FBP, la recensione del volume conclusivo della mini Vertigo
Pubblicato il 20 Aprile 2016 alle 11:20
Si concludono le vicende della FBP, la squadra di agenti impegnata a sventare minacce quantistiche! Che fine faranno Adam e i suoi colleghi intrappolati in una sequela di paradossi spazio-temporali? Ce lo spiegano Simon Oliver e Alberto Ponticelli!
Tra le serie Vertigo uscite negli ultimi mesi c’è stata FBP, intrigante saga fantascientifica incentrata su una squadra di agenti federali impegnati a risolvere casi riguardanti fenomeni inspiegabili. La testata però non è caratterizzata da situazioni paranormali ma da idee e concetti mutuati dalle teorie della fisica quantistica. E’ questa la particolarità del comic-book firmato da Simon Oliver, messosi precedentemente in luce con il delirante The Exterminators.
Il mondo descritto dall’autore è in pratica il nostro ma per una serie di ragioni è soggetto a svariati fenomeni, denominati ‘tempeste quantistiche’, che provocano parecchi disagi alla collettività. Per questa ragione esiste l’FBP, il Federal Bureau of Physics, squadra governativa che cerca di affrontare le situazioni a rischio. Uno dei protagonisti principali è Adam, figlio di uno scienziato ufficialmente morto, che a un certo punto tenta di scoprire la verità sul passato misterioso del padre.
Oltre a lui Oliver ha inserito altri character e un ruolo importante nelle story-line l’hanno giocato Cicero, superiore di Adam, e la bella agente Reyes che, come si è scoperto, proviene addirittura da una dimensione parallela. A essi si sono poi aggiunti imprenditori infidi, membri di società dalle finalità ambigue e varia umanità. FBP, lo ripeto, è intrigante ma di non facile lettura. Molte delle trame concepite da Oliver possono risultare cervellotiche e complicate ma più che altro perché è complicato il complotto ai danni di Adam e soci.
Sì, in effetti, c’è un complotto e uno dei responsabili pare essere Blackwood, imprenditore senza scrupoli dotato di notevoli mezzi economici. Ma non è davvero lui la mente, come si scoprirà in questo ultimo tp che porta a compimento tutte le sottotrame degli altri volumi. Adam e i suoi colleghi sono intrappolati in una specie di spazio quantico e forse non riusciranno a salvarsi. Il mondo, inoltre, rischia di finire, dal momento che tutte le leggi della fisica sembrano ormai impazzite.
Oliver racconta una storia che non ha un incedere lineare, ricca di flashback e flashforward che risultano appropriati per un fumetto del genere. Ma fornisce la risposta a ogni domanda, architettando nello stesso tempo una fine che potrebbe potenzialmente preludere a un nuovo inizio. Diciamo che non c’è un happy ending ma si coglie comunque un senso di speranza e di ottimismo nei confronti del futuro. E sarà determinante la piccola Ina, la bambina di colore dalla mente geniale che Oliver aveva presentato negli episodi precedenti.
I testi sono ben curati, assimilabili a quelli della narrativa cyberpunk, e spesso valorizzati dall’ironia. E nel complesso lo sceneggiatore svolge un buon lavoro. Il tp va tenuto d’occhio anche per i disegni del bravissimo Alberto Ponticelli, ormai avvezzo a lavorare nel mercato statunitense. Il suo stile è grezzo e aggressivo e le sue figure contorte ma espressive conferiscono un delizioso tono indie a una serie anomala come questa.
Dimostra poi particolare abilità e inventiva nel lay-out e nella raffigurazione delle pazzesche dimensioni alternative immaginate da Oliver, degne di un trip da LSD grazie ai colori intensi e appunto psichedelici dell’ottimo Michael Wiggam. In definitiva, FBP non è stata forse una collana paragonabile ai grandi capolavori Vertigo di un tempo ma non è priva di qualità e questo ultimo, fondamentale tassello narrativo non è trascurabile.