L’Impero Azteco, nella collana Historica una saga [Recensione]
Pubblicato il 15 Maggio 2016 alle 11:25
Chi è Maiana, la bella indigena azteca finita nelle mani della terribile Santa Inquisizione? Scopritelo in questo nuovo volume della collana Historica che propone i primi capitoli de L’Impero Azteco, saga di ambientazione storica scritta e disegnata da Jean-Yves Mitton.
Come ho scritto in numerose occasioni, la collana Historica di Mondadori Comics ha proposto materiale eccellente, prevalentemente di area bd, e stavolta tocca a L’Impero Azteco, saga scritta e disegnata da un autore noto agli abituali lettori della serie, Jean-Yves Mitton.
Al rigore storico Mitton unisce un’inventiva che lo porta a delineare vicende violente ed estreme che possono risultare eccessive. E’ il caso di questo lavoro che in effetti non è privo di momenti e situazioni sopra le righe.
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La trama si svolge all’inizio del XVI secolo, in un periodo in cui nella città di Tenochtitlàn è stato nominato imperatore il celebre Montezuma. In pratica, abbiamo a che fare con il momento di massima espansione dell’impero azteco.
Ma Montezuma, perlomeno nel contesto della storia, è ormai al tramonto. La sua mente è ossessionata da superstizioni e vive nel costante timore dell’ira degli dei. E forse le sue paure non sono del tutto infondate, considerando che nella sua terra è giunto il condottiero spagnolo Cortés, inviato dalla Spagna allo scopo di conquistare il Messico.
Non è lui però il protagonista principale dell’opera di Mitton. L’autore si concentra infatti su Monsignor Segura, il suo assistente Padre Tancredi e sulla bella azteca Maiana.
La ragazza è prigioniera della Santa Inquisizione ed è stata sottoposta a indicibili torture e umiliazioni. Segura ha il compito di interrogarla, per ragioni che il lettore scoprirà man mano che procede la narrazione.
La giovane ha un’importanza fondamentale, essendo stata legata sia a Montezuma sia a Cortés, e tutto sembra ruotare intorno a un mitico tesoro che fa gola a molti, a cominciare dai superiori di Segura.
Vitton concepisce una vicenda incentrata sulla contrapposizione tra il cattolicesimo nella sua espressione più cupa e crudele e le tradizioni ancestrali del Messico, altrettanto violente. E si coglie il contrasto tra due epoche, quella medioevale che sta per concludersi e quella moderna.
Ma L’Impero Azteco affronta pure in maniera esplicita la tematica del sesso, vissuto non come espressione d’amore ma come arma da usare per distruggere un avversario. Gli uomini che schiavizzano le donne, trasformandole in cortigiane e prostitute, usano appunto il sesso come forma di dominio e sottomissione; le donne come Maiana, a loro volta, lo usano come strumento di manipolazione.
Mitton, fedele al suo stile, insiste sugli stupri, le torture, le mutilazioni, e in più di una occasione esagera; ma racconta una vicenda intrigante, basata sulla narrazione della stessa Maiana. Narrazione sovente ambigua perché tutto è presentato dalla sua prospettiva e non ci sono certezze sulla veridicità delle descrizioni.
L’analisi psicologica dei personaggi è accurata e peraltro Mitton non cade nei luoghi comuni relativi alla Santa Inquisizione. Se il vescovo è perfido e avido come da copione, Segura è invece sincero e onesto, cerca davvero di aiutare la povera Maiana e non ha una concezione punitiva della fede.
L’Impero Azteco non manca quindi di elementi di interesse; i testi però sono troppo densi e il ritmo della narrazione è lento, con alcune lungaggini, e una maggiore stringatezza avrebbe migliorato l’effetto complessivo. Si tratta di un lavoro valido, intendiamoci, ma un po’ datato.
I disegni sono di grande livello. Mitton ha uno stile naturalistico, influenzato dai comic-book americani degli anni settanta, e i richiami allo stile di John Buscema sono evidenti (d’altronde, Mitton ebbe modo di illustrare qualche episodio di Silver Surfer).
La cura dei dettagli è sopraffina e Mitton rappresenta con cura sbalorditiva gli arredi, i paesaggi, le architetture azteche ed evoca con maestria le emozioni che condizionano i personaggi.
Non è poi trascurabile il dinamismo delle sequenze d’azione. Da questo punto di vista, quindi, L’Impero Azteco è un volume da tenere d’occhio, forse non paragonabile ad altre uscite di Historica ma comunque superiore alla media.