Suiciders e l’orrore della società contemporanea secondo Lee Bermejo! [Recensione]
Pubblicato il 1 Giugno 2016 alle 15:25
E’ possibile trasformare una spietata lotta per la sopravvivenza in uno show mortale? Certamente sì e avviene nell’allucinante universo distopico di Suiciders, dirompente serie Vertigo scritta e disegnata dal bravissimo Lee Bermejo!
I fan del fumetto americano certamente conoscono Lee Bermejo, acclamato autore di opere dirompenti del calibro di Joker, Luthor, Batman/Deathblow e Before Watchmen: Rorschach, da lui illustrate su testi di Brian Azzarello; e di Global Frequency, ideata da Warren Ellis, giusto per citarne alcune.
Attualmente è impegnato con l’interessante We Are Robin, ennesimo comic-book facente parte della Bat-family, e con Suiciders, testata da lui scritta e disegnata per la Vertigo.
La divisione editoriale adulta della DC è stata da un po’ di tempo ridimensionata, forse in attesa di un rilancio, e bisogna ammettere che non ci sono state proposte davvero significative, a parte Sandman Overture di Neil Gaiman e poco altro.
E nel discorso può essere inclusa appunto Suiciders, i cui primi sei episodi vengono ora tradotti da Lion in volume.
La storia si svolge in un futuro che definire apocalittico è un eufemismo e per la precisione a Los Angeles; o meglio, a ciò che ne rimane.
Il Big One, il terremoto da tutti temuto, si è infatti verificato e buona parte della città è stata distrutta. Dalle sue ceneri è nata New Angeles, agglomerato urbano popolato da persone che tutto sommato vivono in relativa agiatezza.
Ai margini di New Angeles ci sono però poveri disadattati che cercano in tutti i modi di entrare in città e che le autorità trattano alla stregua di clandestini.
Ma questo è lo sfondo della narrazione. Bermejo si concentra su un gioco terribile. Una specie di lotta senza esclusione di colpi che si conclude con l’uccisione di uno dei lottatori. Costoro vengono definiti Suiciders, anche perché il gioco è, appunto, mortale.
Il più famoso e acclamato Suicider, nonché uno dei protagonisti principali della serie, è il Santo. Finora non ha mai perso un incontro ma si intuisce sin dal principio che ha parecchie cose da nascondere. Del resto, non sappiamo nulla sua reale identità e sul suo passato.
Una giornalista scopre alcuni dei suoi segreti dopo aver trascorso una notte con lui e viene uccisa. Questo omicidio costituisce l’inizio di un’allucinante sequela di avvenimenti che coinvolgono manager senza scrupoli, lottatori ingenui che cercano un futuro migliore, reporter ansiosi di scoop che si rendono conto di essere finiti in un intrigo mortale e così via.
Suiciders è un fumetto violento, hard-boiled nell’impostazione; sebbene l’ambientazione possa essere considerata lievemente fantascientifica, sul genere di certi film di John Carpenter, in realtà Suiciders è uno splendido noir.
Da questi sei episodi si comprende che Bermejo intende delineare una story-line complessa, ricca di misteri e inaspettati colpi di scena.
I testi sono intensi e introspettivi e hanno un’espressività chandleriana che li rende coinvolgenti. Suiciders è inoltre da giudicare in maniera positiva anche grazie ai disegni e coloro che già conoscono le doti illustrative di Bermejo non se ne stupiranno.
Le tavole hanno un lay-out inventivo e l’autore ci sorprende con splendidi giochi d’ombra e uno stile realistico e dettagliato che ha del prodigioso.
Vanno citati pure i colori di Matt Hollingsworth che con le sue scelte cromatiche impreziosisce ulteriormente l’arte di Bermejo.
Opta per sfumature dark, perfette per un noir ambientato in un contesto urbano sporco, squallido e inquinato come New Angeles; ma in alcune tavole si concede un cromatismo più esasperato che rende davvero imprevedibile la lettura.
Suiciders è senza dubbio una delle proposte migliori attualmente in corso di pubblicazione e fa ben sperare per il futuro della Vertigo.
Con il pretesto di un thriller, Bermejo ci sbatte in faccia l’orrore della società contemporanea contaminata dalla violenza onnipresente nei media e nella vita di tutti i giorni e compromessa dalla paura nei confronti dello straniero e del diverso. Se volete provare quindi un’opera non banale, Suiciders è ciò che fa per voi.