Preacher vs Outcast: il Male che diverte e spaventa
Pubblicato il 16 Giugno 2016 alle 13:00
I demoni sono tra noi: le serie tv Preacher e Outcast sono adattamenti televisivi di due fumetti. Entrambi gli show hanno in comune il misticismo, la religione, la ricerca del Bene e del Male, con la sola differenza: Preacher diverte, Outcast spaventa.
Il 2016 è già annunciato come un anno “demoniaco”: The Conjurying 2 approderà nei cinema questa estate, mentre per vedere l’adattamento televisivo di The Exorcist si dovrà attendere questo autunno.
Alla lista si aggiungono Outcast e Preacher, due serie tv di genere, che si occupano di temi simili ma che sono una l’opposto dell’altra, tratte entrambe da fumetti di cult mediamente conosciuti tra il pubblico.
Il genere horror religioso da tempo affascina il pubblico del piccolo e del grande schermo. Fin dai tempi più remoti, l’uomo ha sempre avuto il bisogno di aggrapparsi a qualcosa e credere in un essere superiore che possa aiutarlo e dargli la forza per andare avanti.
Il Bene e il Male sono due facce della stessa medaglia: ci spaventa, ci terrorizza, ci può dare conforto, in ogni caso l’ignoto affascina.
Poi, ogni regista, fumettista o scrittore riporta in scena le forze sovrannaturali come meglio crede. Entrano quindi in gioco altri elementi. La paura del Bene e del Male si trasforma ed evolve, così attraverso personaggi fittizi che vediamo sullo schermo, riscopriamo i nostri timori primordiali.
Ecco un confronto tra Outcast e Preacher, le nuove serie tv pronte a diventare già dei piccoli cult.
–
Preacher: viaggio alla ricerca di Dio
Tormentato, ironico, spregiudicato: Jesse Custer è un predicatore proveniente da una piccola cittadina del Texas. Posseduto per caso da una creatura sfuggita dal Paradiso chiamata ‘Genesis’, Custer scopre di avere un grande potere.
Desideroso di conoscere di più sulla sua nuova natura, Jess intraprende un viaggio per cercare letteralmente Dio. Con lui si uniscono Tulip, la sua ex ragazza, e Cassidy, un vampiro irlandese alcolizzato.
Preacher è l’adattamento televisivo dell’omonimo fumetto cult, creato dallo scrittore Garth Ennis e dal disegnatore Steve Dillon, e pubblicato negli Stati Uniti dal 1995 al 2000 da Vertigo e DC Comics, in 75 volumi totali per 9 albi.
La serie tv funziona, non solo perché il suo adattamento è fedele all’originale cartaceo, ma anche per la scelta degli attori molto simili ai personaggi rappresentati nel fumetto, e per i temi proposti che riescono a far centro nello spettatore, coinvolgendolo e divertendolo.
Pur distaccandosi a tratti dalla sua opera originale (è pur sempre una serie composta da 10 episodi), Preacher non perde di vista la trama originale e riesce a snodarsi in altre storie, piccole, ma comunque legate al suo protagonista principale.
Il Preacher interpretato da Dominic Cooper è sfacciato, tormentato, contemplativo ma ironico. Sicuro di sé, spaventato dal suo potere che inconsciamente sente crescere dentro di lui, Jesse Custer è un personaggio perfetto per una serie tv che osa mettere in discussione il tema mistico religioso.
Già lo sviluppo di Preacher per il piccolo schermo è stato ostacolato molto in precedenza ed è facile capire il perché: il fumetto mostra un’ambivalenza tra sacro e profano, religione e blasfemia, insomma temi abbastanza scottanti da portare in televisione ed adattarli ad un pubblico maturo.
Oltre allo splatter, la violenza gratuita e le battute che escono dalla bocca del vampiro Cassidy (occhio che a volte ruba la scena al protagonista stesso), Preacher racconta un viaggio alla ricerca di Dio. Che sia letterale o figurativo, è lo stesso percorso che compie ognuno di noi verso il divino.
In Preacher il Male diverte ed è ironizzato al punto da trasformarsi in un horror soprannaturale che dona speranza di redenzione a tutti, anche alle creature sfuggite dal Paradiso.
Nella pagina seguente Outcast
–
Outcast: l’Inferno sono gli altri
Personaggio tormentato anche Kyle Barnes, ma in modo diverso. L’uomo vive da “reietto” nella cittadina fittizia di Rome, Virginia, per sfuggire a un passato costellato da possessioni demoniache che hanno colpito lui e la sua famiglia.
L’incontro con il reverendo Anderson, che lo aiutò da bambino, convince Kyle a tornare a riaffrontare quei demoni allo scopo di aiutare un ragazzino posseduto.
In apparenza, Kyle sembra non avere nessun legame con quest’ultimo, ma dopo l’esorcismo si rende conto che il suo sangue ha un effetto repellente sui demoni. Insieme ad Anderson, l’uomo cercherà di capire la connessione tra le manifestazioni demoniache e il ruolo che esse hanno.
Se in Preacher il Male poteva divertire, in Outcast c’è invece l’altra faccia del Diavolo. Dark, horror, spaventoso: le possessioni demoniache non sono mai state così terrificanti e dotate di tale realismo da farci ricordare un classico come L’Esorcista.
Outcast è l’adattamento dell’omonimo fumetto di Robert Kirkman (ideatore anche della serie) e illustrato da Paul Azaceta, pubblicato dal 2014 negli Stati Uniti da Image Comics, e in Italia da saldaPress a partire dal 2015 col titolo di Outcast – Il reietto.
Anche in questo caso, la serie tv è stata trasportata fedelmente dalla sua versione cartacea, sebbene si delinea in altre sotto-trame per riempire tutti i 10 episodi che compongono la prima stagione. Outcast è un horror ma anche un thriller soprannaturale, in grado di terrorizzare il pubblico.
I temi si espandono, si va oltre il senso mistico-religioso della ricerca del divino. Kyle Barnes è un personaggio oscuro e tormentato, che invece di rincorrere il suo Paradiso, cerca di sfuggirne per tornare a condurre una vita normale, per quel che si può.
Anche Kyle quindi intraprende un viaggio spirituale come Jesse Custer, ma il suo è un percorso inverso. Contrariamente, il reverendo Anderson crede di essere un soldato al servizio di Dio il cui compito è liberare le persone dalle forze del Male.
Ma il Diavolo non si nasconde solo dentro le persone; a volte sono esse stesse creature malvagie che vivono nel loro Inferno.