L’intervista completa tra Togashi e Ishida su “La Storia di Hisoka”
Pubblicato il 9 Giugno 2016 alle 15:00
Di seguito vi riportiamo la traduzione dell’intervista rilasciata da Yoshihiro Togahi, autore di Hunter x Hunter e Sui Ishida (Tokyo Ghoul), il quale ha da pochissimo pubblicato “La Storia di Hisoka” su “Shonen Jump +”. Si ringrazia Marco Puglia, per la gentile collaborazione.
Non ci rimane altro che metterci all’ascolto.
Innanzitutto lasciatemi fare chiarezza su come Ishida Sui è giunto a visitare Yoshihiro Togashi sul suo posto di lavoro per parlare con lui per la prima volta.
Togashi Yoshihiro (To): Sì.
Precedentemente quando lo spinoff “Tokyo Ghoul JACK” stava per essere serializzato sul predecessore di “Shonen Jump+”’ vale a dire “Shonen Jump LIVE”, considerato il notevole successo riscosso, fu chiesto a Ishida se fosse stato così gentile da disegnare un altro manga per l’attuale servizio online.
Nel bel mezzo della discussione salta fuori che Ishida è un grandissimo fan delle opere di Togashi e in particolare un personaggio lo intriga più di tutti: Hisoka.
L’idea di un manga disegnato da Ishida incentrato sul misterioso prestigiatore catturò a fondo la curiosità degli editori e così tutto ebbe inizio.
Ma cosa avrebbe pensato Togashi stesso di una proposta del genere? Con grande sorpresa grazie all’editore del celebre mangaka fu chiarito il suo totale assenso riguardo il progetto.
Con ciò Ishida, volendo onorare col suo contributo l’opera di Hunter x Hunter, chiese espressamente a Togashi se egli avesse qualche idea riguardo il passato di Hisoka, in modo da espandere la storia dal suo incipit. Ma l’autore gli diede carta bianca, precisando che poteva disegnare il personaggio come meglio preferiva.
Così l’euforia travolse il volenteroso Ishida, dato che Togashi fu tanto gentile da “obbligarlo” a svolgere il compito e in questo modo iniziò il lavoro sul progetto lungo la serializzazione.
Ora Ishida con la storyboard terminata si appresta a fare visista a Togashi un’altra volta.
Ishida Sui (Ishi): Vi ho fatto attendere abbastanza a lungo in quanto volevo mostrarvi la storyboard nella sua completezza.
To: No, no. Stavi disegnando anche il tuo fumetto regolare, non potevi farne a meno. Ho letto la storia ed è davvero bella. Non pensavo potesse arrivare fino a questo punto mi ha sorpreso molto.
Ishi: Sin dall’inizio di questo progetto ho sempre avuto la storyboard fissa nella mia testa costantemente, ma dentro di me la tensione andava crescendo sempre di più, dato che ero conscio che l’avrei dovuta mostrare al maestro Togashi in persona, per il quale provo molto rispetto. Dunque volevo evitare ad ogni costo di presentargli qualcosa di misero e poco curato, e allo stesso tempo volevo costruire il mio punto di vista dentro “Hunter x Hunter” e moltissime altre cose mi tennero in pensiero a lungo – mi ostacolò davvero (ride). Ho speso un anno intero facendo due passi in avanti e uno indietro.
To: Considerato che “Hunter x Hunter” è quel tipo di opera, che a un certo livello può mischiarsi con qualsiasi visione del mondo non mi sarebbe affatto dispiaciuto il fatto che tu avresti creato liberamente una sceneggiatura. Riguardo il manoscritto – questo è disegnato con grande una cura del dettaglio. Non è come uno schizzo o un abbozzo.
Ishi: Sì, normalmente non disegno così …
Questa è una storia incentrata su Hisoka, ma è davvero lui il tuo personaggio preferito di “Hunter x Hunter”?
Ishi: Esatto. Quando frequentavo le scuole medie, la prima scena di un manga che copiai fu proprio quella in cui Hisoka si lascia cadere i capelli dopo essersi fatto il bagno in seguito alla battaglia all’Arena Celeste. Era così bello da vedere che ho deciso di disegnarlo (ride).
To: È vero, anche a me piace quando un personaggio coi capelli pettinati all’indietro li fluire scorrere verso il basso. Quella scena fu influenzata dal personaggio principale di “Shounan Bakusouzoku” il quale ha una pettinatura Pompadour. Era così figo che quando lasciò cadere i suoi capelli decisi di inserirlo nel mio manga. Per “Yuu Yuu Hakusho” (Yu Yu degli Spettri) vale lo stesso.
