Arrow: 10 motivi per guardare assolutamente la serie cult
Pubblicato il 3 Maggio 2016 alle 12:00
Arrow è la serie tv a tema fumettistico più in voga degli ultimi anni. Con Stephen Amell nel ruolo di Oliver Queen, lo show televisivo della CW è un cult a tutti gli effetti e ora vi spieghiamo il perchè
Trasmesso in America dal settembre del 2012 e tutt’ora in onda, Arrow segna il ritorno in tv delle serie a tema super-eroistico.
Dopo il grande successo di Smallville, il tentativo non riuscito di Birds of Prey ed il fallimento di Aquaman (cancellato ancor prima di approdare in tv), Arrow è stata una vera scommessa per il network The CW, ma con un pilot che ha totalizzato ben 4 milioni di telespettatori ed un pubblico in crescita costante, è palese che la comic-series sia diventata una costante per tutti gli amanti dei fumetti.
Creata da Greg Berlanti, Marc Guggenheim e Andrew Kreisberg, lo show è ispirato ai personaggi della DC Comics nati – con il nome di Freccia Verde – nel lontano 1941.
Con tutte le attenuanti del caso, Arrow rimane pressoché vicino al fumetto di riferimento ma, com’è giusto che sia, la serie prende strade diverse per adattarsi ai gusti del pubblico e soprattutto alle esigenze del network.
Stephen Amell interpreta lo sgangherato playboy Oliver Queen, il quale dopo 5 anni che è stato prigioniero su di un isola deserta, ritorna in quel di Straling City, riabbracciando amici e parenti che lo credevano morto.
Questo avvenimento è solo la punta dell’iceberg, il primo dei tanti che andrà a costruire il destino da eroe romantico dello scapestrato Oliver Queen.
In quattro anni tanti sono stati gli avvenimenti, i colpi di scena e le cadute di stile, eppure Arrow nonostante tutto rimane una fra le serie tv a tema più intrigati del moderno universo televisivo.
I motivi per vedere lo show della CW? Noi di MangaForever ne abbiamo trovati ben 10.
10.Il fumetto: punto di partenza per un mondo fatto di emozioni
Non sempre un adattamento televisivo o cinematografico di un fumetto/libro riesce a convincere del tutto, gli esempi si possono rincorrere in lungo ed in largo sia per quanto riguarda il mercato televisivo sia quello cinematografico.
Arrow invece grazie a quel suo enorme background pluridecennale, trae forza dal fumetto stesso portando in tv una serie dal grande respiro, emozionante, brillante, convenzionale – e quindi non esente da difetti – ma che nella sua interezza rende immortale un personaggio pieno di luci ed ombre.
Le differenze ed i voli pindarici sono latenti in ogni episodio, ma appunto grazie al grande appeal del fumetto, si è potuto sviluppare una serie dignitosa che costruisce in ogni minima parte un eroe specchio della realtà moderna.
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9. E’ una serie dedicata ad un pubblico teen ma allo stesso tempo affronta tematiche adulte
Arrow ha un target giovanile, declinato alla perfezione negli standard del network eppure, fra un episodio ed un altro, la serie riesce a toccare con grande dimestichezza temi che sfiorano l’universo degli adulti: come i menage di coppia e quelli familiari, i sentimenti di rivalsa, di vendetta, l’integrazione sociale ed il senso del dovere. Valori questi che finiscono per rendere appetibile lo show ad un pubblico molto variegato.
Inoltre proprio grazie a queste caratteristiche, la CW ha guardato ben oltre i suoi orizzonti, concependo la prima comic-series, dopo la conclusione di Smallville, che finalmente è avulsa da tutti i clichè dei drammi giovani.
Arrow infatti anche se con arco e frecce si mantiene alla sua fascia demografica di riferimento, è comunque una serie innovativa che – volutamente – ha innescato un’evoluzione nel panorama televisivo dei giovani di oggi.
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8.Stephen Amell, l’unico che ha reso tale il mito di Green Arrow
Al suo primo ruolo da indiscusso protagonista – anche se l’attore è indimenticato per la partecipazione alla terza stagione di Hung, serie cult della HBO – Stephen Amell ha dovuto faticare per trovare la giusta dimensione.
