Recensione – Il Trono di Spade 6×10: The Winds of Winter
Pubblicato il 27 Giugno 2016 alle 23:00
L’inverno è arrivato.
Miguel Sapochnik, regista di Battle of the Bastards e di questo ultimo episodio, The Winds of Winter, aveva anticipato un livello di epicità pari alla cruda battaglia fra Jon Snow e Ramsay Bolton vista la scorsa settimana, ma diversa sotto molti punti di vista. Oltre ad avere parecchio talento dietro la cinepresa, quindi, abbiamo la conferma che Sapochnik è anche un uomo d’onore alla stregua di Lord Eddard Stark, visto che le sue promesse sono state mantenute.
In The Winds of Winter, infatti, non troverete nessun combattimento e nessun epico duello all’arma bianca: eppure ci sarà tutto ciò che stavate aspettando, e parecchie cose che non avreste mai immaginato.
Per cominciare, abbiamo due conferme: la prima è che la storia è un loop – quando Bran torna nel passato alla sequenza della Torre della Gioia, tutto si ripete esattamente come prima, e come è accaduto miliardi di altre volte: il giovane Corvo con Tre Occhi non può evitare di chiamare suo padre, che si volterà ancora senza poterlo vedere -e poi abbiamo finalmente la conferma che Jon Snow non è il figlio di Ned: il bambino è sangue di Lyanna Stark, morta di parto, che negli ultimi istanti di vita lo affida al fratello maggiore Ned, che per il resto della sua vita si porterà appresso l’appellativo di “Integerrimo uomo d’onore, ma ehi, ricordate quella volta quando tradì la moglie e generò un bastardo?”.
Interessante notare che, con Jon Snow/Targaryen, Daenerys non è più la sola rimasta col sangue di drago: i due si incontreranno mai? Scopriranno di essere imparentati? L’unico che lo sapeva era Ned – che evidentemente prese il piccolo Jon con se per salvarlo dalla furia di Robert Baratheon – e adesso Bran l’ha scoperto. Sarà lui a rivelarlo al fratello, ora che è tornato al di qua della Barriera? E, soprattutto, cosa possono fare effettivamente i suoi poteri per salvare Westeros? Immagino che il Corvo con Tre Occhi non fosse solo un potentissimo guardone, ma avesse dei piani per sconfiggere gli Estranei. La settimana stagione, immagino, risponderà a molti di questi quesiti.
Senza dubbio la capacità di ispirare lealtà fra i propri alleati li accomuna. In una scena da brividi, accompagnata dal più struggente ed emozionante tema musicale della serie, Jon Snow viene eletto Re del Nord, succedendo così al fratello Robb Stark per buona pace di Ditocorto.
Lord Baelish che nel giardino degli dei di Grande Inverno avvicina Sansa e la tocca piano, di giustezza, dichiarandole non solo il suo amore ma la volontà di impadronirsi del Trono di Spade e dominare sui Sette Regni insieme a lei, vera erede del Nord. Sansa che si scusa con Jon per avergli nascosto il piccolo dettaglio dell’alleanza con la Valle alla vigilia della battaglia dei bastardi. Dal suo sguardo capiamo che neanche lei sa perché si è tenuta per se l’informazione, ma Jon la perdona ugualmente e nessuno dei due sembra essersi reso conto di una cosa: Sansa si sta trasformando inconsciamente in un essere che è per l’80% Ditocorto e per il 20% Ramsay Bolton.
Molti hanno esultato quando la bella rossa ha dato il suo ex marito in pasto ai cani, ma io sono rimasto davvero agghiacciato da quella scena e soprattutto dal suo sorriso compiaciuto nel finale: la considerazione da fare è molto oscura e cinica, e cioè che perfino una ragazza innocente e dolce come Sansa Stark, innamorata com’era di tornei e di ballate cavalleresche e di principi azzurri, alla fine viene plasmata dalla crudezza della vita, e dalla crudezza del mondo, un mondo che non risparmia nessuno e genera solo sofferenza.
Quella sofferenza che c’era nello sguardo di Davos, quando ha giurato di giustiziare Lady Melisandre con le sue mani se questa dovesse mai più farsi rivedere nel Nord dopo essere stata esiliata da Jon. Certo, lo stesso Jon che Melisandre ha riportato in vita, e lo stesso Jon abbastanza lungimirante da vedere per primo degli alleati nell’esercito dei Bruti, e non dei nemici. Bandendo Melisandre – a mio parere mooooooolto importante nella guerra che verrà contro gli Estranei – Jon non dimostra la stessa lungimiranza avuta in passato.
