X-Men di Bryan Singer
Pubblicato il 5 Aprile 2015 alle 10:52
Creati nel ’63 da Stan Lee e Jack Kirby per la Marvel Comics, gli X-Men sono un gruppo di supereroi mutanti, ovvero esseri umani con il DNA alterato da un gene mutante che dona a ciascuno di loro differenti poteri, a volte considerati un dono altre una maledizione. Temuti dalla gente comune, i mutanti si dividono in due gruppi.
Da una parte gli X-Men, riuniti dal prof. Charles Xavier, che vogliono usare le loro capacità per proteggere l’umanità ed ottenere l’integrazione. Gli si contrappone la Confraternita dei Mutanti guidata da Magneto, intenzionato ad annientare l'”homo sapiens” nel timore di una persecuzione. La serie ebbe alterne fortune fino alla rivoluzione di Len Wein e Dave Cockrum che nel ’75 rifondarono il gruppo originale inserendo nuovi membri tra cui il celebre Wolverine. A seguire, Chris Claremont e John Byrne scrissero per gli X-Men alcune delle saghe più geniali e appassionanti nella storia del fumetto supereroistico rendendoli tra i personaggi più amati dai lettori, ancora oggi ai primi posti nelle classifiche di vendita.
All’inizio degli anni ’90, Stan Lee e Chris Claremont discussero una trasposizione cinematografica degli X-Men con la Carolco Pictures e con James Cameron, regista di kolossal fantascientifici di grande successo come i primi due Terminator e Aliens – Scontro finale. L’accordo cadde quando Cameron iniziò a lavorare su Spider-Man, che non avrebbe portato a compimento, e la Carolco andò in bancarotta in seguito a un paio di grossi flop. I diritti sugli X-Men tornarono alla Marvel che, nel ’92, iniziò a prendere in considerazione l’ipotesi di cederli alla Columbia Pictures. Nel frattempo, l’enorme successo della seria animata degli X-Men su Fox Kids, realizzata da Avi Arad, spinse la produttrice Lauren Shuler Donner ad acquistare i diritti del film per la stessa 20th Century Fox.
Andrew Kevin Walker scrisse una prima sceneggiatura che contemplava l’ingresso di Wolverine negli X-Men e la sua rivalità con Ciclope. La Confraternita dei Mutanti di Magneto tentava di conquistare New York mentre l’antropologo xenofobo Henry Peter Gyrich e Bolivar Trask, della Commissione Attività Superumane, sguinzagliavano le colossali Sentinelle contro i mutanti. Altre sceneggiature vennero scritte da John Logan, James Schamus e Joss Whedon, la cui versione venne respinta a causa del tono pop troppo marcato. Nel ’96, Michael Chabon scrisse un trattamento che non prevedeva l’introduzione della Confraternita prima del sequel.
Robert Rodriguez respinse l’offerta di dirigere il film. Dopo il trionfo de I soliti sospetti, nel quale si era dimostrato in grado di gestire un cast ampio e di altissimo livello, Bryan Singer voleva girare una pellicola di fantascienza. La Fox gli offrì Alien resurrection ma il produttore Tom DeSanto lo giudicò più adatto per X-Men proprio per la natura corale della storia. Singer rifiutò più di una volta considerando i fumetti una forma poco intelligente di letteratura. Quando finalmente si convinse a leggere gli albi della Marvel e guardò la serie tv, tornò sui suoi passi, riconobbe il valore della narrativa disegnata e accettò di dirigere il film.
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Nel ’96, mentre Singer dirigeva L’allievo, tratto da un racconto di Stephen King, Ed Solomon scrisse una nuova sceneggiatura. La Fox voleva un’uscita per il natale del ’98 e stanziò un budget di 75 milioni di dollari. Singer e DeSanto ultimarono un trattamento che sviluppava con serietà e realismo i temi dell’emarginazione, dell’alienazione e della persecuzione. La Fox lo giudicò troppo costoso e lo respinse. Il produttore esecutivo Thomas Rothman convinse Singer ad eliminare fatti e personaggi che non sarebbero stati indispensabili alla trama principale. Il regista e DeSanto chiesero a Christopher McQuarrie, sceneggiatore de I soliti sospetti, di riscrivere la sceneggiatura. Contemporaneamente, anche David Hayter lavorò allo script e nel film sarebbe stato accreditato solo il suo nome poiché McQuarrie riconobbe che la pellicola era più inerente alla versione del collega.
