DEADPOOL: I Re del suicidio [ Recensione ]
Pubblicato il 7 Luglio 2016 alle 11:25
Il mercenario chiacchierone viene ingaggiato per una missione molto remunerativa, ma in realtà non sarà altro che una trappola per incastrarlo ! Persino il Punitore si metterà sulle sue tracce con l’intenzione di ucciderlo, ma fortunatamente ci saranno anche Daredevil e Spider-Man a dare una mano al povero Wade Wilson…!!!
Il successo di Deadpool ormai è inarrestabile, grazie anche all’uscita della fortunata pellicola di Tim Miller a lui dedicata, che l’ha consacrato definitivamente al grande pubblico.
La sua ironia demenziale e scurrile, che prende per i fondelli e sbeffeggia lo stesso universo fumettistico di cui fa parte, lo rende uno dei personaggi più amati e seguiti dell’universo Marvel, e proprio per questo fioccano continuamente serie e miniserie che lo coinvolgono.
Qui in Italia la Panini non è rimasta certo con le mani in mano, e oltre a far uscire la sua serie regolare con cadenza quindicinale, affiancandogli Spider-Man/Deadpool di Kelly e McGuinness e Deadpool & The Mercs for Money di Bunn, ha riproposto alcune delle sue saghe e miniserie più celebri in una linea di volumi da edicola allegati al Corriere dello Sport, come già aveva fatto in passato con altri importanti cicli Marvel.
Ma se questo non bastasse, la casa editrice modenese ha recentemente riproposto in formato economico Best Seller I Re del Suicidio, un volume del mercenario andato esaurito da tempo, che risale al 2009. Si tratta di una saga in cinque parti scritta da Mike Benson e Adam Glass, e disegnata da Carlo Barberi, che vede Deadpool interagire con volti noti della Casa delle Idee come Punisher, Daredevil e Spider-Man, in una folle guerriglia innescata da Lapide, il granitico gangster albino dai denti aguzzi comparso svariate volte nelle avventure del Tessiragnatele.
Prima dell’attuale gestione Duggan e della recente affiliazione nei Vendicatori, Wade Wilson era un personaggio molto più solitario, che portava avanti le sue missioni da solo e raramente divideva la scena con altri colleghi supereroi. Il fatto che ne I Re del Suicidio comparissero invece tutti questi personaggi in un colpo solo è stato sicuramente uno dei motivi per cui la saga ha riscosso questo successo, magari attirando anche lettori incuriositi, non propriamente fan del mercenario.
Se però andiamo ad analizzare la storia ci rendiamo conto che di sostanza ce n’è veramente poca, e non offre molto più di qualche battuta e un sanguinario scontro con il Punitore, mentre Daredevil e Spider-Man vengono infilati in maniera piuttosto forzata, giusto come “comparse di lusso” per fare da spalla al mercenario… Frank Castle/Punisher, se non altro, dà del serio filo da torcere al buon Wade, imbastendo una caccia all’uomo che, come detto prima, resta l’unico motivo d’interesse di tutta la saga.
E’ vero che dal Deadpool pre-Duggan non ci si può aspettare molto di più di una semplice storia di evasione, se si esclude autori storici come Joe Kelly o Fabian Nicieza, ma da scrittori che hanno lavorato sia per la tv che per serie a fumetti noir come Punisher e Moon Knight quali Mike Benson e Adam Glass, era lecito sperare in qualcosa di più di un semplice pretesto per far scazzottare i due antieroi Marvel dal grilletto facile…
Sembra di fatto di avere fra le mani un classico fumetto anni Novanta, tutto azione e con la trama ridotta a zero, corredato da disegni funzionali e d’impatto, ma piuttosto inespressivi e con anatomie sproporzionate, che spesso ritraggono figure ipertrofiche e microcefale. Queste infatti sono le caratteristiche principali delle tavole realizzate da Carlo Barberi, artista che si è consacrato proprio grazie alla serie del mercenario, dove è rimasto per lungo tempo, affinando per fortuna anche la sua tecnica.
Se le premesse sopra riportate vi sono sufficienti per acquistare il volume, magari perché siete fan sfegatati di Deadpool e vi eravate persi questa saga, allora approfittate pure di questa edizione economica, purtroppo quasi priva di redazionali ( e qui non guasterebbero, visti i tanti riferimenti “pop” presenti nel racconto ), altrimenti potete tranquillamente lasciar perdere e optare per qualche altra lettura più sostanziosa e soddisfacente.