Debora la rivale, una commedia irresistibile – RECENSIONE
Pubblicato il 27 Aprile 2016 alle 16:25
Da Goen la riproposta di un classico senza tempo
Asayo è una studentessa universitaria che ha appena traslocato e si è trasferita a vivere da sola. Non appena arrivata nel nuovo appartamento scopre che il suo vicino di casa è un bellissimo ragazzo biondo.
Asayo se ne innamora a prima vista, ma è destinata a una cocente delusione: il giovane, infatti, si fa chiamare Debora, si crede e si comporta come una ragazza. Asayo, senza volerlo attira su di sé le attenzioni di Ryoichi Harada, lo stesso ragazzo che piace a Debora, che diventa quindi la sua “rivale” in amore.
Nonostante questo, la ragazzina – accantonate le sue mire su Debora per ovvi motivi – gli offre la sua amicizia disinteressata. Tra loro nasce quindi un bellissimo rapporto di fiducia, condito da momenti esilaranti, fraintendimenti di sorta e un pizzico di pepe.
La situazione diventa esplosiva quando un giorno, mentre Debora è sotto la doccia a casa di Asayo arrivano a sorpresa i genitori della ragazza e fraintendendo la situazione hanno una reazione spropositata. Debora per difendere Asayo confessa a sorpresa al padre della giovane che è il suo promesso sposo.
Debora, che in realtà si chiama Umenosuke Ichimatsu e appartiene a una nota famiglia caposcuola della cerimonia del tè, è realmente promesso sposo a una ragazza, Ati Sengokuin, maestra della cerimonia del tè. Quando Debora torna dopo tanto tempo a casa per presentare Asayo ai genitori e far loro mettere l’anima in pace riguardo il suo fidanzamento combinato, la situazione si complica ulteriormente… Ati sfida Asayo a servire degnamente una cerimonia del tè, per vedere chi tra loro meriti di sposare Debora.
Inizia così un duro periodo di addestramento per Asayo, la quale sempre più a stretto contatto con Debora ammette a se stessa di amarla anche se è una ragazza… come finirà la sfida? E nonostante la presunta omosessualità di Debora, Asayo riuscirà a far breccia nel cuore del giovane?
Debora la rivale, della compianta Kaoru Tada, autrice dei notissimi Kiss me Licia e Itazura Kiss, è uno shoujo pubblicato già negli anni’90 che la Goen ripropone ai suoi lettori in una bella edizione, con molte tavole a colori. Il manga partendo da una bizzarra premessa, sviluppa una trama che affronta temi maturi come il matrimonio, l’identità sessuale, le convenzioni sociali.
Il protagonista maschile della storia che sceglie di ribattezzarsi Debora, di parlare con voce da donna e di atteggiarsi a tale, in realtà non lo fa seguendo la propria inclinazione sessuale, ma forse come atto di protesta nei confronti di una famiglia che ha già programmato il suo futuro sentimentale e lavorativo.
Una sorta di fuga dal se stesso rampollo di una ricca famiglia, un reinventarsi una nuova personalità con la quale seguire la propria natura. Debora infatti fa parte del club della cerimonia del tè e la sua eleganza lo rende perfetto nel suo ruolo, pur non svilendo la sua virilità.
Intenso e profondo anche il personaggio femminile della storia, cui capita tra capo e collo un affascinante e all’apparenza irraggiungibile vicino di casa. Se all’inizio la giovane sembra rinunciare al suo sentimento nei confronti di Debora, molto significativo è il suo affezionarsi e scegliere di amarlo comunque, ricambiato o meno. L’amore che si dona non è mai quindi sprecato.
Importanti e interessanti i messaggi di cui la maestra Tada ha intriso la sua opera. Innanzitutto Debora la rivale dà un calcio deciso alla discriminazione tra i sessi, affrontando l’argomento dell’omosessualità senza ipocrisia, né edulcorazioni, con un espediente che sulle prime può apparire stravagante, ma che nel prosieguo della storia si rivelerà determinante per rendere credibile ed efficace il personaggio di Debora senza farlo mai scadere nel ridicolo.
Non c’è scena, né atteggiamento in cui il ragazzo appaia la caricatura di se stesso, né sopra e righe. È solo un ragazzo eccentrico e talmente dignitoso da superare le differenze tra i sessi.
Umenosuke è costretto dalle convenzioni sociali ad assumere una nuova identità, addirittura cambiando gender – benché non materialmente. E qui la Tada si scaglia contro il malcostume delle tradizioni familiari tramandate a forza, contro il finto perbenismo di una società snob che punta quasi solo all’apparenza e troppo poco alla sostanza.
Temi maturi, graffianti, infiocchettati grazie a gag irresistibili che rendono lo shoujo uno tra i più belli del suo genere. I disegni sono i tipici degli anni’80, pochi vetrini e linee rette, ma nonostante visi spigolosi, abbigliamento e pettinature strampalate, risultano godibilissimi.
Davvero un classico intramontabile da riscoprire, e incredibilmente attuale. Una delle perle lasciateci dalla grande maestra Kaoru Tada, scomparsa troppo presto a causa di una fatalità.