Dylan Dog n. 297 – Il sortilegio
Pubblicato il 9 Giugno 2011 alle 11:00
Dylan Dog n. 297
Il sortilegio
Autori: Giancarlo Marzano (testi) e Corrado Roi (disegni).
Casa Editrice: Sergio Bonelli Editore.
Provenienza: Italia.
Prezzo: 2,70 Euro.
Recensione
Dylan Dog, si sa, è un personaggio che divide: c’è chi ne è affascinato ed è pronto a difenderlo, sempre; ma c’è anche chi lo ritiene null’altro che un impostore, e proprio non lo riesce a sopportare. Lo si odia o lo si ama, dunque, raramente si rimane indifferente dinanzi all’Indagatore dell’Incubo. Questo, sicuramente, proprio in virtù della sua professione, così inusuale, così fuori dalla norma. Ma anche a causa del suo carattere, antieroe romantico che gioca a fare il duro, e del suo atteggiamento da cascamorto, perenne seduttore pronto ad innamorarsi e innamorare.
Nell’albo numero 297 del mese di Giugno 2011 Dylan deve fare i conti con un potente sortilegio – questo, appunto, il titolo del fumetto – che gli viene scagliato contro. Da chi? Beh, il lettore fa fatica a capirlo: troppi indizi conducono ad una stessa persona, e questo, si sa, è sospetto. Dunque si scorrono le tavole cercando di capire chi possa essere il colpevole, perché fin dalla prima vignetta sappiamo che un colpevole c’è di sicuro: qualcuno realizza una statuetta di cera del protagonista e la tormenta con aghi che infliggono dolore al Dylan in carne ed ossa.
Nessun mostro questa volta, nessun evento terrificante. Certo, non siamo affatto nell’ambito della normalità, con riti di magia nera, streghe e personaggi che misteriosamente riappaiono dopo la morte. Ma la storia in fondo è una normale vicenda di amore, amicizia e gelosia. Con un finale tutt’altro che lieto, però, visto che stiamo parlando pur sempre di Dylan Dog.
Un Dylan Dog in forma, visto che gli autori, Giancarlo Marzano per il testo, Corrado Roi per i disegni, sono riusciti a metter su una storia vecchio stile, in cui le origini del cattivo di turno sono da trovare nella solitudine, nella sofferenza, nel dolore, piuttosto che in esperimenti da laboratorio o inspiegabili mutazioni genetiche. E proprio questo, unito al sentimento di pietà del protagonista che emerge nelle pagine finali, dà valore ad una storia altrimenti troppo piatta per essere ricordata.