Intervista ad Adam Kubert – Napoli COMICON 2016
Pubblicato il 27 Aprile 2016 alle 13:30
Il leggendario disegnatore ci ha parlato di quello che succederà ai Nuovissimi Avengers nei prossimi mesi, della sua carriera e della sua altrettanto leggendaria famiglia.
Adam Kubert disegna fumetti dalla metà degli anni ’80 ma già a partire da quando aveva solo 12 anni era impegnato come letterista. Una cosa normale quando tuo padre è il grande Joe Kubert e i comics fanno parte della tua vita sin dalla più tenera infanzia.
Ma Kubert (Adam) non si è certo adagiato sulla fama di un nome così importante: negli anni ’90 è diventato uno dei disegnatori di punta della Marvel, coinvolto negli eventi Age of Apocalypse, Onslaught e Heroes Reborn. All’inizio del nuovo millennio con Mark Millar lancia gli Ultimate X-Men (e sempre per la linea Ultimate disegna anche i F4), per poi passare 3 anni alla DC con il fratello Andy, anche lui disegnatore di enorme successo (la nipote Katie è invece editor alla Marvel).
Tornato alla Casa delle Idee, ultimamente lo abbiamo visto all’opera sul tie-in di Spider-Man per Secret Wars Rinnovare le Promesse e sui Nuovissimi (All-New, All-Different) Avengers, di prossima pubblicazione in Italia. Alle matite alterna l’insegnamento alla Joe Kubert School of Cartoon and Graphic Art, fondata dal padre e da cui sono usciti fumettisti del calibro di Amanda Conner e Alex Maleev.
In breve Adam Kubert è da più di due decenni uno dei disegnatori più apprezzati del fumetto statunitense, capace evolvere il suo stile nel tempo e lasciare il segno su dozzine di personaggi delle due maggiori case editrici USA. Abbiamo avuto la fortuna di incontrarlo durante il Napoli COMICON 2016 (dove era ospite di Panini Comics/Marvel Italia) e di potergli fare qualche domanda:
MangaForever: Come è stato crescere in una famiglia come la sua? Immagino si respirassero fumetti…
Adam Kubert: Mio padre era uno dei grandi del fumetto, lavorava alla DC e ne era anche editor, per cui portava a casa moltissimi fumetti. Ce n’erano sempre tantissimi sparsi per tutta casa. Per me era normale, ho fatto conoscenza con i fumetti fin da subito e non ho mai pensato di lavorare in un ambiente che non fosse quello del fumetto. È stato tutto molto naturale.
Anche suo fratello, come tutti sanno, lavora “nell’ambiente”. Adesso lui sta disegnando uno dei titoli più importanti della DC [The Dark Knight III], mentre lei invece una delle testate di punta della Marvel, i Nuovissimi Avengers. Tra di voi c’è per caso una certa rivalità fraterna?
Assolutamente sì! A casa ci mettiamo i guantoni da boxe e ce le diamo di santa ragione! [ride] Ti dirò la verità, un giorno mi piacerebbe che si potesse fare un crossover tra le due compagnie, Marvel e DC; Andy potrebbe disegnare Batman, io magari Woverine… verrebbe fuori qualcosa di veramente eccitante.
Alla fine dei suoi anni alla DC lei dichiarò che aveva raggiunto il suo scopo, quello di disegnare Superman. Alla Marvel ormai ha lavorato su più o meno qualunque personaggio, ce n’è uno che considerava un traguardo?
Vedi, sono alla Marvel da… dall’inizio degli anni ’90, con contratto in esclusiva. Ho disegnato praticamente tutti i personaggi più importanti. Direi che al momento nella mia “lista dei desideri” ci sono i grandi sceneggiatori con cui non ho ancora lavorato, più che i personaggi.
Adesso sta lavorando con Mark Waid.
Esatto, e Mark era nella mia lista.
E insieme a voi nel team c’è anche Mahmud Asrar, con cui lei si divide le storie da disegnare. Come vi siete organizzati?
Con Mahmud ci dividiamo gli archi narrativi. Che sia di 2, 3, 4 numeri non importa, uno fa un arco narrativo e l’altro fa quello dopo.
A proposito di archi narrativi: subito dopo Secret Wars c’è stato Avengers: Standoff, e molto presto toccherà a Civil War II. Come pensate di affrontare tutto questo, lei e gli Avengers?
Mark Waid questa volta mi renderà le cose più facili. In Standoff, che stiamo finendo, ci sono un sacco di personaggi da disegnare e, cosa più difficile, gli eroi non sono nemmeno in costume. Ho dovuto disegnare qualcosa come trenta eroi in vestiti di tutti i giorni! Quindi in Civil War II, nei due o tre numeri (mi sembra tre) di tie-in ci concentreremo su un solo Avenger. Sarà una storia su quell’unico specifico Avenger.
Tra gli Avengers adesso ci sono sia degli eroi molto giovani che altri con più esperienza. Quali sono le dinamiche del gruppo?
Ci sono delle dinamiche veramente interessanti. Non credo che gli Avengers abbiano mai avuto una composizione del genere. Ci sono Iron Man, Jane Foster/Thor, Falcon… Capitan America, che sono comunque più vecchi e più saggi di Miles Morales e Kamala Khan, li prendono come sotto la propria ala e mostrano loro i fondamenti del mestiere. Le interazioni tra i personaggi, ad esempio tra Kamala e Miles, lo rendono un team in cui tutti i lettori possono trovare qualcosa, vecchie e nuove generazioni. È una cosa fantastica.
Insieme agli eroi del futuro lei sta tirando su anche i fumettisti del futuro alla Kubert School. Come va il suo lavoro lì? Qualche nome che possiamo segnarci?
Tra quelli a cui insegno, nella classe che si sta per diplomare, ce ne sono molti che faranno parlare di loro. È incredibile quanto riescano a migliorare dall’inizio del primo anno di scuola al terzo, quando si diplomano. E succede perché li facciamo lavorare veramente, veramente tanto. Le lezioni durano dalle 8:30 alle 16:00 ogni giorno per cinque giorni a settimana. È molto faticoso quindi… sei costretto a migliorarti, a perfezionarti sempre di più.
Grazie da MF e dai suoi lettori!
Grazie a voi!