Ora come ora è un dato di fatto che il giovane attore ha declinato alla perfezione tutte le caratteristiche più particolari di un personaggio dalle infinite sfaccettature.
Oltre ad avere un fisico statuario (particolarità non da trascurare), Stephen Amell è il miglior Arrow che l’universo televisivo poteva mai realizzare, personaggio di gran lunga superiore a quello apparso nella serie tv Smallville.
Infatti quello che fu presentato nella stagione sei (e successive) da Justin Hartley, era un eroe decisamente più scanzonato, pop, ilare, poco incline a scandagliare il suo dark side, particolarità invece che traspare nel personaggio di Stephen Amell.
Il ‘suo’ Green Arrow è fascinoso, simpatico, ma anche calcolatore e vendicativo. Sotto questo punto di vista l’eroe della CW è l’immagine (quasi) speculare dell’altergo dei fumetti.
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7.Il fattore ‘ship’: Oliver e Felicity
Punta di diamante dello show è il rapporto fra Oliver Queen con la giovane e bella Felicity Smoak. Il personaggio fra la seconda e terza stagione della serie, ha animato una fra le storyline più interessanti facendo battere il cuore di milioni di fan; attorno a questo sentimento latente fra Oliver e Felicity appunto, gli autori sono stati abili a tratteggiare una laison complessa e per nulla usuale che, fra alti e bassi, è diventata poi il vero motore della vicenda.
L’amore fra i due è fatto di percorsi: si sono amati dal primo momento ma Oliver preferiva non legarsi sentimentalmente ad una donna per via della sua doppia vita (di giorno un sexy rampollo, di notte Vigilante di quartiere), eppure non potevano fare a meno l’uno dell’altro neanche quando Sarah è tornata a Starling City, neanche quando Oliver ha scelto di seguire la Setta degli assassini per uccidere il Demone.
In due stagioni – da quando Felicity è entrata nel cast fisso dello show – questo sentimento d’amore è stato una componente fondamentale dello show, la particolarità che ha permesso ad Arrow di fidelizzare ancora di più con il pubblico e diventare il cult come ora lo conosciamo (anche se la seconda parte della stagione 4 non è all’altezza delle aspettative)
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6.La ‘compagnia della freccia’, Arrow e l’importanza dei suoi aiutanti
Non solo sentimenti d’amore ma anche l’amicizia è importante in Arrow. L’arciere di smeraldo infatti può contare sulla collaborazione di un gruppo alquanto variegato che, con il passar delle stagioni, è diventato parte integrante della missione del super-eroe.
Da Arsenal a Black Canary, da Atom fino al detective Lance, tutti personaggi che (più o meno) appoggiano gli ideali e quel senso di giustizia perorati da Oliver Queen.
E’ fondamentale avere un team collaborativo, perchè non è utile solo per aiutare l’eroe di turno a superare le avversità ‘quotidiane’, ma soprattutto è funzionale al fine della vicenda stessa.
Il Team Arrow così come è stato comunemente soprannominato dal pubblico del web, è importante non solo per i suoi fini ma è anche e soprattutto un mezzo.
Con la sua presenza infatti si vanno a creare legami, è un modo per veicolare punti differenti punti di vista ed è il fattore necessario e sufficiente per bilanciare tutte le ‘anime’ della serie tv.
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5.Thea Queen, personaggio dalle mille sfumature
Menzione speciale per la sorellastra di Oliver. Il personaggio di Thea interpretato in maniera più che convincente da Willa Holland, da teenager stupida e menefreghista, in poco tempo è diventata una vera badass, uno dei pochi personaggi dello show che si è evoluto in maniera coerente con le intenzioni della serie stessa.
Non si conosce il motivo principale che ha convinto ad ‘investire’ sul personaggio di Thea, eppure questa sua repentina trasformazione piace proprio perchè è avvenuta in maniera graduale e senza troppe forzature.
Fin da quando la giovane ha visto morire sua madre di fonte ai suoi occhi, dal quel momento in poi, già qualcosa di nuovo si era innescato in lei.
