Batman di Grant Morrison vol. 1 – Batman Padre e Figlio
Pubblicato il 13 Maggio 2011 alle 00:00
Batman di Grant Morrison n. 1
Autori: Grant Morrison (testi), Andy Kubert, John Van Fleet (disegni)
Casa Editrice: Planeta
Provenienza: USA
Prezzo: €18,95, 16,8 x 25,7, pp. 200, col.
Recensione
Quando Grant Morrison decise di occuparsi del comic-book Batman, i fans di Grant e dell’Uomo Pipistrello si aspettavano qualità e inventiva, considerando che, già in passato, il geniale autore scozzese si era occupato di Bruce Wayne con esiti fenomenali: basti pensare alla story-line ‘Gothic’, inserita nell’antologica Legends of The Dark Knight, e a quel capolavoro che è Arkham Asylum, forse la migliore graphic novel di Bats mai realizzata.
Ma gli estimatori di Morrison e del Cavaliere Oscuro non avrebbero potuto prevedere che il Batman morrisoniano sarebbe stato caratterizzato da una brillante analisi, in chiave post-moderna, di più di settant’anni di storie dell’Uomo Pipistrello. Con il coraggio che lo contraddistingue, infatti, Grant stabilì che tutto ciò che si era letto nel corso dei decenni era effettivamente avvenuto e che bisognava, però, imporre una logica e una coerenza narrative al complesso e variegato universo di uno dei più celebri super-eroi statunitensi.
Operazione per molti impossibile, dal momento che, dagli anni trenta del secolo scorso ad oggi, le storie del character hanno avuto atmosfere diverse e opposte, se non contraddittorie, e perciò trovare una logica era arduo. Ma non solo Grant è riuscito nell’immane compito; ma ha saputo rinnovare e svecchiare sia il personaggio sia lo stile delle sue avventure. E l’operazione morrisoniana, come tutti sanno, è tuttora in corso, e i lettori hanno potuto apprezzare veri e propri gioielli come Batman & Robin, The Return of Bruce Wayne e la più recente Batman Inc. (che non è ancora iniziata in Italia).
La run morrisoniana viene pubblicata nel noto mensile Planeta; ma ora la casa editrice spagnola ha meritoriamente deciso di proporla pure in versione tp. E il volume che inaugura la raccolta contiene i nn. 655-658 e 663-666 di Batman, cioè i capitoli iniziali della gestione Morrison. Si parte con un contesto apparentemente consueto e cioè l’ennesima lotta tra Batman e il Joker, che si conclude, ovviamente, con la sconfitta del villain. Ma con Grant non c’è mai nulla di scontato.
Infatti, introduce tre misteriosi emuli dell’Uomo Pipistrello che giocheranno un ruolo chiave nella vicenda, con situazioni piene di enigmi, non tutti di facile risoluzione (e parzialmente anche adesso con diversi punti oscuri, è bene chiarirlo!). Inoltre, Morrison ripesca Demian, il figlio terribile di Bruce Wayne, concepito con la perfida Talia Al G’hul, che la DC aveva sempre preferito trascurare. E le difficili dinamiche padre/figlio, nonché il poco idilliaco rapporto tra Demian e Robin, sono descritti dall’autore con grande abilità.
Non mancano momenti di humour (specie con Alfred, che assume un allure tipicamente britannica) mixati ad altri decisamente macabri (con riferimenti all’esoterismo e all’occultismo che, ve lo anticipo, saranno il marchio di fabbrica del serial) e il lettore attento si renderà conto che già con questi episodi Morrison intesse un mosaico narrativo di ampia portata, giocando con la mitologia batmaniana, tramite l’uso di personaggi come Man-Bat, per esempio, o ponendo particolare attenzione a Jezebel Jet, l’amore più recente di Bruce.
I disegni del bravissimo Andy Kubert sono eccellenti e il penciler sa rappresentare con perizia le fosche e strampalate vicissitudini dell’eroe di punta della DC. Ma c’è un episodio da segnalare: quello illustrato da John Van Fleet. Se qualcuno avesse ancora dubbi sulle capacità di scrittura di Morrison si ricrederà: si tratta di un racconto in prosa, con influssi della new wave fantascientifica inglese, l’Avant-Pop e stilemi burroughsiani e ballardiani; un testo allucinato e visionario, imperniato su una lotta tra Batman, un agghiacciante Joker e una disturbante Harley Quinn.
In questo caso Grant cita se stesso, facendo accenni all’immenso Arkham Asylum; ma anche al leggendario The Killing Joke di Alan Moore. Il testo è affiancato, secondo la tradizione dei romanzi illustrati, dalle immagini pittoriche, a tratti iperrealiste, di Van Fleet che, con rimandi a Dave McKean, dipinge un Joker mostruoso, un Batman mai così oscuro e una sconcertante Harley Quinn che è un miscuglio di infantilismo e psicopatia. A mio avviso, il tp andrebbe comunque preso solo per questa storia, ennesima prova della raggiunta maturità del fumetto anglofono. Simili esperimenti una volta venivano proposti in graphic novel fuori continuity. Ora, invece, li troviamo in un comic-book mensile. Da non perdere.