Tales Of Zestiria – Recensione

Pubblicato il 27 Luglio 2016 alle 11:25

Serie longeve come Tales Of non sempre incontrano fortune costanti. Dopo diversi anni ed episodi il franchise nipponico sembra invece essere ancora in forma, con l’arrivo nei negozi di Tales Of Zestiria. Sarà anche perché si tratta di un capitolo frutto della collaborazione di una lunga lista di creativi dedicatisi a molteplici episodi della saga. Certo, questo non garantisce automaticamente il successo dell’intera opera ma si tratta senza ombra di dubbio di un fattore che perlomeno lascia ben sperare. Vediamo quindi se queste nuove avventure riusciranno ad entusiasmare i giocatori come in passato.

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C’ERA UNA VOLTA

I paradigmi principali della narrazione di un protagonista così famoso della storia videoludica come la serie Tales, sono oramai ben noti ai più. Avventure fiabesche ambientate in scenari fantastici, ripresi a piene mani non solo dalle tradizioni giapponesi ma anche da quelle occidentali sono elementi imprescindibili in tutti i predecessori del titolo sviluppato dai ragazzi di tri-Crescendo.

Tales Of Zestiria non fa eccezione, trasportandoci in stupende scenografie e raccontandoci la storia di un nuovo gruppo di eroi, chiamato ad indagare e combattere un pericoloso male originatosi dai sentimeni oscuri della popolazione umana. Il protagonista principale non è però avezzo al mondo in cui la popolazione trascorre le proprie esistenze. Sorey, questo è il suo nome, è infatti un ragazzo che fin da molto piccolo ha vissuto insieme ai serafini, guadagnando la capacità di avvertire la loro presenza nonché una solida amicizia con Mikleo, compagno di numerose avventure.

Il ritrovamento di una ragazza ferita durante una delle loro spedizioni archeologiche alla ricerca dei misteri nascosti delle ere antiche e la presa di coscienza sulle profonde disgrazie che affliggono il mondo umano li convincono a imbarcarsi nell’impresa più pericolosa di tutte, nel tentativo di proteggere la nuova compagna, rivelatasi poi essere la principessa Alisha, e salvare il maggior numero di persone possibile.

Il racconto ha bisogno però di parecchio tempo per riuscire ad ingranare definitivamente, offrendo ai giocatori una manciata di ore iniziali all’insegna della tranquillità e della noia. Anche perché nemmeno le meccaniche di gioco vanno in aiuto della decisione degli sviluppatori, con dei combattimenti iniziali terribilmente ripetitivi ed una finta libertà di esplorazione, utile solamente a riporre qualche oggetto in più nell’inventario.

Ciò che però si cela dietro ad una partenza quanto meno difficoltosa è un continuo crescendo della narrazione con parecchie interessanti situazioni ed una serie di momenti e colpi di scena a cui le scene di intermezzo non rendono però sufficiente giustizia.

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CAMBIARE O MIGLIORARE?

A finire sotto il focus degli sviluppatori sono state soprattutto le meccaniche di gioco, rifinite ed in alcuni frangenti rivoluzionate rispetto ai capitoli precedenti della serie. In primo luogo sono stati modificati molti aspetti relativi ai combattimenti ed al potenziamento dei personaggi.

I momenti di lotta prendono luogo nello stesso scenario dell’incontro a differenza dei predecessori, e la gestione della telecamera appare più mobile e sensata in modo da favorire attacchi e schivate. Purtroppo negli ambienti interni ciò va a rappresentare un serio problema con frequenti impallamenti e strane rotazioni, ma questo difetto non va quasi mai a pregiudicare la riuscita o meno di una combinazione di colpi o di una parata.

Gli scontri di Tales Of Zestiria non sono infatti particolarmente complicati, ed è quindi consigliabile iniziare l’avventura già al massimo livello di difficoltà sotto quest’aspetto, in modo da riuscire ad ottenere un livello di sfida sicuramente più interessante.

Ad affiancare la nuova gestione dei combattimenti vi è anche un generale miglioramento delle aree di gioco, più vaste che mai ma allo stesso tempo afflitte dagli stessi problemi di scarsità di elementi che avevano contraddistinto anche gli antenati del prodotto tri-Crescendo.

Per conferire un maggiore senso di esplorazione non possono infatti semplicemente bastare delle mappe più grandi, è invece necessaria una ricchezza di luoghi di interesse, eterogeneità degli scenari  ed una realizzazione tecnica soddisfacente.

Le scenografie di Tales Of Zestiria sono invece tristemente spoglie, abitate solo da sporadiche creature ed elementi utili alla progressione del personaggio come forzieri e stele (per l’apprendimento di nuove abilità).

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DIRETTAMENTE DAL PASSATO

Ciò che non sorprende è sicuramente il comparto tecnico di questo nuovo capitolo. Quanto meno non in positivo. E’ una produzione che avrebbe potuto senza problemi appartenere ai primi anni di Playstation 3 e che paga la natura cross-gen del suo sviluppo. Dopo 4 anni di produzione (i lavori sono iniziati nel 2011) non possono essere accettate e sopportate texture in bassa risoluzione, aree di gioco vuote, modelli poligonali e scene di intermezzo assurdamente retrodatate.

Non vi sono nemmeno evidenti miglioramenti nel passaggio tra le versioni Playstation 3 e Playstation 4 del titolo. Sembra infatti che l’obiettivo più che il confezionamento di un’esperienza sorprendente per il ventennale della serie sia stato quello di raggiungere il maggior numero di utenti possibile, con la commercializzazione del gioco su diverse piattaforme (tra cui anche il PC) ma senza tutto il lavoro che lo avrebbe potuto rendere esteticamente riuscito.

Per fortuna a riparare a tali difetti ci pensa un comparto artistico più che soddisfacente, da sempre punto di forza del franchise. Gli sfondi delle ambientazioni sono talmente belli da cozzare con la povera programmazione, il design dei personaggi fa dimenticare la mancanza di espressività e la colonna sonora accompagna coerentemente tutti i momenti della nostra avventura.

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Tales Of Zestiria è in definitiva un titolo che nonostante una serie di difetti piuttosto lunga non ha problemi a far divertire i fan della serie e del genere cui appartiene.

D’altro canto ci si poteva aspettare qualcosa in più da un gioco che segnava il ventesimo anniversario di una delle saghe di riferimento dei JRPG e che era stato anticipato come molto innovativo, in modo da introdurre una quanto mai necessaria ventata di novità. Ed in effetti di novità ce ne sono, ma si tratta di elementi marginali o quanto meno male implementati, come l’illusoria libertà di esplorazione.

Sta quindi ai giocatori decidere se avventurarsi o meno nelle vicende raccontate in questo nuovo episodio, tenendo bene a mente però che i fasti toccati da alcuni dei precedenti capitoli sono ben lontani. Forse solamente il prossimo Tales Of Berseria riuscirà a farceli ritornare in mente con ancor più chiarezza.

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