Nichel: a caccia nel gulag, un esordio vincente [Recensione]
Pubblicato il 7 Giugno 2016 alle 11:25
Nichel è l’esordio nel mondo del fumetto della collana Mimesi. Un lavoro che traccia una linea continua tra reale e irreale.
È sicuramente una bella sfida quella che lanciata dalla Villaggio Maori Edizioni, casa editrice di Catania che ha appena dato alla luce la collana Mimesi, la quale ha aperto le porte al mondo del fumetto.
Questo battesimo si è avuto con la graphic novel Nichel – A caccia nel gulag, graphic novel scritto dal catanese Massimo Vinci e disegnato da Alessio Maggioni.
Siamo in Unione Sovietica nel 1953, nel gulag di Norillag la protesta non violenta dei detenuti viene repressa nel sangue provocando centinaia di morti e feriti. A pochi mesi dalla rivolta, un piccolo numero di uomini: i Lupi decide di mettere definitivamente fine ad ogni forma di dissenso.
Ha inizio una macabra caccia, destinata a protrarsi per anni, all’interno della più grande miniera di nichel del mondo. In Russia nel 2014, Alexander Ljachov, ex agente del KGB, si reca a Noril’sk (prima conosciuta come Norillag) alla ricerca del segreto che gli permetterà di mettere sotto scacco lo Zar e porre fine al suo esilio forzato.
Vinci e Maggioni elaborano in maniera davvero interessante una sorta di fumetto storico. In Nichel troviamo sia elementi storici (la città di Noril’sk esiste davvero e si trova in Siberia, nel 1953 la rivolta non violenta soppressa nel sangue è stata una delle tragedie che colpì l’Unione Sovietica in quegli anni) che non, come ad esempio i “Lupi” che sono invece il frutto dell’invenzione degli autori. Questa dualità storica/immaginaria confluisce all’opera un carattere originale, rendendola né banale, né piatta.
Bella anche l’idea del “salto temporale” messo in scena dall’autore: si parte dagli anni ’50 fino ai giorni nostri, con un accenno agli anni ’80.
Questo riesce a dare un senso di dinamicità e movimento a tutto il lavoro, che altrimenti sarebbe risultato un semplice racconto fine a sé stesso; in tal modo, invece, il lettore prende parte al fumetto quasi in prima persona vedendosi catapultano nei diversi periodi storici.
Graphic novel da leggere tutta d’un fiato, arricchita dai disegni di Maggioni che seppur grezzi e dai contorni poco chiari, esaltano quel senso di alienazione mista ad angoscia che la gente provava nella Russia di quegli anni.
Un esordio dunque positivo per la collana Mimesi, la quale ha già in cantiere altri due fumetti da pubblicare.