Southern Bastards di Jason Aaron: una serie imperdibile [Recensione]

Pubblicato il 5 Maggio 2016 alle 11:20

Il Sud degli Stati Uniti è un posto pericoloso e vi si annidano le più terribili pulsioni dell’animo umano, specialmente se a descriverlo è lo straordinario autore di Scalped: Jason Aaron! Non perdete Southern Bastards, dirompente serie Image disegnata da Jason Latour pubblicata da Panini Comics!

Un fumetto che si apre con la sgradevole immagine di un cane intento a defecare non può essere rilassante. E Southern Bastards, dirompente serie Image che Panini Comics inizia a pubblicare, è tutto tranne che rilassante.

D’altronde, stiamo parlando di un thriller/noir ideato dall’acclamato Jason Aaron, una delle rivelazioni degli ultimi anni, già noto per Scalped della Vertigo e per diversi lavori realizzati alla Marvel.

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Coloro che si accosteranno a questo splendido esito creativo si accorgeranno che esiste qualche analogia tra Dashiell Bad Horse, protagonista di Scalped, ed Earl Tubb, tormentato antieroe di Southern Bastards.

Entrambi sono ossessionati da un passato traumatico e ritornano nel loro paese d’origine per ragioni complicate, confrontandosi con un ambiente ostile. Tuttavia, la comunità di Craw County in cui si svolgono le vicende di Southern Bastards ha forse una maggiore autenticità di Prairie Rose.

Una vignetta del primo volume
Una vignetta del primo volume

Questo perché è situata in Alabama, terra di origine dello stesso Aaron che ha avuto quindi l’opportunità di descrivere una società a lui conosciuta. E non si tratta affatto di una società rassicurante.

Gli individui delineati da Aaron sono violenti, hanno una concezione dell’essere ‘veri uomini’ basata sulla prevaricazione dei più deboli e non si fermano di fronte a nulla pur di raggiungere un obiettivo.

E’ qui che arriva dunque Earl, un uomo avanti con gli anni ma forte e vigoroso. In questo primo tp che include i primi quattro numeri del comic-book originale non si sa ancora nulla sui suoi intenti.

Si comprende solo che da giovane aveva deciso di partire per la guerra del Vietnam, più che altro per allontanarsi dal padre e dall’Alabama, e che il conflitto vietnamita gli ha causato ferite emotive che non si sono rimarginate.

Perché Earl si è comportato così? E perché ritorna a Craw County dopo tanti anni, sistemandosi nella casa un tempo occupata dal padre, ormai defunto? Aaron non ce lo spiega e imbastisce una story-line ricca di intrighi e misteri.

Earl invia poi regolarmente messaggi a qualcuno con il cellulare (la sua identità si scoprirà nell’ultima pagina del volume e la rivelazione non lascerà indifferente nessuno).

Un'altra vignetta di Southern Bastards
Un’altra vignetta di Southern Bastards

Ben presto Earl ha a che fare con il terribile Euless Boss, allenatore di football che dirige una squadra di successo. In effetti, nella piccola cittadina di Craw County il campionato sembra essere la cosa più importante.

Ma qui si va oltre il semplice tifo ed è chiaro che c’è qualcosa che non va. I metodi di Euless sono discutibili e gli uomini al suo servizio si rendono responsabili di violenze atroci che coinvolgono addirittura i bambini. Le strade di Earl e di Euless dunque si incrociano e gli effetti, come è facile intuire, saranno devastanti.

Aaron scrive una storia piena di violenza non fine a sé stessa ma giustificata dalla natura dei personaggi. Questi sono ‘bastardi’, appunto, rappresentanti di un mondo contaminato da pulsioni deviate e nascoste, razzismo, fanatismo religioso e bigottismo.

In pratica, con il pretesto di un noir, Aaron ci sbatte in faccia il lato impresentabile dell’entroterra americano, popolato da individui vittime di istinti irrefrenabili, simili a famelici cani randagi (e non è un caso che l’immagine del cane sia ricorrente in ogni episodio).

L’autore scrive testi hard-boiled e dialoghi incisivi, degni di telefilm stile Banshee e True Detective, pieni di riferimenti alle tradizioni culinarie dell’Alabama e al football (una lode al traduttore Andrea Toscani che ha saputo rendere in maniera impeccabile i modi di dire gergali che Aaron mette in bocca ai personaggi).

Con Southern Bastards ci propone quindi uno dei suoi lavori migliori. La serie è poi da tenere d’occhio per i disegni del bravissimo Jason Latour. Il suo stile è grezzo e aggressivo, appropriato per una serie come questa, e ogni personaggio evoca emozioni sfrenate e inquietanti.

Siamo in guerra...
Siamo in guerra…

Vale per gli sgherri di Euless che paiono uscire da una puntata di Sons of Anarky, per la popolazione di Crow County, composta in prevalenza da relitti umani rugosi e contorti che vegetano nei locali, e per il paesaggio aspro e desolato dell’Alabama, fatto di catapecchie squallide, alberi nodosi e strade assolate e semideserte.

Latour, coadiuvato da Rico Renzi, si occupa anche dei colori e insiste su tonalità sfocate e dark, ad eccezione dei flashback, contrassegnati da un rosso fuoco che evoca le sanguinarie passioni che condizionano i protagonisti.

Insomma, Southern Bastards, al pari di Deadly Class, è una delle serie realmente imperdibili di questi ultimi tempi.

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