Marvel Gold – I Fantastici Quattro – I Terribili Quattro
Pubblicato il 20 Giugno 2011 alle 09:34
Marvel Gold
I Fantastici Quattro – I Terribili Quattro
Autori: Roy Thomas, Len Wein (testi), George Perez (disegni)
Casa Editrice: Panini Comics
Provenienza: USA
Prezzo: € 17,00, 17 x 26, pp. 200, col.
Recensione
I Fantastici Quattro hanno una rilevanza storica nell’ambito del fumetto americano. Sono stati loro, infatti, ad inaugurare, insieme al Flash/Barry Allen della DC, la cosiddetta Silver Age dei comics; e, per giunta, hanno dato inizio all’era Marvel e al suo avvincente universo, creazione fondamentale di Stan Lee, Jack Kirby e Steve Ditko. Il primo numero della serie, pubblicato nel novembre 1961, costituisce il primo tassello di un vasto pantheon narrativo che ancora oggi intriga tantissimi lettori, non solo statunitensi.
Le vicende del Favoloso Quartetto, inizialmente scritte dal Sorridente Stan e disegnate dal Re Kirby, furono, sin dal principio, caratterizzate da notevole originalità, per ciò che riguardava i comics dei supereroi. Innanzitutto, i personaggi agivano nel mondo reale, a New York, precisamente, e non in città immaginarie; inoltre, negli episodi dei primordi, il quartetto non aveva nemmeno un costume specifico (che arrivò solo in seguito) e tra essi c’era scarsa armonia interna.
Chi erano i Fab Four? Reed Richards, alias Mr. Fantastic, scienziato chiuso in se stesso; Sue Storm, la Ragazza Invisibile, vanesia e svenevole e, perlomeno in quel periodo, senza grande personalità; suo fratello Johnny, la Torcia Umana, adolescente viziato e sbruffone; e Ben Grimm, la Cosa, una mina vagante dal carattere permaloso e incontrollabile; per giunta, un mostro; e fu la prima volta che un character del genere agiva da eroe (e il concetto fu, dopo pochi mesi, approfondito da Lee e Kirby con il pelleverde Hulk).
In poche parole, Fantastic Four rivoluzionò il fumetto e il successo di vendite fu clamoroso, tanto che il comic-book del Quartetto, per l’intero decennio dei sixties, fu il mensile di punta della Casa delle Idee, grazie alla mirabolante inventiva del duo Lee/Kirby che proprio in quelle pagine introdusse personaggi seminali come il Dr. Destino, il divoratore di mondi Galactus, gli Inumani, Silver Surfer, la razza aliena degli Skrull o il primo supereroe afroamericano dei comics, Pantera Nera.
Quando, però, all’inizio degli anni settanta, Kirby abbandonò la Marvel, le vendite del comic-book calarono lievemente e il mensile non fu più il prodotto principale della casa editrice. Non significa, però, che le storie dei seventies siano poco valide, anzi. Pencilers leggendari come John Buscema o scrittori come Roy Thomas riuscirono a realizzare story lines godibili e di certo non inferiori a quelle dell’epoca classica.
Basterà leggere questo volume della linea Marvel Gold, intitolato ‘I Terribili Quattro’, per comprendere come le trame anni settanta del Quartetto siano godibili. Realizzate in un arco di tempo che va dal 1975 al 1977, sono un ottimo esempio di ciò che la casa editrice era in grado di concepire. Gli episodi contenuti nel tp, per giunta, sono frutto di una selezione per ciò che riguarda i disegni, opera del grande George Perez.
Gli scrittori coinvolti sono Roy Thomas e Len Wein, praticamente due autori che, al pari di Lee, hanno lasciato un segno indelebile nel fumetto a stelle e strisce. Thomas, come ho già avuto modo di scrivere in altre recensioni, si occupava di numerose serie e anche il suo impegno su Fantastic Four fu caratterizzato da elevato professionismo.
Fu sua l’idea di inserire, nelle consuete atmosfere cosmiche e fantascientifiche del serial, un tocco di humour che alleggerì le vicende, spesso tragiche, del Quartetto. Ciò non implica che le situazioni basate sul pathos e sull’azione allo stato puro manchino. Notorio fan della Golden Age, Thomas ripropone Marvel Boy, eroe Timely, in versione malvagia (e questo character farà da modello, in seguito, per il più noto Quasar).
Da ottimo conoscitore della continuity, inoltre, ritorna sulla storica rivalità tra la Cosa e Hulk, con esiti imprevedibili, e non si esime dall’utilizzare altri personaggi Marvel come Power Man, Thundra, Tigra e il farsesco Uomo Impossibile, raggiungendo il massimo della stravaganza con la story-line imperniata sui Terribili Quattro, vecchi avversari del gruppo, che addirittura cercheranno un nuovo membro tramite un annuncio su un giornale o con l’episodio ambientato negli uffici della stessa Marvel e dove appaiono Lee, Kirby, Thomas e altri cartoonist!
Gli episodi scritti da Len Wein, invece, sono meno ironici ma altrettanto intriganti e, in questo caso, lo sceneggiatore si concentra sulla strega Agatha Harkness e i tenebrosi Sette di Salem guidati dal malvagio e inquietante Nicholas Schreck. Per giunta, Wein (come, d’altronde, Thomas) non dimentica di fare emergere la caratteristica che fa dei Fantastici Quattro un team di supereroi diverso dagli altri: il fatto, cioè, di essere un nucleo famigliare. I Fab Four sono, innanzitutto, una famiglia e ciò diviene spesso l’elemento preponderante non solo delle psicologie dei quattro ma delle storie (e nemmeno il piccolo Franklyn, figlio di Reed e Sue, ha un ruolo trascurabile).
E se i testi sono di buon livello, i disegni di George Perez sono magnifici. La sua cura per i dettagli è proverbiale e anche in questo eccezionale esito creativo ve ne potrete accorgere. Inoltre, alcuni episodi sono abbelliti dalle chine del mitico Joe Sinnott, leggendario collaboratore di Kirby su Fantastic Four e altri capolavori. All’epoca Perez aveva disegnato, tra le altre cose, un serial dell’Uomo Lupo e si fece conoscere, a volte inchiostrando le matite di Rich Buckler, proprio con Fantastic Four e Avengers. In un certo qual modo, questi lavori Marvel costituirono il primo passo di una strepitosa carriera che lo avrebbe portato a collaborare con Marv Wolfman alla DC, realizzando masterpieces come New Teen Titans e Crisis On Infinite Earths, entrando definitivamente nel gotha dei penciler statunitensi. Perciò, se apprezzate Perez, la Marvel degli anni settanta e uno dei gruppi di supereroi più importanti di tutti i tempi, non fatevi sfuggire questo bel tp di duecento pagine. Non ve ne pentirete.