CARNAGE, arriva la serie adrenalinica [Recensione]

Pubblicato il 22 Giugno 2016 alle 11:25

Chi è il più pericoloso psicopatico dell’Universo Marvel? La risposta è solo una: Carnage! Ritorna l’agghiacciante Cletus Kasady con una serie a tinte horror scritta dal leggendario Gerry Conway e disegnata dal bravo Mike Perkins!

Nelle storie dell’Uomo Ragno ci sono spesso stati elementi ricorrenti. Per esempio, i cloni. Ma anche i cosiddetti simbionti hanno giocato un ruolo importante nelle saghe del signor Parker. Il primo fu Venom, alias Eddie Brock, che si unì al costume alieno trovato da Spidey durante le prime Guerre Segrete e che diede parecchi grattacapi al Tessiragnatele.

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Un altro celebre simbionte fu il terribile Carnage. Costui era Cletus Kasady, serial killer compagno di cella di Brock e da questi infettato. Esordì su Amazing Spider-Man e colpì i lettori per l’estremismo degli atteggiamenti.

Se infatti Eddie, pur instabile, agiva sulla base di precise motivazioni, Carnage era un folle che uccideva per il semplice gusto di uccidere. Non c’era possibilità di redenzione in lui e non poteva essere utilizzato come anti-eroe (malgrado la Marvel ci abbia comunque provato nel crossover Axis).

Ora è uscita la sua serie regolare e Panini Comics ne propone i cinque numeri iniziali, insieme a un prologo tratto da All-New All-Different Point One. E si può affermare che è interessante, anche e soprattutto per lo sceneggiatore, uno dei nomi storici del fumetto americano, il grande Gerry Conway, tornato di recente nel mondo dei comics dopo anni di attività in ambito televisivo. Come sanno i Marvel fan di vecchia data, Conway non è un autore qualsiasi e nella sua celeberrima run di Amazing Spider-Man sconvolse tantissimi fan.

Fu lui a ideare la story-line della morte di Gwen Stacy, a fare uscire di scena Norman Osborn e a introdurre character del calibro del Punitore e dello Sciacallo. Nel complesso firmò storie cupe e drammatiche e tra le sue idee ci fu anche quella di rendere John Jameson, il figlio astronauta di Jonah, un licantropo, l’aggressivo Uomo Lupo. John fa ora parte del cast di Carnage e la sua presenza non è affatto secondaria.

Cletus Kasasy è quindi in circolazione e, come suo solito, si sta rendendo responsabile di atroci delitti. John Jameson, sempre in grado di diventare lupo mannaro, decide di catturarlo con uno stratagemma.

Sono della partita Manuela Calderon, veterana della guerra in Afghanistan e unica sopravvissuta alla prima strage di Carnage, ed Eddie Brock che adesso è l’inquietante Toxin. Cletus odia Manuela per svariati motivi e cade nella trappola. Ma si può davvero essere al sicuro quando c’è uno come lui nei paraggi?

Buona parte della vicenda si svolge in una miniera abbandonata e le cose non saranno esattamente come sembrano. Se infatti in principio Conway pare voler giocare con i cliché dei fumetti d’azione, in seguito opta per l’horror. Carnage è, in effetti, un comic-book horror che si discosta dalle testate supereroiche della Casa delle Idee.

Non per niente, infatti, Conway tira in ballo il Libro del Darkhold e una setta che adora Chthon, una delle entità più malvagie del Marvel Universe.

Conway fa un buon lavoro e riesce a mantenere desta l’attenzione del lettore, narrando un’avventura contrassegnata da costante tensione. Descrive un microcosmo claustrofobico carico di minaccia che fa venire in mente i film di Alien. Si deve anche precisare che Conway si dimostra al passo con i tempi e non ha più lo stile di scrittura verboso dei seventies; anzi, il ritmo della story-line è veloce e adrenalinico.

Forse Carnage sarebbe stato migliore con una maggiore analisi psicologica dei personaggi che risultano schematici: Carnage è pazzo e basta, Eddie non è nemmeno lui tanto stabile, Manuela è la tipica donna tosta alla Sigourney Weaver e così via. Sono concepiti in una maniera funzionale a un tipo di fumetto violento e sopra le righe. Ciò non toglie, tuttavia, che le premesse della serie siano intriganti.

I disegni dell’inglese Mike Perkins che molti ricorderanno per Captain America del periodo Brubaker sono ottimi. Il penciler ha un tratto oscuro, sporco, di impostazione naturalistica e appropriato per una collana a forti tinte come questa. Il lay-out è creativo e i suggestivi chiaroscuri contribuiscono a rendere più inquietante la trama. Ovviamente dà il meglio di sé quando raffigura la mostruosità di Carnage, Toxin e l’Uomo Lupo. Nel complesso, si tratta quindi di una proposta editoriale da tenere d’occhio.

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