All Star Sezione Otto, torna Garth Ennis il trasgressivo autore di Preacher [Recensione]
Pubblicato il 21 Luglio 2016 alle 11:25
Ritorna uno dei gruppi più strambi mai immaginati da Garth Ennis: La Sezione Otto! Cosa succede quando un team di personaggi disfunzionali decide di combattere il crimine a Gotham City? Di tutto e ce lo racconta il trasgressivo autore di Preacher!
Garth Ennis è certamente un autore irriverente e chiunque abbia letto opere del calibro di Preacher o di The Boys, giusto per citarne un paio, lo sa bene. Lo scrittore irlandese ha una vena trasgressiva e sarcastica che lo spinge a compiere spietate e feroci satire, spesso non risparmiando la figura del supereroe. In più di un’occasione ha sottoposto il concetto del giustiziere in calzamaglia a un’operazione di destrutturazione in chiave provocatoria.
E’ il caso di una miniserie di sei numeri, All Star Section Eight, che ripropone un team che Ennis aveva introdotto anni fa in un’altra sua opera acclamata, Hitman.
Nella prima versione il gruppo era composto da personaggi che definire disfunzionali è un eufemismo e il cui nome era un riferimento alla sezione del codice militare statunitense che esonera i soldati dal servizio per problemi di sanità mentale. La squadra incuriosì i lettori e Ennis ha deciso di riprenderla nella linea editoriale All Star della DC che ci ha già donato opere come All Star Superman di Morrison e Quitely e All Star Batman & Robin di Miller e Lee.
Ennis, tuttavia, immagina una nuova line-up. Della vecchia formazione sono rimasti l’alcolizzato Sixpack e il terribile Bueno Excelente. Poi ci sono le new entries Saldacani (un sostituto del precedente giustiziere con questo nome), Viscere, Baytor, Grappinoh e Uomo Utensile.
Sono tutti più o meno psicopatici, hanno un aspetto mostruoso e abitudini ributtanti. Individui borderline che dovrebbero, almeno secondo le intenzioni di Sixpack, difendere Gotham City dal crimine. Tutto ha inizio con Sixpack che rientra in possesso dei suoi poteri e decide quindi di riformare la Sezione Otto.
Ma manca un ottavo elemento e Sixpack vorrebbe coinvolgere almeno uno dei grossi calibri del DCU. E’ a questo punto che Ennis si diverte con alcune delle più importanti icone eroiche della casa editrice, sottoponendole a un trattamento spietato. Per una serie di circostanze, dunque, Sixpack e compagni avranno a che fare con Batman, Lanterna Verde, Martian Manhunter, lo Straniero Fantasma, Wonder Woman e Superman e sarà poi quest’ultimo a risolvere i problemi causati dalla Sezione Otto.
Ennis gioca con anti-eroi farseschi e assurdi e nello stesso tempo fa una descrizione al vetriolo degli intoccabili miti DC. Batman si indispettisce come un vip quando gli appioppano una multa per divieto di sosta; Lanterna Verde ha un ego enorme almeno quanto il dinosauro che affronta in una delle sequenze più esilaranti della miniserie; Wonder Woman ha un bel fisico e il cervello di un’oca; Martian Manhunter ha seri problemi di igiene e si sconvolge come una collegiale quando assiste a un rapporto sessuale tra due componenti della Sezione Otto; Superman è un boy scout senza particolare profondità. E’ come se Ennis volesse evidenziare l’innata stupidità di tanti comic-book supereroici scritti da autori che si prendono troppo sul serio.
E’ palese nell’episodio incentrato sull’apparizione dello Straniero Fantasma in cui Ennis sfotte Alan Moore e scrive battute perfide sull’intellettualismo pretenzioso di tanti prodotti Vertigo. Lo Straniero, infatti, accompagna Sixpack in un viaggio nell’aldilà che rievoca quello famoso di Swamp Thing durante la saga American Gothic e fa apparire pure il demone Etrigan, altro personaggio di cui Ennis si era occupato in passato.
Ennis si diverte e si vede ma conclude la storia con un finale ambiguo. Tutto ciò che si legge potrebbe forse essere solo l’allucinazione di una mente sconvolta dall’alcol. In ogni caso, All Star Section Eight ha testi e dialoghi sferzanti e sopra le righe e funziona.
I disegni sono di John McCrea che ha più volte collaborato con Ennis. Il suo stile è caricaturale, un po’ cartoonesco, e le figure sono quasi sempre distorte. Dà il meglio di sé nei primi piani che fanno comprendere il grado di schizofrenia dei protagonisti, grazie agli sguardi e alle smorfie grottesche. Il volume è dunque da tenere d’occhio e piacerà ai fan di Ennis.