Bulletproof diaries: storie di una reporter di guerra – Recensione
Pubblicato il 27 Maggio 2016 alle 15:25
La Round Robin porta in libreria i diari di guerra di Barbara Schiavulli. Un reportage che partendo dalla strage dell’11 Settembre, analizza le cause e le conseguenze che hanno cambiato per sempre il nostro tempo.
L’attentato dell’11 Settembre 2001 è stato probabilmente l’evento che ha cambiato la concezione dell’uomo nei confronti del terrorismo. Un intero popolo (quello americano) in ginocchio che ha assistito inerme alla disfatta dei capisaldi dell’umanità.
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Ma gli Stati Uniti non sono stati la sola vittima di quel giorno; tutto il mondo civilizzato (chiedo scusa per l’aggettivo forse poco adatto) e non, ha risentito di quella catastrofe; a cominciare dai popolo afgano, che da quel momento è diventato nemico del mondo senza nemmeno conoscerne il motivo.
Dopo l’11 Settembre ci è stata presentata la figura di Osama Bin Laden – fino ad allora personaggio sconosciuto ai non addetti ai lavori – e si è capito chi fosse realmente il presidente George W. Bush.
A 15 anni dalla caduta delle Torri Gemelle, la reporter di guerra Barbara Schiavulli ripercorre le strade di oltre un decennio che ha segnato per sempre il popolo afgano.
Nel suo Bulletproof diaries – Storie di una reporter di guerra (edito per la Round Robin), la Schiavulli mette su carta i suoi viaggi in quei luoghi pieni di conflitti, gli incontri e le interviste fatte a politici e militari, le sue sfide quotidiane per portare a casa le “due lire” spesso troppo agognate.
Ma soprattutto gli scambi di idee e sguardi con la gente comune, vero tesoro per il quale un paese merita sempre di essere apprezzato.
Bulletproof diaries si colloca in maniera ferma e decisa nel filone del racconto di viaggio; viaggio che può essere inteso come conflitto.
Barbara Schiavulli resta ancorata al suo mondo di reporter giornalistica, mettendo dentro al suo fumetto anche la passione e l’importanza che una professione come la sua può consegnare al lettore.
Una professione alla quale non viene dato il giusto merito, ma che svolge direttamente e indirettamente la funzione di occhio attento e oggettivo, smascherando quelli che sono i veri nemici dell’umanità.
Le storie della Schiavulli si trasformano in fumetto grazie ad Emilio Lecce, disegnatore che traccia in modo chiaro e a tratti semplici una linea continua, la quale entra in sintonia perfetta con il racconto.
È proprio la semplicità con la quale illustra volti e situazioni il suo punto di forza; Lecce non vuole strafare e fa di tutto per riuscire ad amalgamare la parola con l’immagine.
Con Bulletproof diaries il duo Schiavulli/Lecce non solo racconta, ma cerca di immergere il lettore direttamente tra gli eventi e le situazioni che hanno modificato per sempre la concezione umana di libertà.