Ragazzi Morti Detective n. 1, tornano i ragazzi ideati da Neil Gaiman – Recensione
Pubblicato il 25 Aprile 2016 alle 11:25
Arriva la serie regolare dedicata a Edwin Paine e Charles Rowland, i due ragazzi morti ideati dal geniale Neil Gaiman! Non perdete le divertenti vicissitudini dei due detective fantasmi scritte da Toby Litt e disegnate dall’acclamato penciler di Fables, il grande Mark Buckingham!
Quando il geniale Neil Gaiman entusiasmò pubblico e critica con il capolavoro Sandman, creò un vasto e intrigante pantheon di personaggi che nel corso del tempo si rivelarono fondamentali per la Vertigo, la divisione editoriale adulta varata da Karen Berger.
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Tra essi possiamo ricordare l’amatissima Death, la sorellina del Dio dei Sogni Morfeo; oppure l’inquietante e fascinoso Lucifero; e i giovani Charles Rowland ed Edwin Paine, convenzionalmente conosciuti come i Ragazzi Morti Detective.
Gaiman li introdusse in un episodio di Season of Mists, una delle sequenze più amate dai fan. In quella story-line Lucifero decideva di abbandonare l’Inferno, liberando nello stesso tempo tutte le anime dannate che vi risiedevano. Tra costoro c’era il giovane Charles che nella sua forma spettrale tornava alla scuola St. Hilarion, il luogo dove era stato ucciso.
Ed era qui che incontrava un altro fantasma, Edwin. I due facevano amicizia e, successivamente, quando tutti i defunti ritornavano nell’aldilà, preferirono andarsene a zonzo nel mondo reale, tentando nello stesso tempo di nascondersi da Death.
In seguito sono apparsi di tanto in tanto in altri comic-book Vertigo come The Books of Magic e The House of Mystery e non sono mancate brevi storie incentrate su di loro nonché una miniserie scritta da Ed Brubaker. Ora arriva in Italia la serie regolare, scritta da Toby Litt.
L’autore ha ovviamente inserito Edwin e Charles nel classico contesto mistico/esoterico delle collane Vertigo, ideando una storia dai toni leggeri e ironici.
Edwin e Charles, da sempre appassionati di polizieschi, si considerano detective e si occupano di indagini paranormali. Il tp si apre con tre episodi tratti da Time Warp, Ghosts e The Witching Hour che in un certo qual modo anticipano la serie regolare.
Le situazioni immaginate da Litt sono tipicamente fantasy con un pizzico di humour. E poi si passa alla testata vera e propria con i primi sei episodi. Edwin e Charles per una serie di circostanze hanno abbandonato la casa di legno sull’albero che fungeva da ‘ufficio’ e si imbattono in una ragazza, Crystal, figlia di due artisti eccentrici e amante del cosplay.
La giovane è nei guai, come scopriranno Edwin e Charles, e le indagini li riporteranno al St. Hilarion, il college che per loro rappresenta solo un pessimo ricordo. Litt gioca con molti dei concetti e delle idee di Neil Gaiman, ripescando il perfido preside dell’istituto, già apparso in Sandman, e i tre bulli che avevano ucciso Charles. E ci sono anche demoni, dimensioni alternative, magie e tutti gli elementi che ci si può aspettare da un fantasy.
Tipp, inoltre, inserisce accenni su una fantomatica sorella di Edwin e fa allusioni a Death. In pratica anticipa eventi che probabilmente saranno sviluppati in futuro.
I testi e i dialoghi sono curati e la sceneggiatura si basa sui racconti in prima persona dei personaggi che si alternano tra loro, con interessanti e costanti mutamenti di prospettiva. In alcuni momenti Tipp si fa influenzare dagli stilemi delle favole, specialmente quando fa apparire gatti parlanti e due nuovi deliziosi personaggi femminili, Beatrix e Persephone, che paiono usciti dalla fantasia di Lewis Carroll.
Dead Boy Detectives è disegnato dall’acclamato penciler di Fables, Mark Buckingham, che peraltro aiuta Pitt ai testi negli ultimi due episodi del volume. Il suo tratto è, come di consueto, fluido ed elegante e c’è il proverbiale inventivo lay-out che i suoi estimatori conoscono.
Tuttavia, il lavoro, pur di buon livello, è meno efficace di quello di Fables, a causa delle chine di Victor Santos, Andrew Pepoy e Gary Erskine, non adatti al suo stile. In ogni caso, sebbene la serie non sia paragonabile alle pietre miliari Vertigo del passato, è interessante. Se avete quindi voglia di leggere un fantasy leggero e scacciapensieri vale un tentativo.