Il personaggio più importante per la presa sul pubblico sarebbe stato Wolverine, il più amato dai lettori. Apparso per la prima volta nel ’74 come avversario occasionale dell’incredibile Hulk, Wolverine, chiamato anche Logan, è dotato di un fattore che lo rende praticamente invincibile e che ha permesso al programma segreto militare Weapon X di ricoprire il suo scheletro di adamantio, un metallo indistruttibile con tanto di artigli che il mutante estrae dal dorso delle mani. Antieroe brutale, guerriero consumato, cinico e ribelle, privo dei ricordi del suo passato, Wolverine è un duro dal cuore tenero, spronato da un forte senso di giustizia, icona assoluta dell’universo Marvel e del fumetto in generale, meritevole di diverse serie a lui dedicate nelle quali vengono raccontate, seppure in modo frammentario, non solo le sue origini ma anche il suo futuro.
Per il ruolo, Singer avrebbe voluto ingaggiare Russell Crowe ma il compenso richiesto dall’attore era troppo alto. Venne poi scelto lo scozzese Dougray Scott, ma il contratto prevedeva la sua presenza anche nel sequel e i suoi impegni con Mission: impossible II lo indussero a rinunciare. La parte andò a Hugh Jackman, sconosciuto all’epoca, che si rivelò meno rozzo del suo alter-ego fumettistico ma ne tratteggiò bene il carattere scontroso e solitario accattivandosi anche il pubblico femminile. Per gli artigli fu necessario realizzare dei calchi in silicone delle braccia di Hugh Jackman e delle controfigure per un totale di 700 protesi differenti.
Wolverine incontra la giovane Rogue, soprannome di Anna Marie, il cui fattore mutante le permette di assorbire le energie psicofisiche di chiunque la tocchi rendendola pericolosa o addirittura letale. L’impossibilità di avere contatti fisici con altri esseri umani fa di Rogue il personaggio simbolo dell’alienazione dei mutanti, figura centrale del film, interpretata dalla giovane Anna Paquin, e pedina fondamentale per il piano della Confraternita dei Mutanti che tenta di rapirla poco dopo il suo incontro con Wolverine.
Salvati dagli X-Men, Wolverine e Rogue vengono condotti nella Scuola per Giovani Superdotati del saggio e benevolo prof. Charles Xavier, paralitico e in possesso di abilità telepatiche, determinato a lottare per un’integrazione pacifica con gli umani. Per il ruolo, Singer volle fin da subito il grande attore inglese Patrick Stewart, noto per aver interpretato il capitano Picard nella serie Star trek The next generation. Nel periodo del casting, Stewart era impegnato sul set di Ipotesi di complotto, diretto da Richard Donner, regista dei primi due Superman e co-produttore di X-Men insieme alla moglie, la sopracitata Lauren Shuler.
Nella scuola, Wolverine intreccia subito un rapporto di rivalità, soprattutto sentimentale, con Ciclope, alias Scott Summers, che nel fumetto è membro degli X-Men fin dal gruppo originale. Gli occhi di Ciclope emettono dei devastanti raggi di energia rossa che riesce a controllare solo indossando il suo visore. Capo in seconda degli X-Men dopo Xavier, Ciclope è l’esatto opposto di Wolverine, un eroe politicamente corretto qui interpretato dal misconosciuto James Marsden dopo la rinuncia di Jim Caviezel per gli impegni sul set di Frequency.
Pomo della discordia tra Wolverine e Ciclope è la dottoressa Jean Grey, anch’essa appartenente al gruppo originale con il nome di battaglia di Marvel Girl, rappresentante della causa dei mutanti in Congresso, dotata di poteri telecinetici e telepatici che sfuggono sempre più al suo controllo. Impersonata sullo schermo dalla bellissima olandese Famke Janssen, Jean Grey ha una relazione con Ciclope ma non è insensibile al fascino di Wolverine che s’innamora di lei.
Altro membro fondamentale degli X-Men è Tempesta, alias Ororo Munroe, insegnante nella scuola di Xavier e dotata di poteri che le permettono di manipolare gli elementi atmosferici. Bella e saggia, Tempesta difende gli umani pur provando per loro sentimenti contrastanti tra timore e rancore. Per il ruolo vennero prese in considerazione Angela Bassett e Janet Jackson ma alla fine la spuntò Halle Berry che riuscì ad infondere nel personaggio la dolcezza e la maturità necessarie.
Magneto, l’ebreo Erik Lehnsherr, è un personaggio estremamente complesso. Sopravvissuto all’Olocausto dichiara guerra agli umani proprio nel timore di una nuova persecuzione, stavolta a danno dei mutanti. Geniale scienziato dotato di poteri magnetici, è il nemico perfetto per Wolverine e il suo scheletro di adamantio. Dopo aver provinato Terence Stamp, il Generale Zod della saga di Superman, la scelta di Singer ricadde su Ian McKellen che aveva lavorato con lui ne L’allievo. Pur non avendo il fisico scultoreo della sua controparte fumettistica, sir McKellen tracciò il personaggio in modo perfetto e, insieme a Stewart, inglese e shakespeariano come lui, diede vita a dialoghi memorabili che racchiudevano tutta la filosofia dei due personaggi, un tempo amici ed ora avversari. Nel film, Magneto vuole usare una macchina di sua invenzione per trasformare i leader mondiali in mutanti e favorire la prosperità della sua razza.
