Orfani – Nuovo Mondo n. 9: Frammenti – Recensione
Pubblicato il 24 Giugno 2016 alle 19:24
Rosa, Cesar e Vincenzo proseguono la loro fuga alla ricerca di una via d’uscita dal Pozzo, il carcere di massima sicurezza nel quale sono stati confinati dal Governo del Nuovo Mondo. Ritrovano così il drone Host, trasformato in una letale macchina da combattimento e pronto ad aiutarli. La presidentessa Juric, però, ha sguinzagliato Sam sulle loro tracce e non si fermerà davanti a nulla pur di trovarli.
Ma gli androidi sognano pecore elettriche? è il titolo del racconto di Philip K. Dick dal quale è stato tratto Blade Runner, capolavoro del cinema di fantascienza diretto da Ridley Scott. Leggendo il nono numero di Orfani: Nuovo Mondo, vien da chiedersi se i droni sognino a 8 bit, come suggerito da uno dei “frammenti” narrativi che compongono la storia.
Albo peculiare questo scritto a quattro mani da Roberto Recchioni e Michele Monteleone. La trama orizzontale non si evolve granché, si tratta piuttosto di un patchwork stilistico che riunisce ben cinque disegnatori, coadiuvati dalle coloriste Alessia Pastorello e Stefania Aquaro, in un gioco di citazioni e riferimenti.
Le dicotomie e i rovesciamenti di prospettiva sono alla base dell’intera serie. In questo caso c’è un rovesciamento di codici linguistici e metanarrativi. Laddove una dinamica narrativa astratta funge spesso da metafora per il contesto più concreto, viceversa qui le sequenze astratte fungono da didascalia per la trama di superficie che, spesso, nel corso della serie, ha bisogno di essere decodificata.
Allo stile pittorico di Giulio Rincione vengono affidate le tre sequenze che omaggiano tre delle principali fonti d’ispirazione per la serie. Si parte con Romeo e Giulietta. Le strutture drammaturgiche delle opere shakespeariane sono archetipiche e universali. In questo caso, gli autori si divertono a dare un epilogo più ludico, action e reazionario alla vicenda dei Capuleti e Montecchi.
Segue un omaggio a Frank Frazetta, leggendario illustratore che si è cimentato sia con la fantascienza che con il fantasy, da Conan a John Carter, con frequenti contaminazioni western e horror. E’ il sogno di ogni gracile nerd perseguitato dai bulli quello di trasformarsi in Conan e dargli una lezione. E’ quanto succede al drone Host, non più un petulante assistente di protocollo ma una macchina da guerra.
Immancabile il riferimento a Star Wars alla cui componente fantasy viene sottratta quella fantascientifica ma i contenuti del momento topico della trilogia originale restano intatti. Il rapporto conflittuale padre-figlio e le dinamiche familiari più in generale che sorreggono l’intera saga generata da George Lucas sono centrali anche in Orfani.
Altra fonte d’ispirazione per le storie di Orfani sono i videogiochi. Oltre ad illustrare la vicenda principale che riguarda Rosa e compagni, Riccardo La Bella si occupa anche del sopracitato segmento in pixel art che rende omaggio ad un celebre caposaldo a 8 bit della storia videoludica e guarda con nostalgia agli anni ’80. E’ una sequenza riassuntiva che presenta un ottimo lavoro di sintesi e ironia.
Il cambio di prospettiva diventa parte integrante della trama nella scena disegnata da Luca Casalanguida. La presidentessa Juric vuole affidare la sua biografia ad uno scrittore che la denigra, convinta che cambierà idea su di lei.
Lo scontro sanguinario tra Sam e un gruppo di rivoltosi viene messo in scena da Antonio Fuso che passa da un tratto spigoloso, concreto e realistico a una stilizzazione bicromatica fatta di sagome in movimento. Ancora una volta, la sequenza introspettiva viene affidata a Werther Dell’Edera. Viene citato Cuore di tenebra, il racconto di Joseph Conrad che ha ispirato, tra l’altro, Apocalypse Now di Francis Ford Coppola.
Entrambe le opere sono una metafora di un viaggio nei meandri oscuri del proprio animo. Qui il contrasto dicotomico è tra la figura demoniaca di una Sam infantile e la sua controparte adulta che, pur nella sua minacciosa armatura nera, appare ora innocente e spaventata.
Una volta tanto i lettori non dovranno andare a caccia di citazioni perché sono già esposte, tese ad eviscerare il sottotesto in maniera giocosa, mai pedante, rendendo il doveroso tributo a quelle opere della cultura popolare propedeutiche per gli autori della serie.