Elektra Assassin – Frank Miller

Pubblicato il 10 Maggio 2011 alle 00:00

Elektra Assassin

Autori: Frank Miller (testi), Bill Sienkiewicz (disegni)
Casa Editrice: Panini Comics
Provenienza: USA
Prezzo: € 32,00, 18,3 x 27,7, pp. 272, col.
Recensione


Quando leggo le lamentele di lettori riguardo a refusi ed errori grammaticali presenti in certi volumi (sacrosante, intendiamoci!), ricordo che sono esistiti momenti peggiori per gli estimatori del fumetto a stelle e strisce, specie degli anni ottanta.

In quella mitica stagione creativa, infatti, alcuni cartoonist svecchiarono e rivoluzionarono il comicdom, realizzando capolavori come Watchmen, tanto per nominarne qualcuno, o Dark Knight.

Questi ed altri gioielli furono pubblicati a puntate sulla defunta rivista Corto Maltese della Milano Libri, in una maniera che definire discutibile è un eufemismo.

E questa sorte grama toccò anche a un’altra pietra miliare: la miniserie di otto numeri Elektra: Assassin, scritta da Frank Miller e dipinta da Bill Sienkiewicz.

Miller, all’inizio degli eighties, si era fatto conoscere con una leggendaria run di Daredevil per la Marvel, trasformando il comic-book del Diavolo Rosso, che era stato caratterizzato da situazioni scanzonate con un pizzico di mystery, in uno sconvolgente e avvincente fumetto noir e hard-boiled, con echi della letteratura di Chandler e Hammett e influssi di Will Eisner. Dal punto di vista della scansione narrativa, inoltre, Miller aveva rivelato l’influenza dei manga e le suggestioni orientali erano evidenti in alcuni personaggi da lui inventati: il sensei Stick, per esempio, maestro di Matt Murdock; il gruppo di letali ninja denominato La Mano; e, soprattutto, la killer a pagamento Elektra, primo amore di Devil.

Elektra Natchios, anch’essa una pericolosissima ninja, si rese protagonista di episodi memorabili, passati alla storia dei comics, e l’impatto che questa singolare eroina ebbe sui lettori fu notevole. Mentre, in seguito, Miller si dedicò ad altre opere, compreso quel Dark Knight che lo rese uno degli autori più celebri e amati del fumetto statunitense, molti fan richiesero a gran voce storie imperniate sulla stupenda assassina.

Tra il 1986 e il 1987 Miller li accontentò, ideando Elektra: Assassin, appunto, pubblicata per la defunta linea editoriale Epic della Marvel, dedicata a comics rivolti a un pubblico più adulto (in un certo qual modo, antesignana della divisione Vertigo della concorrente DC). Miller, però, si occupò solo dei testi e scelse, per la parte grafica, l’ottimo Bill Sienkiewicz, che già aveva superato lo stile adamsiano degli esordi per stupire tutti, nel serial New Mutants, con un tipo di disegno legato all’impressionismo.

Consapevole che l’opera non era per i ragazzini, Miller si sbizzarrì con una folle, strana e inquietante vicenda ambientata in un periodo precedente all’incontro di Elektra con Devil. La struttura del plot era complessa, apparentemente sconnessa nel suo incedere, basata su una esasperata, ossessiva alternanza di flashback e flashforward e una contrapposizione tra realtà e allucinazione, dal momento che determinate sequenze possono anche essere interpretate in chiave metaforica.

Elektra è costretta ad affrontare un temibile demone, la Bestia, incarnatosi in Ken Wind, un uomo che potrebbe diventare Presidente degli Stati Uniti, e che la creatura intende utilizzare per provocare la Terza Guerra Mondiale. La splendida ninja cerca di impedirlo ad ogni costo, fronteggiando per giunta lo Shield e manipolando Garrett, corrotto agente cyborg appartenente al celeberrimo gruppo spionistico Marvel.

I testi, come ho già scritto, sono complessi e gli eventi vengono narrati con i monologhi interiori dei vari personaggi, tra loro intrecciati, con incessanti cut-up. Memore della lezione espressiva ed estetica di William Burroughs, Miller intesse un intricato arazzo testuale, ricorrendo a rapporti spionistici, video commenti, programmi tv (come in Dark Knight in cui i ritmi televisivi costituivano di fatto il flusso della story-line). I testi delle didascalie, comunque, sono contrassegnati da differenti colori, per aiutare il lettore ad orientarsi, dal momento che ad ogni colore corrisponde un diverso personaggio.

E i personaggi sono fuori di testa: oltre a Elektra e Garrett, sono della partita nani creati con sistemi di clonazione (forse un riferimento alla Nova Trilogy di Burroughs); Chastity, una sexy agente Shield non esente da problemi emotivi; lo stesso Nick Fury, visto come un militare tutto d’un pezzo e non tanto brillante; Perry, un altro cyborg psicopatico; l’ipocrita Ken Wind, democratico che simboleggia, secondo Miller, tutto ciò che di discutibile ha rappresentato la love generation dei sixties; e un presidente repubblicano affetto da machismo. E le tematiche che Miller affronta non sono banali: per esempio, l’attitudine guerrafondaia e imperialista degli Stati Uniti e la corruzione dei servizi segreti.

Non mancano accenni sadomaso, incubi, orrori, sangue, mutilazioni, e il libro costituirà uno shock per coloro che ancora non conoscessero questo caposaldo della letteratura disegnata. E non si può non lodare l’aspetto grafico. Sienkiewicz realizza autentici quadri che estasieranno chiunque avrà modo di leggere il volume. E non ci sono solo dipinti, poiché Bill usa tecniche svariate: tratteggi a matita, collages, schizzi con il pennino, e così via, e le sue figure sono a volte grottesche e caricaturali, a volte realistiche (specie nelle pagine in cui si può ammirare la fisicità di Elektra, con tutta la sua sensuale carica di erotismo). Ho sempre considerato (parere personale, ovvio) questa miniserie il vero capolavoro di Miller, più del suo Batman. E di sicuro è il capolavoro di Sienkiewicz, al pari di Stray Toasters. E aggiungo che l’attuale edizione Panini rende pienamente giustizia a quest’opera straordinaria. Non fatevela sfuggire.


Voto: 9

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