Poi la vicinanza di Malcolm ed il Pozzo di Lazzaro sono stati gli avvenimenti che più hanno contribuito a forgiare il personaggio di Thea come ora la conosciamo. Una scelta azzardata ma piace proprio per questa sua non convenzionalità
4.I villain, in ogni stagione un temibile avversario da affrontare
Come in ogni serie tv a tema che si rispetti, i villain ne sono una parte essenziale. In Arrow non risultano macchiettistici ma sono sviluppati con cognizione di causa, diventando dei veri geni del male.
Da Deathstroke fino a Ra’s Al Ghul, tutti personaggi conosciuti al mondo dei fumetti, qui rappresentati come maestri di seduzione che perseverano nei loro obbiettivi.
Sicuramente quello più riuscito è stato Deathstroke (interpretato a Manu Bennett), perchè forse è stato uno dei pochi villain dello show, che ha sconvolto tutte le certezze di Oliver, portando il rampollo a compiere scelte fuori dagli schemi e, soprattutto, condurre il suo team ad un passo dalla disfatta.
Quello invece di Ra’s Al Ghul è un discorso a parte dato che, gli sceneggiatori, sono stati abili nel tratteggiare in maniera, pressochè eccelsa, uno dei personaggi più iconici della DC, e forse il merito è tutto di Matt Noble (l’attore che presa il volto per il Demone).
Damien Darhk invece, il cattivo della season four, fino ad ora risulta essere un maestro di cattiveria sotto ogni punti di vista ma non buca lo schermo come i precedenti.
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3.La teatralità di Starling City
Anche il fattore scenografico è una parte essenziale ed in Arrow. La città di Starling City è un coefficiente da non trascurare.
Tetra, fumosa ed altamente pericolosa, questo è un luogo che si cala alla perfezione con la ‘poetica’ della serie tv, e quindi la città stessa diventa – la maggior parte delle volte – non solo teatro di sparatorie, inseguimenti e corse mozzafiato, ma anche la scenografia ideale per far trapelare le sensazioni dei singoli personaggi.
Lo show della CW forse non sarebbe lo stesso senza questa caratteristica fondamentale. La scenografia è quindi essenziale perchè senza di essa sarebbe impossibile capire le intenzioni ed i toni di una serie tv. Per questo Starling City è parte integrante – e componente necessaria – per il successo di Arrow.
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2.John Diggle, altra figura importante all’interno della serie tv
Non ci siamo dimenticati di John Diggle. E’ impossibile pensare ad Oliver Queen senza la vicinanza di John . Lui è un personaggio molto importante, è la spalla destra del Vigilante, un consigliere, un amico, una persona di cui ci si può fidare.
Come’è a accaduto con Thea, lo stesso John si è evoluto in maniera costante senza dimenticare le sue radici. Presente fin dal primo episodio – era la guarda del corpo di Oliver – si è trovato suo malgrado immischiato nei piani di vendetta del Vigilante, ed a poco a poco, ha abbracciato la fede dell’eroe incappucciato.
Ma rimane un personaggio pragmatico, con la testa sulle spalle ed anche se nel corso degli anni abbiamo avuto modo di conoscere le sfumature del suo carattere, sicuramente Diggle è il personaggio migliore dello show che supera – forse – anche lo stesso Oliver (in quanto a profondità ed acume).
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1.Arrow, punto di partenza per l’universo televisivo della DC Comics
Si può dire che proprio grazie al debutto di Arrow, il pubblico televisivo, sta incominciando ad apprezzare tutto l’appeal dei personaggi dei fumetti.
Arrow infatti ha fatto da spartiacque per un sottogenere che nel 2016 è diventato quasi un must. Dopo di lui ricordiamo The Flash, Legends of Tomorrow, (entrambi spin-off dello show di Greg Berlanti) Gotham, Supergirl ed altre produzioni che, proprio grazie alla lungimiranza di Arrow, hanno reso celebre il marchio DC in tv.
Un’avventura quella dei super-eroi in tv, che non appresta a finire dato che, passo dopo passo, diventa sempre più coinvolgente abbracciando due generazioni di appassionati: chi vive a pane e serie tv e chi durante l’adolescenza ha vissuto con l’idea che ‘da grandi poteri derivano grandi responsabilità’.