Sono tre i mutanti che affiancano Magneto nella sua Confraternita. Il ferino Sabretooth, che ha il fisico possente di Tyler Mane, è dotato di scheletro di adamantio come Wolverine con il quale, come viene raccontato nel fumetto, condivide le origini. Ma la natura del rapporto tra i due non viene approfondito nel film e verrà chiarito negli episodi successivi.
Il viscido Toad, dalla pelle verdastra, la lingua prensile ed in grado di sputare una sostanza vischiosa ha il volto dell’atletico stunt Ray Park, noto per aver interpretato il Lord Sith Darth Maul nell’Episodio I di Star Wars.
L’infida mutaforma Mystica è un’irriconoscibile ma sempre sensuale Rebecca Romijn-Stamos, qui con la pelle blu, gli occhi gialli e i capelli rossi. Il suo make-up richiedeva nove ore di applicazione e, prima delle riprese, l’attrice non poteva bere vino, prendere l’aereo o usare creme di bellezza perché avrebbero potuto alterare la chimica della sua pelle e la conseguente caduta delle protesi. Inoltre doveva rimanere isolata dal resto della troupe per la maggior parte del tempo. Un’esperienza che si rivelò particolarmente dura.
Figura importante nel film come nel fumetto è quella del senatore Robert Kelly, interpretato da Bruce Davison, detrattore dei mutanti e primo ad essere trasformato dalla macchina di Magneto. Il fattore mutageno acquisito lo rende capace di liquefare il proprio corpo ma con dei letali effetti collaterali.
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L’uscita del film fu fissata inizialmente per il Natale del 2000 ma a causa dello slittamento di alcune date della Fox, l’uscita fu anticipata a giugno e poi a spostata luglio. Singer fu così costretto a completare il film con sei mesi d’anticipo. Le riprese iniziarono nel settembre del ’99 in Canada. Casa Loma, Roy Thomson Hall e Metro Hall vennero utilizzate per gli interni della scuola di Xavier e Parkwood Estate per gli esterni. Per lo scontro tra gli X-Men e la Confraternita nella stazione ferroviaria si ricorse alla Toronto Union Station e all’Hamilton GO Centre. La battaglia finale a Liberty Island fu girata allo Spencer Smith Park e si ricorse ad un modello in scala della Statua della Libertà.
All’inizio si pensò di riprodurre i costumi degli X-Men esattamente com’erano nel fumetto ma Chris Claremont si oppose affermando che in un contesto realistico certi colori sgargianti sarebbero stati ridicoli. Si passò alla linea blu-gialla dei costumi originali ma ad un primo test fu chiaro che non funzionavano. La Marvel approvò allora le tute nere in pelle che suscitarono qualche reazione contraria dei fans all’uscita delle prime foto di produzione. Per sdrammatizzare, nel film venne inserita l’ormai celebre battuta di Wolverine: “Andate davvero in giro vestiti così?”, e Ciclope risponde: “Beh? Cosa preferiresti, una calzamaglia gialla?”
Bryan Singer seguì da vicino la produzione di Star wars Episodio I e di Titanic per studiare l’uso degli effetti digitali che iniziavano a prendere piede in quel periodo. Per X-Men vennero ingaggiate diverse compagnie per gli effetti speciali: Digital domain, Cinesite, Kleiser-Walczak Construction, Hammerhead Production, Matte World Digital, CORE e POP. Nonostante una nomination all’Oscar, il supervisore degli effetti visivi Mike Fink si dichiarò insoddisfatto degli effetti speciali del film. La colonna sonora venne affidata a Michael Kamen che compose un tema evocativo con una vaga sonorità futuristica e straniante.
https://youtube.com/watch?v=MOB1h_ulwAE
Il film uscì il 14 luglio del 2000 incassando più di 296 milioni di dollari in tutto il mondo e venne considerato da pubblico, critica e fans del fumetto un’opera praticamente perfetta che trasportava gli X-Men in un contesto realistico e tangibile senza tralasciare la fondamentale componente fantascientifica. La trama risultò comprensibile, lineare e ben equilibrata, i personaggi ben approfonditi ed accattivanti. Il sequel fu annunciato fin da subito. X-Men risultò uno dei cinecomics realizzati con maggior sensibilità, mestiere e rispetto per il materiale originale e fece da apripista all’invasione dei cinecomics nel primo decennio del duemila.