Cerebus – Alta Società
Pubblicato il 26 Maggio 2011 alle 00:00
Cerebus – Alta Società
Autore: Dave Sim (testi e disegni)
Casa Editrice: Black Velvet
Provenienza: USA
Prezzo: € 30,00, 16,5 x 24, pp. 520, b/n
Recensione
Quando si discute del fumetto americano degli anni ottanta e delle opere che lo hanno rivoluzionato e svecchiato, la lista è più o meno sempre la stessa: si citano Watchmen di Alan Moore e Dave Gibbons, Maus di Art Spiegelmann, Dark Knight di Frank Miller, Love & Rockets dei fratelli Hernandez e qualcos’altro. E c’è anche un ulteriore, fenomenale esito creativo, per molto tempo assente nel mercato nostrano: Cerebus di Dave Sim.
La traduzione italiana di uno dei più importanti story-arc di questa mitica serie che consta di trecento puntate, pubblicate in America dal 1977 al 2004 e raccolta in sedici volumi, è qualcosa che, personalmente, considero un evento per l’editoria a fumetti del nostro paese e lodare la Black Velvet per avere avuto il coraggio e la sensibilità di compiere tale scelta è il minimo che si possa fare.
Il canadese Dave Sim è, senza ombra di dubbio, uno dei più grandi, rivoluzionari e innovativi artisti del comicdom anglosassone. Ma è stato pure un autore scomodo. Innanzitutto, per la sua tempra polemica e al vetriolo che lo ha spesso messo nei guai. I suoi giudizi spietati nei confronti del fumetto mainstream, in particolare quello Marvel, sono proverbiali. A farne le spese, per esempio, fu il povero Chris Claremont che, secondo Sim, era la quintessenza del fumetto commerciale e fu oggetto di impietosi attacchi. Chris, comunque, si vendicò inventando il farsesco demone Sy’m, nemico di Illyana Rasputin; in pratica, la caricatura dell’autore di Cerebus. Ma non divaghiamo.
Prima di tutto, chi è Cerebus? È un oritteropo antropomorfo, rissoso e attaccabrighe, che vive in una specie di mondo arcaico popolato da homo sapiens e che, almeno in principio, era protagonista di avventure che volevano essere una parodia dei comic-book fantasy stile Conan The Barbarian (e, in effetti, nei primi episodi il personaggio si faceva chiamare Cerebus il Barbaro). Ciò che, però, già rendeva il serial anomalo era il concetto di base: Sim, infatti, intendeva raccontare l’intera biografia dell’eroe, dalla giovinezza alla maturità fino alla fine dei suoi giorni. In poche parole, i trecento episodi della saga costituiscono un’unica, lunghissima, complessa storia la cui vastità è degna di un romanzo.
Tuttavia, è con la story-line intitolata ‘High Society’ che Sim ingrana la quarta e trasforma Cerebus, da semplice comic-book satirico, in una avvincente e sperimentale opera caratterizzata da una miriade di influssi espressivi. Ed è questa leggendaria sequenza che il lettore avrà modo di apprezzare nel volume della Black Velvet.
Cerebus giunge nella città di Iest, dopo aver fatto per molto tempo il mercenario. In possesso di un bel gruzzolo di denaro, vuole cambiare status sociale, spinto dall’ambizione. Ma non sospetta che tale obiettivo lo coinvolgerà in una intricata serie di macchinazioni politiche. È, infatti, tempo di elezioni, e le varie fazioni che aspirano ad ottenere il controllo del territorio non se ne staranno con le mani in mano.
Sim realizza una satira crudele della politica americana, nonché dei meccanismi che la condizionano. Prende di mira l’economia, le lobbies, persino gli aspetti più meschini degli esseri umani, pronti a sacrificare qualsiasi affetto pur di ottenere vantaggi materiali. Non si salva neanche la religione e meno che mai la Chiesa e i suoi rappresentanti. In poche parole, con il pretesto di uno sfottò dei cliché fantasy, Sim compie una analisi, in chiave metaforica, dell’Occidente e delle sue pulsioni più discutibili.
Riflessioni sul denaro, sulla propaganda, sui metodi di persuasione delle masse: sono solo alcuni degli elementi presenti in Cerebus – Alta Società. I testi, però, non sono pedanti, anzi. Sim è abilissimo con i dialoghi spassosi e con le didascalie sempre inventive. Inserisce, per giunta, numerosi stilemi provenienti da vari ambiti comunicativi: documenti, stralci di diario, sceneggiature. E non mancano influenze dei fumetti dei super-eroi, sempre, però, utilizzate con finalità provocatorie. È il caso di Moon Roach, palese caricatura (veramente cattiva) del Moon Knight marvelliano (e della stessa Casa delle Idee). Così come non manca il sarcasmo nei confronti delle convention fumettistiche, dei comics-fan o dei patiti del genere sword & sorcery (basti pensare all’Elfa del Regency, delineata in maniera a dir poco grottesca).
Se i testi sono di alto livello, i disegni di Sim non sono da meno. Curato, elegante, con un suggestivo bianco e nero, il tratto dell’autore è perfetto per rappresentare tutte le situazioni della trama, nonché le variegate ambientazioni: è sufficiente riflettere sulle architetture di Iest, sulla cura certosina dei dettagli degli interni, senza trascurare la forte dinamicità del flusso dell’azione da una vignetta all’altra. Inoltre, ogni tavola ha un’invenzione intrigante: lay-out di forma particolare si alternano con pagine che impongono percorsi di lettura tortuosi (alcune bisogna addirittura leggerle capovolgendo il libro!): in poche parole, Cerebus è il frutto di un meraviglioso periodo creativo, quello degli anni ottanta, come scrivevo all’inizio, in cui alcuni cartoonist percorrevano, forse inconsapevolmente, nuove strade creative. Sim è uno di questi. E Cerebus il suo capolavoro. Un capolavoro ancora oggi spiazzante, sconcertante, di straordinaria contemporaneità, e (lo ripeto) scomodo, sia per le affermazioni di Sim, sia per la sua eversione concettuale. Se non lo conoscete, colmate la lacuna. Non ve ne pentirete.