The Witch and the Hundred Knight PS4 – Recensione
Pubblicato il 15 Aprile 2016 alle 08:00
Quando si parla di mondi fantastici in cui la magia e l’atmosfera la fanno da padrone, la fantasia viaggia sempre a briglia sciolta. Nel caso di questo titolo inoltre avremo anche la possibilità di condire le nostre avventure di tante battute e siparietti spassosi che ci regaleranno qualche ora di spensierata allegria.
Proprio così, The Witch and The Hundred Knight è un videogioco di ruolo dallo stampo decisamente orientale che senza far gridare al capolavoro ci catapulterà in un mondo misterioso e fatato ricco di strane avventure e di sana comicità grottesca.
The Witch and The Hundred Knight è un gioco di avventura e di azione RPG, sviluppato dalla Nippon Ichi Software, pubblicato dalla NIS America e distribuito dalla Koch Media, per la piattaforma SONY Playstation 4 a partire dal 18 marzo 2016.
Il titolo non è in Italiano, ma solo in lingua originale Giapponese e Inglese, ma niente paura, sebbene i testi siano piuttosto lunghi, sono anche piuttosto semplici ed elementari, quindi facilmente comprensibili.
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L’avventura di The Witch and The Hundred Knight comincia quando la strega Metallia, sovrana di un’oscura e putrida palude, evoca dall’oscurità un creatura strampalata e piuttosto tormentata.
Saremo proprio noi a prendere le parti di questo strano essere senza molta capacità cerebrale, e saremo mandati in missione per far sbocciare dei particolari pilastri floreali, che riverseranno dei mefitici liquami in ogni luogo, consentendo così di estendere il dominio paludoso della perfida strega a cui siamo asserviti.
Quello che si nota sin da subito è che la trama del gioco sia piuttosto debole e che passi piuttosto sotto traccia rispetto al resto del titolo, la sceneggiatura è piuttosto irriverente e molto predisposta alla gag e alle battute, ma che spesso però si rivelano non troppo riuscite e un po’ troppo forzate.
Inoltre il gioco è afflitto da una lunghezza dei dialoghi piuttosto sproporzionata, i personaggi sono molto prolissi e noiosi, e formulano spesso e volentieri delle frasi vuote e inutili.
L’esplorazione della mappa che dovremo scoprire di volta in volta sarà fin troppo semplice e anche troppo pilotata. Infatti ci sarà indicato sin da subito le strade che dovremo seguire, rivelandosi progressivamente nell’avanzare degli scenari.
Nelle varie mappe poi troveremo dei punti di sbarramento, che sono nella maggior parte dei casi delle porte attivabili attraverso dei semplici meccanismi, che ci permetteranno di passare alla mappa successiva. Il nostro obiettivo in ogni stage è dunque quello di trovare i pilastri che permetteranno alla strega di rendere paludoso il mondo e in genere nei pressi dell’ultimo pilastro troveremo il boss di fine livello.
In alcune zone della mappa poi troveremo dei piccoli villaggi in cui potremo sia acquistare oggetti e che forzare l’ingresso all’interno delle abitazioni effettuando dei Raid, che se avranno successo, ci faranno ottenere dei preziosi oggetti che ci saranno utili alla causa.
Il comparto tecnico, pur non eccellendo, è abbastanza solido. Il sistema di comandi è piuttosto semplice ed intuitivo, con i tasti direzionali potremo richiamare il menù dell’equipaggiamento delle armi, dell’inventario, della mappa e dei bonus.
Ma non avremo il solito zainetto da cui prendere e riporre i vari oggetti, ma li potremo tirar fuori direttamente dal nostro stomaco.
Inoltre potremo selezionare fino a cinque armi diverse che ci permetteranno di inanellare delle combo veramente micidiali con le quali colpire i nemici che ci si pareranno davanti. Sarà questo il trucco principale per andare avanti nel gioco senza troppi intoppi. Infatti basterà trovare una combinazione preferita efficace, e i colpi che riusciremo ad infliggere ai nemici saranno sempre assicurati.