Clamorosa – CLAMOROSA! – la fugace comparsa di Arya Stark a Delta delle Acque: anche lei la tocca piano, servendo a Walder Frey un succulento pasticcio fatto con i resti dei suoi figli prima di sgozzarlo in nome di sua madre Catelyn e suo fratello Robb, uccisi proprio dal vecchio Frey durante quelle che nella storiografia di Westeros sono passate alla storia come le Nozze Rosse. Ora, dopo che ha permesso a Jaime di andarsene, l’ultimo nome della sua lista è Cersei Lannister …
Sui viaggi estemporanei alla Goku con teletrasporto che alcuni personaggi della serie compiono, coprendo immense distanze off-screen (in questo episodio non solo Arya si dimostra capce di tale abilità, ma anche Jaime e Varys, quest’ultimo addirittura compare a Dorne e riappare a Meereen in tempo per la scena finale, mentre al povero Sam ci sono voluti dieci episodi per arrivare alla Cittadella!) si è scherzato e alcuni hanno anche protestato, ma a mio parere non sono da biasimare per un semplice e banalissimo fatto: gli autori non sono obbligati a mostrarci il calendario in sovra impressione. Tra una scena e l’altra possono passare settimane, anche se a noi non sembra, quindi i (pochi) detrattori della serie più premiata di sempre agli Emmy si mettessero il cuore in pace – e soprattutto, di grazia, non fate gli stronzi.
Varys che stringe in nome di Daenerys in un’importantissima alleanza con Dorne e con le Serpi delle Sabbie (che mancavano dal primo episodio della stagione e il cui ritorno viene palesemente spoilerato durante i titoli di testa, con la città di Dorne che compare sulla mappa di Westeros): ancora una volta, un personaggio che avevamo imparato ad odiare, Ellaria Sand, che ha ammazzato la figlia di Jaime, il suo stesso cognato e il suo stesso nipote, presto potrebbe tornare nelle nostre grazie, dato che grazie a Varys rimpinguerà il già grassissimo esercito Targaryen. Non solo: l’alleanza organizzata dall’eunuco calvo si fa triumvirato, quando viene coinvolta anche Olenna Tyrell. L’obiettivo delle tre casate sembra essere chiaro: distruggere per sempre i Lannister?
(Tra parentesi: voi siete pronti, nella settimana stagione, a scegliere chi tifare fra Tyrion e Jaime? E soprattutto, Jaime resterà fedele a Cersei o passerà definitivamente fra i “buoni”?)
Lannister che se dal punto di vista degli eredi sono definitivamente finiti – chi se l’aspettava il suicidio di Mister Personalità Re Tommen? Alla resa dei conti, Meggy la Rana gliel’aveva previsto bene, il futuro – dal punto di vista del potere puro e semplice sono più forti che mai: con un colpo di mano tanto atteso quanto violento, e accompagnata dal meraviglioso nuovo tema musicale di Ramin Djawadi, Cersei ci dimostra che con una sola fava si possono acchiappare dai duecento ai duecentocinquanta piccioni … soprattutto se la fava è tutto l’Altofuoco del Re Folle, che spazza via Alto Passero, casa Tyrell, Kevan Lannister – reo di averle voltato le spalle – cittadini di Approdo del Re e pure il tempio dei Sette Dei. E dopo aver assassinato il fastidioso Pycelle – finalmente – e pure suo cugino Lancel – altro finalmente – condanna septa Unella, che tanto l’aveva vessata nella scorsa stagione, durante la prigionia, ad un destino peggiore delle pene dell’inferno.
E alla fine si autoproclama regina dei Sette Regni, sedendosi con fredda austerità sull’acuminato Trono di Spade.
Trono di Spade che Daenerys, dopo aver proclamato Tyrion Lannister Primo Cavaliere della Regina, si appresta a riconquistare. Che l’ultima scena ci avrebbe mostrato la sua flotta partire alla volta dell’occidente ci avrei messo entrambe le mani fra le fauci di un drago, ma mi sarei aspettato una breve apparizione degli Estranei, giusto per mostrarci in parallelo che il ghiaccio sta arrivando su Westeros da Nord come il fuoco sta arrivando da Est.
Ora l’occidente è stretto in una morsa: una morsa di Ghiaccio e di Fuoco. Perchè l’inverno è arrivato.