Chrollo da “Hunter x Hunter” ha una scena simile, vero?
To: Tra i personaggi di “Tokyo Ghoul”, mi piace Juuzou, è il migliore. Mi piace anche Hisoka, sono due tipi simili: un po’ pazzi, dato che provano piacere nel ferirsi. Farò in modo che continui a ferirsi per bene in “Hunter x Hunter” (ride).
Ishi: Non vedo l’ora (ride). All’inizio dei lavori, ero solito disegnare delle bozze, che finii per non terminare e successivamente per scartare, non apprezzandole. E così finii per perdere di vista il lato divertente di tutto ciò. Stavo prendendo le cose troppo seriamente, credo. Dissi addirittura ai miei editori che forse non sarei più stato in grado di fare fumetti. Ed essi risposero “Sentire Ishida dire queste cose dopo essere entrato in contatto col talento di Togashi ci rende felici”. La mia reazione fu del tipo “Cosa vi salta in mente di dire quando sono così sconvolto?” (ride). Credo che i miei editori mi vogliano bene, ma in quel momento mi sembrò di non avere alleati.
È solo l’affetto dei tuoi editori, probabilmente (ride).
To: È vero – lo stato più spaventoso di un mangaka è quando scorda il perché è divertente.
Ishi: È davvero così. Era come trovarsi nel bel mezzo di una coltre di nebbia. Iniziai persino a pensare che un lavoro collegato a un’opera di Togashi non facesse per me.
Quando stavi pensando alla storyboard, leggevi un sacco “Hunter x Hunter”, non è vero?
Ishi: Sì è vero. Mi segnavo tutte le pagine in cui Hisoka appariva e provavo a intuire lo schema dei simboli nelle sue vignette…
To: Le scelgo per intuizione (ride).
Ishi: Non hai regole?
To: Non proprio. Hisoka sceglie il cuore solo con le persone che gli piaciono. Non ho idea di come differiscano i quadri dai fiori.
Ishi: I quadri sono spesso utilizzati quando Hisoka è serio, i fiori quando sta riflettendo su qualcosa.
To: Considerato che scelgo secondo la mia intuizione è possibile che inconsciamente abbia creato quegli schemi.
Ishi: Hisoka è un personaggio davvero misterioso, così disegnarlo è davvero difficile. Stavo cercando indizi in dettagli come quello.
To: È davvero fondamentale il quantitativo di stravaganza, che si riesce a portare alla luce in Hisoka.
Il massimo è quando io voglio che faccia qualcosa ed egli è meno propenso ad accontentarmi. È più facile fare un passo indietro e non pensare a niente – poi si muoverà da solo. Vale lo stesso con la storia principale – io creo solo il contorno, l’ambiente, l’organizzazione degli scontri e lascio i movimenti di Hisoka a Hisoka stesso. Poi il suo personaggio schizzerà fuori da me.
Ishi: Hai ragione, lo posso vedere saltare fuori giusto con la mia immaginazione. (ride).
To: Ma in genere cerco di mettergli i freni.
Ishi: Oh, davvero l’hai fatto?
To: Hisoka avrebbe fatto di più, ma in certi punti i freni li ho messi a me stesso. E me ne pento un po’.
Togashi-sensei, quando scrivi il tuo manga, ci sono volte in cui non riesci a controllare i tuoi personaggi?
To: Credo che i manga siano più interessanti quando i personaggi non sono sotto controllo. Quando scrivo i manga, penso a un contorno poco delineato. Ma quando scrivo per davvero, i personaggi qualche volta dicono cose che si distaccano nettamente dalla storyline alla quale avevo pensato. Ma penso che questa linea gli stia davvero bene e così dovetti distaccarmi dalla storia originale. Ma quando accade credo sia molto interessante.
Togashi-sensei, che impressione si è fatto dopo aver letto la storyboard di Ishida-sensei?
To: Alla fine, Hisoka usa la Dokkiri Texture per trasformare un fazzoletto e nascondervi la faccia del cattivo, ma avevo pensato di usare quella tecnica più tardi nella storia principale. Così ho pensato che Ishida-san ha proprio un buon senso nell’utilizzo del Nen.
È davvero interessante come due persone diverse abbiano la stessa intuizione.
Inoltre,credo anche che il cattivo di Ishida-san sia ben realizzato. Non solo questo personaggio, ma tutti, oltre alla buona atmosfera. Credo si possa avere un’idea di quale manga abbia letto e quali figure gli piacciano, ma persino il suo vecchio uomo severo ha una sua bellezza.
