The Nice Guys – Recensione

Pubblicato il 3 Giugno 2016 alle 23:03

Los Angeles, 1977. L’investigatore privato Holland March viene ingaggiato per ritrovare una pornostar già deceduta e scopre che una ragazza scomparsa di nome Amelia Kutner potrebbe essere coinvolta nel caso. Jackson Healy, ex-poliziotto, ora picchiatore, è stato incaricato dalla stessa Amelia di tenere Holland alla larga. I due si ritrovano loro malgrado a fare squadra per sventare un enorme complotto.

The Nice Guys

Shane Black è il re dei buddy movie. Per i neofiti, si tratta di quei film che hanno per protagonisti una coppia di amici, “compagnoni”, spesso poliziotti, antitetici e complementari, che devono risolvere un qualche caso spinoso tra action e gag comiche. Black ha scritto il primo Arma Letale, pietra miliare del genere, lavorando anche alle sceneggiature dei sequel. Ha sceneggiato L’Ultimo Boyscout, Last Action Hero, ha esordito alla regia con Kiss Kiss Bang Bang, con Robert Downey Jr., che ha nuovamente diretto in Iron Man 3, al quale pure ha dato una forte impronta “buddy movie” suscitando polemiche tra i fan.

The Nice Guys ricalca per scrittura dei personaggi e struttura L’ultimo Boyscout che aveva per protagonisti Bruce Willis e Damon Wayans Jr.. Per la riuscita di un film di questo genere è ovviamente fondamentale assortire la coppia giusta. Qui abbiamo Russell Crowe, un gladiatore imbolsito, gentile e violento al contempo, e un Ryan Gosling damerino, dallo stomaco delicato, l’esatto opposto del duro interpretato in Drive. Sua figlia, la promettente Angourie Rice, non lo stima e si dimostra più sveglia di entrambi i detective.

I due protagonisti si muovono in un’ambientazione noir e la ricostruzione della trasgressiva Los Angeles anni ’70 è accattivante, sorretta da una colonna sonora che raduna numerose hit dell’epoca. La sceneggiatura propone al pubblico un rovesciamento di prospettiva non dissimile da quello operato in Iron Man 3. In questo caso, la posizione moralista nei riguardi del porno diventa improvvisamente liberale contro ogni perbenismo e ipocrisia. A sostenere questa dicotomia sono Kim Basinger (che ritrova Crowe dopo L.A. Confidential), nel ruolo di un ufficiale del dipartimento di giustizia, e Amelia, la ragazza scomparsa.

A partire da una sequenza d’apertura da antologia, il film inanella una serie di gag slapstick esilaranti, che restano sul confine tra il surreale e il demenziale. Fondamentale la chimica esplosiva tra i due protagonisti, fantastici nei dialoghi, con alcune battute memorabili, e nella mimica corporea e facciale. Non sono azzardati i paragoni con grandi coppie comiche che hanno fatto la storia del cinema, quali Gianni e Pinotto, Gene Wilder e Richard Pryor o i nostri Bud Spencer e Terence Hill. L’azione è più centellinata ma sempre gustosa e ben coreografata con un pizzico d’exploitation sempre divertito e mai disturbante. L’epilogo si svolge a Natale, periodo dell’anno immancabile in tutti i film di Black.

Qualche maligno dirà che Shane Black fa sempre lo stesso film. Forse è vero ma, finché lo fa così bene, ben venga. In attesa di vedere cosa tirerà fuori con Doc Savage, eroe pulp precursore di Superman, e con il nuovo episodio di Predator, correte al cinema a gustarvi The Nice Guys. Questo è il vero, puro, genuino, grande cinema d’intrattenimento americano.

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