Vinyl, una “stupefacente” avventura musicale – Recensione

Pubblicato il 26 Aprile 2016 alle 21:00

Attraverso le avventure di Richie Finestra e della sua casa discografica, in Vinyl respiriamo il clima degli anni ’70 americani fra sesso, droghe, ribellione e la nascita del punk.

New York, 1973. Dopo anni ruggenti coronati da enormi successi, la casa discografica di Richard Finestra, l’American Century, è in piena crisi finanziaria. Per ovviare alla situazione economica, Richie e i suoi soci decidono di vendere l’etichetta alla Polygram.

Ripulito ormai da tempo dalla droga, Richie sembra non avere più nessun’altra scelta se non quella di abbandonare la sua creatura e il suo lavoro…fino a quando, per caso, finisce in uno degli edifici periferici della città dove si tengono abitualmente concerti clandestini. E’ qui che il protagonista ha l’illuminazione, la luce  mostra finalmente le esigenze musicali di un ormai nuovo pubblico .

L’epifania, simboleggiata dal crollo dell’edificio stesso dopo il concerto, sarà il simbolo di tutto il viaggio che affronteranno i protagonisti in questa prima stagione.

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Da questo momento in poi, l’azienda cambierà rotta cercando di ingaggiare artisti ruvidi, veri, non conformi alla società e che rispecchino realmente la sofferenza e la perdita di fiducia nel sistema del periodo storico.

Così, tra difficoltà, imprevisti, sesso e droga, Richie porta avanti il cambiamento della sua compagnia, affidando l’immagine della nuova sotto etichetta, intenta appunto a rispecchiare questo vento di cambiamento, ai Nasty Bits, gruppo di ragazzi di strada, veri, guidati da Kip Stevens e che si dividono tra sesso, droga e problemi esistenziali.

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Non solo musica, però: durante tutta la stagione, il personaggio del protagonista è caratterizzato e inserito magistralmente nel tempo storico che viene rappresentato. Di Richie Finestra viene dunque analizzato non solo il lato da produttore , ma anche il difficile rapporto con la moglie, la droga e la criminalità organizzata con la quale, dopo una serie di eventi, entra a contatto.

E mentre Mr. Finestra (interpretato da un perfetto Bobby Cannavale) segue il suo percorso di crescita individuale, i personaggi di contorno si incastrano perfettamente nella storia: dall’intraprendente Jamie Vine, giovane donna partita da semplice ragazza del pranzo a talent scout che si occuperà della carriera dei Nasty Bits, a Zack Yankovich, pubblicitario socio e amico di Richie, col quale entrerà spesso in conflitto, fino ad arrivare a Lester Grimes,attuale manager dei Nasty e uno dei primi artisti che Richie ha prodotto, col quale ha una sorta di rapporto amore-odio.

Ambientata in un periodo di grandi cambiamenti, dove le crisi sociali e politiche portano una nuova generazione alla solitudine e alla sofferenza, la serie di Scorsese e Jagger racconta attraverso la musica (un mondo in continuo cambiamento, metafora azzeccata del periodo storico) l’America degli anni ’70 tra eccessi, ribellioni e voglia di cambiare il mondo.

Iniziando e finendo allo stesso modo (sia nella prima puntata che nell’ultima sono presenti edifici dominati interamente dalla follia e dall’anarchia, rappresentate sia col crollo naturale che con la distruzione artificiale), col caos, la confusione e il rilascio totale delle emozioni interne, Vinyl appassiona, coinvolge e trasmette agli spettatori tutte le emozioni di una generazione che, seppur con le dovute differenze, non è poi così lontana dalla nostra.

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