Rinne vol. 1 – Rumiko Takahashi – recensione
Pubblicato il 6 Maggio 2011 alle 12:00
Rinne vol. 1
Autore: Rumiko Takahashi
Editore: Star Comics
Provenienza: Giappone
Prezzo: € 4,20
Recensione
Dopo essersi smarrita da bambina in un bosco, Sakura Mamiya ha acquisito il potere di vedere gli spiriti. Ormai liceale, questa speciale capacità la porta a stringere amicizia con Rinne Rokudo, suo compagno di classe nonché squattrinato shinigami impegnato a far raggiungere il nirvana alle anime inquiete.
Insieme al gatto nero Rokumon, e sotto la supervisione di Tamako, l’eccentrica nonna di Rinne, iniziano le avventure di Sakura alle prese con le responsabilità e i pericoli del mestiere di dio della morte.
Con la pubblicazione di Rinne arriva anche in Italia l’ultima fatica di Rumiko Takahashi, ancora una volta targata Star Comics.
A distanza di un anno dalla conclusione di “Inuyasha”, la sensei Takahashi riprende in mano il pennello per dare vita a una serie che sfrutta nuovamente il filone soprannaturale, inserendolo questa volta nel contesto scolastico, per una commedia che sembra quasi tirare le somme della carriera di questa prolifica mangaka.
L’inconfondibile tratto della Takahashi in questo primo volume risente ancora fortemente dell’opera precedente, con il risultato di dare vita a due protagonisti che dal punto di vista grafico richiamano senza troppe differenze Kagome e Inuyasha, per quanto le loro caratterizzazioni se ne discostino.
Sakura si presenta come una ragazza di gran lunga meno emotiva rispetto all’eroina che da ultimo l’ha preceduta, coerentemente con il fatto di essere ormai abituata a convivere con le visioni degli spiriti. Dal canto suo, Rinne si dimostra più risoluto e meno impulsivo dello scapestrato demone-cane, assumendosi la responsabilità del suo mestiere, nel tentativo di sbarcare il lunario.
Il contorno di stravaganti personaggi che accompagnano i protagonisti ripropone poi la collaudata formula che la Takahashi sviluppa in ogni sua storia, per un insieme variegato di figure che strizzano l’occhio al non-sense, tenendo vivo il ritmo della narrazione.
Le pagine scorrono facilmente, grazie ad una struttura della tavola di ampio respiro, che privilegia i piani e le figure, riducendo al minimo le scenografie. Da questo punto di vista si nota in modo netto la differenza con “Inuyasha”, dove le ambientazioni erano fondamentali per contestualizzare le vicende tra epoca Sengoku e mondo moderno. In “Rinne”, invece, il mondo reale è tratteggiato in modo scarno, mentre risultano più curati e dettagliati gli ambienti propri della dimensione ultraterrena.
L’edizione italiana curata dalla Star Comics è molto buona, pur essendo quella standard da edicola (11,5×17,5) di 192 pagine in bianco e nero su carta bianca e resistente, con rilegature solide. Ben realizzato anche il lavoro di traduzione e adattamento. Il rapporto qualità-prezzo è pertanto proporzionato.
In conclusione, “Rinne” è una lettura fresca e piacevole, che rischia di soffrire del confronto con altri manga incentrati sugli shinigami (“Bleach” su tutti). A ben vedere, tuttavia, si tratta di un’opera assolutamente in linea con lo stile della Takahashi, che coniuga gli aspetti tipici delle sue celebri commedie con l’esperienza maturata durante la realizzazione di Inuyasha, rendendo anche difficile sbilanciarsi sui possibili sviluppi della trama. Immancabile per i fan di questa autrice, e consigliato agli amanti del genere.