Spidey: le primissime avventure del giovane Peter Parker [Recensione]

Che cosa è successo al giovane Peter Parker durante i suoi primi giorni di vita nei panni dell’Uomo Ragno? Ce lo rivela Robbie Thompson nel primo numero di Spidey, nuova serie Marvel disegnata da Nick Bradshaw!

L’operazione All New All Different Marvel non poteva non coinvolgere l’Uomo Ragno, uno degli eroi più rappresentativi e amati della Casa delle Idee. La linea editoriale del signor Parker è attualmente composta da numerose serie, molte di esse incentrate su una pletora di character facenti parte del suo universo narrativo.

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Panini Comics propone due albi: Amazing Spider-Man che include la testata omonima nonché quelle di Spider-Man 2099, di Miles Morales e compagni; e Spidey che invece si concentra sui primi giorni di attività di Peter nelle vesti del Ragno.

A mio avviso, negli ultimi anni le storie dell’Uomo Ragno sono state caratterizzate da atmosfere troppo immature, a causa di autori come Dan Slott. Alcune sequenze si sono rivelate interessanti, altre meno, ma nel complesso l’Arrampicamuri è ormai inserito in situazioni mainstream.

Per ciò che concerne l’attuale All New All Different Marvel, ho trovato Amazing Spider-Man e le altre serie tradotte da Panini decisamente pessime. Il giudizio sarà diverso per Spidey?

Come ho scritto, questa serie narra le vicende di Peter in un periodo specifico, quello del liceo. Tuttavia, non si sa se le storie si svolgono nel passato della terra scaturita da Secret Wars o in un mondo parallelo. Perlomeno in questi primi due episodi non ci è dato saperlo e probabilmente non interessa nemmeno all’autore, Robbie Thompson.

Per giunta, la collana non parte dal famoso morso del ragno radioattivo che diede a Peter i suoi straordinari poteri ma in un momento in cui l’Uomo Ragno è già da tempo in azione.

Infatti, Peter affronta il Dr. Octopus e l’Uomo Sabbia e si capisce che hanno già avuto a che fare con lui. Quanto al protagonista, vive con la zia May, frequenta il liceo ed è il classico nerd preso in giro dai bulli stile Flash Thompson. Ci sono anche Harry e la bella Gwen Stacy.

In questa versione, comunque, Peter non è lo studente perfetto di Lee e Ditko. Va infatti bene in alcune materie e molto meno in altre, ad esempio la storia, e perciò Gwen gli fa da tutor. Tale dettaglio lo rende più umano, credibile e simpatico del secchione un po’ snob delineato da Ditko.

Ma, in definitiva, che giudizio si può dare su Spidey? Come nel caso di Amazing Spider-Man, non mi pare che si tratti di una serie valida, almeno a giudicare dai testi e dalle sceneggiature.

Le storie sono superficiali, si leggono (e si dimenticano) in fretta e mi paiono rappresentative del lato infantile della Marvel. Certamente si rivolge a un pubblico di lettori più giovani che vogliono solo distrarsi e forse in tal senso potrebbe pure funzionare. Ma le trame sono veramente troppo esili.

I disegni di Nick Bradshaw sono efficaci e il suo stile è fluido e dinamico, cosa necessaria per un fumetto che fa dell’azione e della velocità gli elementi essenziali. Nelle sue mani, Peter è tenero e bambinesco;  Gwen la tipica ragazzina carina; Flash rientra nello stereotipo dello sbruffone muscoloso da telefilm e così via.

Le tavole hanno un lay-out inventivo ma Bradshaw rivela qualche incertezza nelle anatomie e negli sfondi. Insomma, non si può dare un giudizio positivo su Spidey, collana in fondo trascurabile. E’ un peccato che la Marvel non si decida a reinserire Peter Parker nei contesti drammatici e adulti che autori come Stan Lee in epoca classica, J.M. De Matteis, Peter David e tanti altri avevano concepito in passato, donandoci autentici capolavori.

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