Questo è qualcosa di raggiungibile solo tramite del duro lavoro solitario. I suoi scontri danno anche un senso di velocità davvero particolare.
Ishi: Grazie…
To: All’inizio c’era una scena in cui Hisoka sta giacendo per terra – hai lasciato il motivo ambiguo di proposito?
Ishi: Sì. Ho deciso precisamente di non disegnare lo sfondo per la prima scena.
To: Questo fa davvero riflettere i lettori.
Ishi: Tra i bozzetti scartati ce n’era uno che parlava dell’ambiente infantile di Hisoka – qualcuno lo vedeva provenire da un ricca famiglia ed altri da una povera. Ma mi sono sentito veramente a disagio riguardo a ciò. Hisoka è il tipo di personaggio che non parla del proprio passato – sentii come se il più presto possibile lo realizzassi più non sarebbe stato Hisoka
To: È vero. Scavare nel passato di un personaggio è difficile. Non importa quale storia tu stia raccontando, non andrà oltre l’immaginazione del lettore. Piuttosto di farla chiara e ben delieata è più interessante lasciare il senso del mistero alle cose.Nella storyboard di Ishida-san, è divertente immaginare perché Hisoka si trovi per terra. Sono davvero felice che tu abbia fatto questa scelta.
Ishi: Togashi-sensei, hai qualche idea del passato di Hisoka?
To: No, non ne ho. È per questo che ho cercato di non pensarci. Ma ora credo che un giorno potrei anche scrivere di un passato di poco precedente al manga di Ishida. Decidere quanto andare indietro è difficile.
Ishi: Mi piacerebbe davvero.
To: Credo che la mia età mentale si sia fermata da qualche parte tra il secondo anno delle scuole medie e il secondo anno delle superiori (ride). Credo che mi piacerebbe scrivere di Hisoka intorno a quell’età. Se invece avessi scritto di un periodo ancora precedente avrei dovuto parlare di cose come la sua famiglia, che tipo di genitori aveva – credo che avrebbe richiesto un po’ troppe spiegazioni.
Ishi: Questa è la mia idea… Ma non posso davvero immaginare Hisoka con un padre. Non sembra avere alcuna influenza esercitata da un padre.
To: Nel manga ho scritto finora, che tutti i personaggi (protagonisti inclusi) hanno varie situazioni familiari – molti di essi hanno genitori singoli. Nonostante ciò entrambi i miei genitori sono ancora vivi e in salute, e la mia situazione familiare è tipica (ride). Ma quando scrivo manga funziona in quella maniera, specialmente con personaggi che devo disegnare a lungo. Dunque, credo che i genitori siano d’intralcio in una storia di un manga.
Ishi: È vero, ho anche avuto momenti in cui ho pensato che i genitori fossero d’intralcio in ogni storia. In “Star Wars” gli adulti che hanno cresciuto il personaggio principale vengono uccisi subito, e in “Gundam” la storia inizia quando i genitori muoiono e il protagonista deve lasciarli. Ho avuto questa vaga idea per lungo tempo, c’è addirittura una specie di teoria: quando scrivi una storia è meglio che i genitori non ci siano più.
To: Sì. È perché i genitori in una storia sono solo lì per opporsi a ciò che il protagonista fa. Per esempio Gon in “Hunter x Hunter” sarebbe negli ultimi anni delle scuole medie del mondo reale. Se avesse avuto dei buoni genitori, essi non lo avrebbero mai lasciato partire per un viaggio così pericoloso. Quando la pensi così i genitori sono davvero un ostacolo (ride). Così ho pensato sarebbe meglio se non avesse genitori coi quali iniziare. Infine diventò una storia della ricerca di suo padre decisa sul concetto di fare del genitore (Gin) una persona orribile.
Ishi: Capisco….!
To: A proposito, dopo aver letto il manga di Ishida-san ho pensato che avrei scritto un manga riguardo il passato di Hisoka connesso alla prima scena del medesimo. Non so quando potrebbe accadere (ride).
Ishi: ……. !
È… già un’idea!
To: Dopo averlo letto ho sentito per davvero come connettersi qualcosa a quell’apertura. Se Ishida-san non ha davvero alcuna idea di cosa possa essere accaduto a Hisoka da farlo giacere a terra e se va tutto bene, credo che mi piacerebbe disegnarlo. C’è da pensare anche che mi piacerebbe giocare con la troupe del circo.
Ishi: Ero preoccupato nel realizzare questa storyboard, così sono davvero onorato e felice di averne potuto parlare così al Maestro.
To: Non aspettarti troppo (ride). Nel caso lo disegnassi te lo mostrerei.