Il Cacciatore e la Regina di Ghiaccio – Recensione
Pubblicato il 12 Aprile 2016 alle 00:15
Mentre la perfida regina Ravenna usa la sua bellezza per sottomettere svariati regni, sua sorella Freya è vittima di un terribile tradimento che scatena i suoi poteri congelanti. Freya lascia Ravenna, crea un suo regno innevato diventando la Regina di Ghiaccio e strappa i giovani del suo reame ai loro genitori per crescerli come spietati guerrieri. Incapace di sopportare l’amore che lega due di loro, Eric e Sara, Freya li separa. Dopo la sconfitta di Ravenna per mano di Biancaneve, Eric è diventato un suddito della benevola regina e riceve l’incarico di ritrovare lo Specchio Magico, misteriosamente scomparso.
Biancaneve e il Cacciatore è stato uno dei film più irritanti e stucchevoli degli ultimi anni, una rilettura in chiave emo della fiaba dei fratelli Grimm nella quale gli elementi fantastici o avventurosi erano solo un pretesto per dinamiche ed intrecci sentimentali. Non a caso la protagonista era un’anemica Kristen Stewart, reduce dal successo di Twilight.
Per questo prequel-sequel, la regia passa da Rupert Sanders a Cedric Nicolas-Troyan che ha lavorato nel primo episodio come regista di seconda unità e direttore degli effetti visivi ricevendo un’immeritata nomination agli Oscar. Le intenzioni sono anche buone. Il film cambia registro, mantenendo al centro della storia l’elemento romantico ma puntando di più su action e avventura. La carenza di idee rende però il prodotto finale terribilmente inerte e derivativo, in special modo saccheggiando le trilogie tolkieniane dirette da Peter Jackson.
Il cast è sacrificato da archi narrativi del tutto monodimensionali. Chris Hemsworth interpreta il cacciatore Eric con lo stesso piglio con cui interpreta Thor. Jessica Chastain si limita ad essere la sua controparte femminile ma, in veste di eroina, è sempre preferibile alla Stewart di cui non sentiamo la mancanza. I due si limitano a combattere e ad amoreggiare.
La presenza di due sorelle regine, una delle quali dotata di poteri di ghiaccio vuol cavalcare con una certa sfacciataggine le suggestioni e il successo del Frozen disneyano. Se Emily Blunt si limita al minimo sindacale, Charlize Theron torna solo per onore di firma, si ha la sensazione che non fosse davvero indispensabile e la sua Ravenna continua a sembrare parte di uno spot patinato interpretato dalla stessa attrice. Ridotto il numero dei nani per conferire maggior spazio al bravo Nick Frost, le cui doti comiche nel primo episodio erano soffocate ma la sceneggiatura non lo aiuta neanche qui.
Il film si siede su stilemi risaputi, è banale e prevedibile. Le scene di combattimento sono coreografate bene ma gravate da pessimi effetti digitali e tutto si risolve in una scaramuccia finale. Non vale neanche la pena di parlare della moraletta zuccherosa alla base della storia. Come se non bastasse, l’epilogo apre ad un terzo episodio.