MPH: Mark Millar a tutta velocità! [Recensione]

Pubblicato il 10 Maggio 2016 alle 11:20

Arriva in Italia la mini-serie Image creata da un Mark Millar sempre in ottima forma.

Non è facile essere Mark Millar. Dev’essere fantastico, certo. Però sicuramente non è facile.

Dopo essere stato incoraggiato da Stan Lee (e questo è un dietro le quinte rivelato dallo stesso Millar) lo scrittore scozzese si è “ritirato” dai supereroi DC e Marvel, per dedicarsi esclusivamente alla creazione di progetti e personaggi sempre nuovi e innovativi.

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E’ nato quindi il Millarworld, etichetta dalle tante sfumature che racchiude al suo interno le tantissime serie e miniserie firmate da Millar, che a detta dell’autore appartengono allo stesso universo narrativo. Oppure pubblicate sotto l’indipendenza (sia economica che creativa) di Image. Kick-Ass, Nemesis, Superior, Wanted, Secret Service, Supercroocks, la serie di Jupiter, Chrononauts, Starlight, Empress, Huck.

La sua formula è quella di mischiare generi cinematografici e mischiarli con atmosfere più prettamente supereroistiche. E ora, se nel mondo della televisione abbiamo Robert Kirkman, per quello cinematografico c’è Mark Millar: lo scrittore britannico è arrivato a un punto della sua carriera nel quale le sue sceneggiature, già mesi prima di diventare dei fumetti, vengono direttamente opzionate dagli studi cinematografici hollywoodiani, mettendolo nella posizione di sviluppare contemporaneamente il fumetto e il film ispirato da quello stesso fumetto. 

MPH
MPH

E dopo Wanted, Kick-Ass, Secret Service (ad altre sue opere si deve l’attuale Marvel Cinematic Universe, i film sugli Avengers soprattutto e Civil War incluso) sono in cantiere moltissimi altri film tratti da sue creazioni fumettistiche: MPH compreso.

In questa nuova e frenetica miniserie (mph è l’abbreviazione di “miglio/orario”, l’unità di misura imperiale britannica che consuetudine utilizzare negli USA) Millar torna al genere crime/robbery-heist movie che già aveva analizzato in maniera irriverente in Supercroocks, abbandonando però lo sfarzo che ammantava quell’opera (ispirata all’eleganza di Ocean’s Eleven e seguiti) per buttarla nelle grigie strade di una Detroit spezzata dalla crisi economica.

I toni della serie sono volutamente pessimistici fino a quando il protagonista, un ragazzo di strada che deve rinunciare ai suoi sogni quando viene arrestato, non scopre una nuova droga capace di donargli il potere della supervelocità. Da quel momento il futuro di Roscoe e dei suoi amici diventa improvvisamente roseo (o verde speranza) e le possibilità per loro infinite.

Quella di Millar è una pesante critica sociopolitica verso il consumismo sfrenato e in generale tutto il sistema capitalista, camuffata però da favola adulta: i protagonisti sono prima criminali per necessità, poi grazie ai poteri lo diventano per gioco, ma gradualmente comprendono che mentre loro sono stati fortunati e sono riusciti ad elevarsi, ad arricchirsi, milioni di persone negli Stati Uniti e soprattutto nella loro città se la passano davvero male, economicamente parlando. E allora scelgono di diventare dei Robin Hood superveloci, davanti ai quali le autorità proprio non sanno che pesci prendere.

Ma a Millar questo non basta, e la favola imbastita sulla redenzione di un ragazzo di strada si trasforma all’improvviso in un fantascientifico viaggio temporale quando uno dei protagonisti va in overdose di MPH, dando il là ad una serie di twist narrativi davvero sorprendenti che manterranno sempre viva l’attenzione dei lettori.

I disegni di Fegredo (disegnatore britannico con più di vent’anni di carriera sulle spalle, il cui portfolio è interminabile e impossibile da riassume in questa sede) sono dettagliatissimi e maniacalmente curati, realistici ma al tempo stesso ipercinetici. Ti gettano nell’azione, soprattutto grazie ad uno storytelling magistrale e coinvolgente.

MPH
MPH

Ottima la rappresentazione della velocità ideata dai due autori, che viene espressa prevalentemente in due diversi modi: o il mondo sembra cristallizzarsi intorno ai protagonisti, così veloci da poter camminare sulle gocce di pioggia, oppure gli stessi protagonisti scompaiono davanti agli occhi della polizia e dei passanti (e i nostri), incapaci di cogliere i loro movimenti alla velocità della luce.

MPH è un’opera matura, coinvolgente e con un ritmo forsennato, da leggere tutta d’un fiato. Una fiaba moderna che sa divertire e al contempo insegnare, aprendo una finestra sulle difficoltà di tutti i giorni che le persone intorno a noi stanno affrontando, anche in questo momento.

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