Bloody Mary, la storia di due destini incrociati – Recensione
Pubblicato il 20 Aprile 2016 alle 15:25
Da J-Pop una nuova intrigante storia di sangue e vampiri
“Finché sono in vita gli esseri umani sperimentano incontri di vario tipo.”
Ichiro Rosario di Maria è un giovane prete tormentato dai vampiri che adorano succhiare il suo sangue. Si difende da loro mostrando la croce che porta al collo, finché non incontra il bizzarro Bloody Mary che si intrufola nella sua casa e nella sua vita implorandolo di esaudire una richiesta.
Mary vuole assolutamente che Maria lo uccida. Sulle prime, il giovane prete è frastornato ma dopo aver tentato di mandare via in malo modo Mary, concede al vampiro di spiegarsi. Il ragazzino allora gli confida che Maria è l’ultimo esorcista ad aver ereditato il sangue di Maria, l’unico esorcista in grado di ucciderlo.
Mary è infatti in vita da ben 400 anni e nonostante le abbia tentate tutte, non è riuscito a uccidersi. Analizzando la personalità del vampiro, Maria si rende conto che si tratta di una pecorella smarrita; purtroppo però lui non è un esorcista, ma un semplice prete che non sa come uccidere i vampiri.
Decise così di scendere a patti con lui: finché non acquisirà il potere di ucciderlo gli permetterà di fargli da guardia del corpo, dato che è vittima dei continui assalti da parte dei vampiri che infestano la città.
Da una parte quindi un prete attaccatissimo alla vita, dall’altra un vampiro con un’impellente voglia di morire. Maria, se con i coetanei e soprattutto con il gentil sesso si dimostra affabile e alla mano, in realtà nasconde una natura ambigua che Mary ha intuito, ma il vampiro per perseguire il suo obiettivo deve mettere da parte dubbi e paure e stare accanto a Maria.
Il giovane prete, d’altro canto è sempre più perplesso riguardo le anomalie che riscontra nella natura vampiresca di Mary che addirittura sembra odiare la necessità di cibarsi di sangue. La prima volta che però se ne presenta l’occasione e il vampiro succhia quello di Maria, tra i due si instaura un legame ancora più ambiguo e profondo.
Scaramucce a parte i due trovano un loro equilibrio, minacciato però dall’entrata in scena di Hydra una vampirella che dichiara di conoscere il vero Bloody Mary e di Takumi, rampollo della famiglia Sakuraba che tiene invece nascosto a Maria un misterioso segreto… Chi sono in realtà i due protagonisti? Perché Maria non riesce a sprigionare il suo potere di esorcista? E perché Bloody Mary è un vampiro atipico?
Bloody Mary di Akaza Samamiya è l’ennesima vampire story servita in salsa manga. Nonostante però il tema sia ormai logoro e abusato, l’appeal dell’opera è innegabile.
Il dualismo tra la vita e la morte, il carattere dolce e aperto di chi brama la fine e quello oscuro e ambiguo di chi anela l’eternità, Mary e Maria sono due facce della stessa medaglia in espressione di una strana dicotomia: si odiano, si sfuggono, si inseguono e si usano a vicenda, non potendo fare a meno l’uno dell’altro.
Il sangue dolce di Maria è un elisir di vita per Mary, che brama la morte ma non riesce a frenare la sua sete. Maria porta con sé una storia oscura, un passato doloroso e un potere del quale neppure lui è a conoscenza e che strani personaggi sembrano voler impedire che impari a usare.
Disegni molti belli e intriganti, la tematica shounen ai che benché sottesa proietta un’ombra sensuale sul rapporto tra i protagonisti, Bloody Mary è una piacevole sorpresa che parte da premesse più che buone; trama accattivante che solleva più di un interrogativo nel lettore e un finale di volume con un colpo di scena, è un manga consigliatissimo ai fan del genere vampiresco che fa l’occhiolino al Boy’s Love.