la dodicenne Erin.

E’ una ragazza normale con una vita non dissimile da quella delle coetanee (fa però sogni popolati da figure angeliche e demoniache che potrebbero avere un ruolo in tutto ciò che si verificherà).

Erin fa la consegna dei giornali in bicicletta ma non è l’unica. Ci sono altre ragazzine come lei che fanno parte di una compagnia legata a questo tipo di attività. Tra esse spicca l’aggressiva MacKenzie. E’ spavalda, tosta, un po’ omofoba, e aiuta Erin in una situazione difficile con alcuni giovinastri. Insieme a lei ci sono K.J. e Tiffany. Erin si unisce a loro, senza sospettare che da quel momento la sua esistenza diventerà un incubo allucinante.

Se è per questo, l’intera cittadina sembra essere stata colpita da qualcosa di terribile. Forse è in corso un’invasione aliena. Ben presto, Erin e le sue amiche rimarranno implicate in una serie di avvenimenti a dir poco inquietanti. Ci sono strani esseri dalle tute argentate che potrebbero effettivamente provenire da un altro pianeta e si spostano sul dorso di mostruose creature simili a pterodattili.

Esistono anche adolescenti dal viso sfigurato che parlano un linguaggio incomprensibile e, a quanto è dato capire per il momento, sono avversari dei guerrieri in tuta. Cosa vogliono questi strampalati individui? Hanno deciso di soggiogare l’umanità? Erin e compagne dovranno quindi vedersela con una realtà sconcertante e i misteri non verranno svelati in questo tp che include i primi cinque numeri di Paper Girls.

Fondamentale è poi un uomo dalla lunga barba che indossa una t-shirt con l’immagine di una mela. Il simbolo fa venire in mente il logo della Apple ma potrebbe pure riferirsi al biblico frutto proibito di Eva. Ed è qui che Vaughan ci sorprende.

Paper Girls parte come un fumetto di fantascienza (e gli stilemi e le convenzioni sci-fi sono palesi) ma in seguito si concentra su tematiche di impostazione misticheggiante. Tutto potrebbe essere la conseguenza di un immane conflitto tra i demoni dell’Inferno e gli angeli del Paradiso.

In ogni caso, per il momento si tratta solo di accenni e non è detto che sia questa la soluzione degli enigmi. Vaughan riesce a coinvolgere il lettore sin dal principio, incuriosendolo, e imbastendo una trama che si preannuncia complessa e articolata. Scrive testi e dialoghi incisivi e la delineazione delle psicologie delle quattro ragazzine è accurata.

Ognuna ha un carattere distintivo. Erin è a volte ingenua e comunque sensibile; MacKenzie, come ho scritto, è aggressiva e volitiva; Tiffany fa la strafottente ma non lo è veramente e K. J. non è priva di fragilità emotive. Nel complesso, sono personaggi accattivanti e simpatici.

I disegni sono di Cliff Chiang che molti ricorderanno per Wonder Woman. Il suo è un tratto volutamente grezzo ma dinamico, un po’ stilizzato ed evanescente. Il lay-out è inventivo, in particolare nelle tavole dei trip psichici e dei sogni di Erin. Ogni tanto si concede inquadrature a tutta pagina, di grande impatto visivo. Le illustrazioni sono inoltre valorizzate dai colori ora cupi e lividi ora molto intensi del bravo Matt Wilson. Insomma, Paper Girls è da tenere d’occhio ed è l’ennesima dimostrazione delle capacità di Vaughan e della qualità dell’attuale produzione Image.

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