Morgan Lost n.7: Vulcano 7 – Recensione
Pubblicato il 14 Maggio 2016 alle 11:45
Un omicidio epocale, un delitto commesso di fronte a quattro miliardi di testimoni!
Numero molto atteso questo “Vulcano 7” che già dall’incipit promette grande suspense. Ci ritroviamo davanti alla tv a seguire il primo allunaggio della storia in cui il modulo “Vulcano 7” trasporta gli astronauti che compiranno questa grandiosa missione verso il satellite; poi i primi problemi nell’atterraggio (“Space Center abbiamo un problema”) che nonostante tutto riesce, ma in uno dei due membri dell’equipaggio qualcosa è cambiato, non è più lo stesso, e in un momento di apparente follia assassina in diretta tv con la Terra il suo compagno, per poi togliere l’elmo della sua tuta e lasciarsi morire egli stesso.
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Perchè tutto ciò? È quello che cercherà di scoprire Morgan incaricato da Alexandra Dredd, sorella dell’omicida Duncan, che vuole fare chiarezza sull’assurda vicenda una volta per tutte.
Ci sono pezzi del puzzle da rimettere a posto e Morgan sa che va fatto in fretta, perchè ci sono in gioco altre vite e persone molto potenti, arrivando a scomodare anche il Tempio della Burocrazia (ci sarà anche il ritorno di un personaggio che non si vedeva dal secondo numero).
L’azione procede piuttosto spedita, con il nostro che, come ormai ci ha abituati, corre da una parte all’altra dell’albo per far coincidere i pezzi con l’insostituibile supporto di Pandora e Regina, oltre ad altri comprimari come in questo caso Alexandra che gioca un ruolo importante.
Oltre a lei altre donne per un motivo o per un altro hanno lasciato un segno nella vita di Duncan; quella che si rivela essere più importante, anche per i fini narrativi, è la sua domestica Meredith Meadow, quasi una seconda madre per lui. Si ha tutta una parte finale, diciamo da pagina 80 fino alla fine dell’albo, in cui lei e Morgan scioglieranno tutti i nodi.
Venti pagine forti e visionarie che per certi versi richiamano alla mente alcune parti di “Mister Sandman”, terzo numero della serie, con Chiaverotti che quasi si diverte a scimmiottare il lettore, facendolo immedesimare al massimo con il protagonista. Uno dei temi dell’albo, il ritorno dalla morte e la vendetta, ricorda per certi versi opere come Il Conte di Montecristo e l’inarrivabile Kill Bill di Tarantino.
Solida come ormai ci ha abituati, la sceneggiatura di Chiaverotti; sorprendenti i disegni di Andrea Fattori, eccellenti soprattutto nelle espressioni facciali e nei movimenti dei personaggi con la copertina a opera come sempre di Fabrizio De Tommaso che ormai ci ha viziati.
Appuntamento al 20 Maggio con il numero 8, “Per morte e per amore”.