La Principessa Spaventapasseri, un fantasy di formazione [Recensione]
Pubblicato il 8 Luglio 2016 alle 11:25
Federico Rossi Edrighi arricchisce ulteriormente il panorama dei fantasy italiani di formazione con una graphic novel che unisce folklore e leggende popolari alla rabbia e alla confusione tipiche dell’adolescenza.
Molti adolescenti hanno il loro primo approccio con la letteratura grazie ai romanzi e alle saghe fantasy, e non è un caso: questo genere di storie spesso non sono altro che una rivisitazione e una metafora di quel rito di passaggio che segna l’inizio dell’età adulta, o comunque di quell’età in cui si comincia ad essere più consapevoli di se stessi.
La rabbia istintiva e il controllo soffocante dei genitori spesso si tramutano in nemici da combattere, sconfiggere o da comprendere, costringendo il protagonista a compiere un lungo viaggio che lo trasformerà completamente.
In La Principessa Spaventapasseri, edito da Bao Publishing, il protagonista è una ragazza adolescente con un nome che potrebbe benissimo essere quello di una saga fantasy: Morrigan Moore.
Come molte altre storie, quella scritta e disegnata da Federico Rossi Edrighi inizia con un trasloco: la madre e il fratello di Morrigan, infatti, sono due romanzieri famosi e decidono di trasferirsi in un paesino in mezzo alla campagna, in modo da approfondire la leggenda del Re dei Corvi.
Questa ci viene raccontata in una sola tavola, tributo a Vincent Van Gogh: periodicamente la fame del Re dei Corvi è tale da spingerlo a saccheggiare i campi delle terre circostanti, per poi essere sempre ostacolato dal prescelto, il Principe Spaventapasseri.
I Principi Spaventapasseri sono sempre stati uomini in età matura, ma questa volta spetta alla giovane Morrigan vestire il mantello viola del prescelto, ottenendo poteri inimmaginabili senza nemmeno sforzarsi: lo sforzo, però, sarà decidere in che modo usarli.
Infatti, dopo che il Re dei Corvi è riuscito a prendere in ostaggio la sua famiglia, Morrigan riesce solo ad isolarsi dalle poche amicizie che stava iniziando a stringere in città.
Fin dall’inizio, il rapporto tra Morrigan e il Re dei Corvi non è solo puramente conflittuale: nella loro relazione c’è qualcosa che ricorda molto quella tra Sarah e il Re dei Goblin in Labyrinth, caratterizzata da un’attrazione che, in alcune parti della storia, si fa meno velata.
Insomma, per Morrigan il Re dei Corvi con è semplicemente una nemesi da annientare, ma una controparte da comprendere e da accettare: rappresenta la sua parte più istintiva, quella che vorrebbe semplicemente seguire i propri impulsi.
La Principessa Spaventapasseri offre quindi quel genere di storia fantasy classica che però non stanca mai, disegnata con un tratto spigoloso e sintetico, adattissimo per le silhouette minacciose dei corvi e per trasmettere l’irrequietezza di Morrigan.
A tratti la protagonista può risultate particolarmente antipatica, ma la giustifica il fatto che debba reggere sulle spalle una minaccia sovrannaturale e una tempesta di ormoni, nonché la costante domanda che terrorizza tutti noi: chi diventerò, nella vita?
Se avete divorato fumetti come Anya e il suo fantasma,troverete piacevole anche questa lettura: perché il Re dei Corvi attrae chiunque, adolescenti e adulti.