DC Rebirth Week 9: ripartono Suicide Squad e Harley Quinn
Pubblicato il 11 Agosto 2016 alle 14:00
Si apre il terzo mese dell’era Rebirth.
Il terzo mese targato Rebirth per la DC Comics si apre con due testate idealmente legate fra loro: Suicide Squad ed Harley Quinn.
Dopo due solidissimi primi mesi continuerà il trend positivo per la DC?
SUICIDE SQUAD REBIRTH #1 di ROB WILLIAMS & BILLY TAN
Con una inviadiabile, ed inusuale, programmazione la DC fa uscire il one-shot di ripartenza della Suicide Squad in concomitanza con l’uscita nelle sale americane dell’omonima pellicola firmata David Ayer. Questa nuova incarnazione della SS è pesantemente influenzata dalla sua controparte cinematografica sia per estetica che per formazione ma a dispetto di quello che molti lettori potrebbero pensare questo non è necessariamente un male né uno sterile copia/incolla di quello che si è visto sul grande schermo.
Al timone della testata infatti arriva Rob Williams, già visto all’opera in maniera convincente sul Martian Manhunter targato DC YOU, che miscela sapientemente il background “politico” dietro l’idea della SS grazie ad un dialogo fra Amanda Waller ed il presidente degli USA – un fumettoso ed arrabbiatissimo Barack Obama – con l’azione esagerata che aveva contraddistinto la Squadra durante l’era New 52.
Le due parti dell’albo sono complementari: da un lato il dialogo iniziale “spiega” l’idea alla base della SS – dialogo pregnante e più serio di quanto ci si possa aspettare da una testata come questa vista anche la situazione politica internazionale attuale – mentre la seconda ne amplifica gli aspetti più ironici e disturbati con un background di esplosioni degno di un film di Michael Bay.
E’ tuttavia il reclutamento da parte di Amanda Waller della nuova liason fra il governo e la SS l’elemento di novità che lo scrittore introduce, strizzando sempre un occhio alla pellicola di David Ayer, e sul quale sembrerebbe puntare molto per mischiare le proverbiali carte in tavola ravvivando così le dinamiche della Squadra.
Se Williams fa un lavoro più che discreto non si può dire altrettanto di Billy Tan alle matite: confuso, distratto, svogliato il penciller non fa presagire nulla di buono visto anche dovrà alternarsi con Jim Lee sulla serie, compito improbo se lo dovessimo giudicare sulla base di queste 22 pagine.
Per chi uscirà dal cinema e vorrà approfondire il discorso Suicide Squad e per i nuovi lettori quest’albo risulterà fresco ed interessante mentre i lettori più navigati troveranno, all’interno di uno dei concept più originali della DC, un interessante ripartenza con la speranza che lo scrittore non trasformi la testata in un film d’azione di serie B, gettando la Squadra in missioni fini a sé stesse, ma sappia ancora fornire un minimo di background a personaggi e situazioni.
VOTO: 7
HARLEY QUINN #1 di AMANDA CONNER, JIMMY PALMIOTTI & CHAD HARDIN
C’è davvero poco di rilanciare in Harley Quinn personaggio e testata che nell’ultimo anno e mezzo ha letteralmente salvato economicamente ma anche dal punto di vista della critica la DC.
Il collaudato duo Palmiotti/Conner quindi compie un semplice esercizio per gli eventuali nuovi lettori riassumendo quello che è lo sfondo in cui Harley si muove nella sua serie regolare, una sorta di sotto universo che viaggia ai limiti della continuity ufficiale, e lasciando ad una manciata di pagine finali il compito di portare avanti un plot classicamente sopra le righe con una improbabile invasione zombie.
Dal punto di vista di chi scrive Harley Quinn – la serie regolare – non è una lettura imprescindibile né quel trionfo di critica che miete consensi mese dopo mese soprattutto oltreoceano ma una lettura che strappa qualche sorriso tuttavia sarebbe ingiusto non tessere le lodi dei due scrittori coinvolti che hanno trovato una formula equilibrata in cui l’umorismo non eccede mai nella volgarità e l’esagerazione mai nel ridicolo fine a sé stesso il tutto condito dalla capacità di “criticare” in maniera semi-seria e sempre ironica la cultura ed i fenomeni geek di cui l’invasione zombie di questo primo numero.
Menzione anche per le matite di un Chad Hardin sempre pulito nella costruzione delle tavole – anche quando lo script vorrebbe ingolfarle – ed il cui tratto “cartoonesco” è sempre dinamico ed attento alle espressioni ed alle anatomie.
Per i fans una piacevole (ri)conferma, per tutti gli altri una occasione per provare uno dei veri fenomeni fumettistici del momento.
VOTO: 7
VERDETTO
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