Purtroppo però alla lunga, non variegando il tipo di attacco e le tattiche di combattimento, si presenta una generale ripetitività dell’azione che potrebbe ben presto annoiare.
Ciò che mette un po’ di pepe, ed evita l’eccessiva ripetitività del titolo, è la presenza di un sistema di classi che modificano sia l’aspetto che i bonus d’attacco del nostro protagonista, vivacizzando un po’ l’azione, sebbene poi le abilità che avremo a disposizione non sono poi molte e sono spesso abbastanza inutili.
E’ presente anche una sorta di livello di Karma che si modifica in base alle azioni del nostro personaggio, ma dagli effetti piuttosto deboli e quasi impercettibili. Come di consueto per ogni RPG che si rispetti, dovremo eliminare i nemici per guadagnare esperienza e far salire di livello il nostro personaggio. Ad ogni livello raggiunto, quando saremo vicino ai pilastri di fine stage, potremo assegnare dei gradi alle nostre varie caratteristiche per poterle potenziare.
Un aspetto molto interessante di questo gioco è il sistema calorico del nostro personaggio. Infatti dovremo stare molto attenti al suo consumo energetico durante i vari stage, perchè il nostro eroe partirà all’inizio con lo stomaco pieno, ma la sua fame insaziabile lo porterà ad un progressivo consumo delle sue riserve di Giga Calorie, terminate le quali scenderà inesorabilmente la barra della vita.
Inoltre, la grande varietà di armi ed oggetti ottenibili durante il gioco rappresenta indubbiamente un altro dei punti di forza di questo titolo e in definitiva il gameplay di The Witch and The Hundred Knight risulta anche piuttosto piacevole e si allontana in maniera abbastanza netta dal canone classico, e ormai consolidato, degli altri giochi d’azione RPG.
La componente grafica è una delle note dolenti del titolo e lascia piuttosto a desiderare. Sebbene il colpo d’occhio sia sufficientemente accattivante e variopinto con una visuale isometrica e con lo stile spigoloso e un po’ naif tipico della casa di sviluppo Nippon Ichi, i modelli poligonali sono piuttosto datati e stonano un po’ su una console di ultima generazione quale è la Playstation 4.
Anche il livello dell’aliasing purtroppo è su questa lunghezza d’onda e non supporta affatto la grafica, che sebbene abbia degli spunti visivi interessanti ed uno stile decente, in generale questo risulta piuttosto sotto tono e senza particolari elementi memorabili da sottolineare che lascino il segno nell’occhio dello spettatore.
Un aspetto di The Witch and The Hundred Knight veramente positivo e davvero ben riuscito è indubbiamente rappresentato dalla colonna sonora del gioco.
Infatti la serie di brani musicali che compongono la track list è ottimamente realizzata, perfetti per caratterizzare le atmosfere fantasy e tendenti al gotico e al grottesco di questo titolo. La dualità tra l’aspetto buffo del protagonista e le ambientazioni tetre è ben sottolineato appunto dalla colonna sonora, che spesso e volentieri presenta degli inframezzi musicali quasi anempatici.
In definitiva The Witch and The Hundred Knight non è un titolo riuscitissimo, ma malgrado ciò riesce comunque ad essere godibile e giocabile, con numerosi spunti interessanti e divertenti.
Lo stile certo non gli manca ma è indubbiamente un bel passo indietro rispetto al suo predecessore, Disgaea, che era caratterizzato invece da una comicità cinica e dissacrante che si era lasciata piuttosto apprezzare.
Il vero aspetto che penalizza il gioco è la struttura narrativa, con dei personaggi senza spessore e facilmente dimenticabili, delle meccaniche da RPG piuttosto deboli o estremamente macchinose, una serie di orpelli aggiuntivi che risultano il più delle volte superflui e inutili e dei dialoghi che ricercano a tutti i costi la comicità, ma si rendono spesso piuttosto lunghi e fastidiosi.