The Boys, si conclude la trasgressiva saga supereroica di Garth Ennis [Recensione]
Pubblicato il 19 Agosto 2016 alle 11:25
Si conclude The Boys, la trasgressiva saga supereroica ideata dal grande Garth Ennis! Tutti i nodi vengono al pettine e arriva il momento del confronto definitivo tra Piccolo Hughie e il letale Butcher! Non perdete questo ultimo clamoroso capitolo illustrato da Russ Braun e Darick Robertson!
L’irlandese Garth Ennis è un autore provocatorio e ogni volta che scrive una storia non si pone limiti. Di solito i suoi testi sono satirici, sarcastici e sopra le righe e rivelano un’attitudine pulp. Ennis, inoltre, non si esime dall’affrontare tematiche controverse e scottanti come il sesso, la pornografia e la religione e, per ciò che concerne quest’ultimo argomento, si dimostra spesso irriverente, se non addirittura blasfemo.
Coloro che hanno letto Preacher, la serie Vertigo che ebbe il merito di farlo conoscere al pubblico americano, lo sa bene. Esiste però anche un’altra opera che può essere messa sullo stesso piano e cioè The Boys che Panini Comics ha regolarmente pubblicato a cadenza mensile. Ora giunge il momento dell’ultimo clamoroso numero che porta a conclusione la lunga e rocambolesca vicenda di Butcher e soci.
In origine pure The Boys era stato pensato per la Vertigo che aveva pubblicato i primi albi. Tuttavia, l’etichetta per lettori maturi ideata da Karen Berger quasi subito rinunciò a proseguirla, ufficialmente a causa dell’eccessiva violenza. La verità era però un’altra. The Boys è infatti uno spietato attacco ai fumetti di supereroi, al sistema delle case editrici stile Marvel e DC che fanno fortuna con i giustizieri in calzamaglia, agli stessi autori di comic-book e ai lettori. Questo fu troppo per la DC e di conseguenza Ennis continuò la serie con la Dynamite.
Se Alan Moore con Watchmen aveva già presentato la figura del supereroe in chiave critica, Ennis va oltre. I suoi supereroi sono tutto tranne che idealisti. Pensano al successo, alla fama e ai soldi; hanno discutibili abitudini sessuali, se non vere e proprie perversioni; sono violenti e psicopatici; sono soprattutto al soldo di una compagnia, la Vought American, responsabile della loro creazione grazie a una sostanza, il Composto V.
Questa società tende a sfruttarli per guadagnare denaro e ottenere il potere politico. Ma i protagonisti autentici della testata sono i cosiddetti Boys.
Guidati dal terribile Butcher, i Boys hanno sofferto a causa dei supereroi e della Vought e intendono fermarli. Butcher, in particolare, odia a morte i super e vuole ucciderli tutti. A essi si sono uniti Piccolo Hughie, la cui ragazza era stata accidentalmente ammazzata da un super, l’inquietante Femmina della Specie, il letale Francese e l’aggressivo Latte Materno. Episodio dopo episodio, Butcher ha ideato un piano complicato ai danni della Vought, dimostrando di essere un abile stratega ma pure un cinico manipolatore dei suoi compagni.
Negli episodi precedenti, Butcher ha raggiunto il suo obiettivo. I super sono morti, a cominciare dallo schizoide Patriota, delirante parodia di Superman, e nemmeno la Vought se la passa bene.
Ennis ha però evidenziato un aspetto importante: Butcher ha perso qualunque residuo di umanità, si è reso responsabile persino della morte dei suoi alleati, in preda a una follia nichilista che lo rende irrecuperabile. E’ rimasto solo in vita l’ingenuo Hughie e in questo albo finale Ennis ci racconterà il loro confronto finale.
In questo caso specifico, lo scrittore abbandona l’ironia sferzante tipica del suo stile e imbastisce un dialogo chiarificatore tra i protagonisti, atto a evidenziare le rispettive differenze psicologiche ed emotive. Butcher, in particolare, è privo di scopo, incapace di riscattarsi e non rinuncia neanche stavolta a ingannare il povero Hughie.
I dialoghi sono riflessivi e non privi di intensità ma chi si aspetta il sangue e le efferatezze che sono il marchio di fabbrica di The Boys non rimarrà deluso. La conclusione, comunque, non è deflagrante come forse alcuni potrebbero pensare. Se infatti il destino di Butcher è forse prevedibile, non si può dire altrettanto per Hughie.
Ennis decide di regalargli un lieto fine e fa riapparire Annie January, la super di cui Hughie si era innamorato e che aveva respinto sdegnato dopo averne scoperto i trascorsi sessuali durante il suo periodo di permanenza nei Sette. Il primo episodio dell’albo è disegnato da Russ Braun che da tempo si occupava dell’aspetto grafico di The Boys e che svolge un lavoro efficace e funzionale. L’ultimissimo capitolo è invece dell’ottimo Darick Robertson che aveva in principio disegnato i primissimi albi della collana.
Coadiuvato dal meno suggestivo Richard P. Clark, Robertson realizza tavole di grande impatto e ciò vale specialmente per quelle incentrate sul gioioso incontro tra Annie e Hughie. La serie si conclude ponendo quindi al centro dell’attenzione non i supereroi ma due persone qualsiasi che si amano.
Questo perché i supereroi, malgrado tutto, sono una stronzata buona solo a far guadagnare società senza scrupoli che sfruttano un pubblico di ingenui. Possono chiamarsi Vought American oppure Marvel e DC ma la realtà dei fatti non cambia. E’ questo, in definitiva, lo strafottente messaggio che Ennis ha cercato di trasmetterci nel corso di una saga durata settantadue numeri.