Starman n. 1 vol. 1 – James Robinson – recensione

Pubblicato il 4 Maggio 2011 alle 12:00

Starman vol. 1

Autori: James Robinson (testi), Tony Harris, Teddy Kristiansen, Matt Smith, Stuart Immonen, Tommy Lee Edwards, Chris Sprouse, Andrew Robinson, Gary Erskine, Amanda Conner (disegni)
Casa Editrice: Planeta
Provenienza: USA
Prezzo: € 38,00, 16,8 x 25,7, pp. 448, col.
Recensioni


Devo iniziare questa recensione con una premessa. Non vedevo l’ora di esaminare il primo volume di Starman ma avevo molti timori al riguardo. Considerando, infatti, il prezzo non esattamente basso, temevo che l’attuale riedizione Planeta dell’opera più celebrata di James Robinson fosse rovinata dai consueti refusi, errori grammaticali e altri orrori che hanno contrassegnato l’attività della casa editrice spagnola. Fortunatamente, però, posso affermare che di refusi ne avrò trovati al massimo tre; che i testi, dal punto di vista sintattico, non presentano svarioni; e che non ci sono ballon vuoti o pagine non tradotte, come alcuni utenti hanno avuto modo di rilevare per altri tp Planeta. E nel complesso, giudico questa edizione di Starman di grande qualità.

Il fumetto, dal canto suo, è il capolavoro dell’inglese James Robinson. Se qualcuno oggi apprezza, giustamente, le sue storie di Superman, senza conoscere quelle di Starman, dovrebbe, a mio avviso, colmare la lacuna e si renderebbe conto che le complesse e avvincenti avventure di Jack Knight sono di gran lunga superiori a quelle del figlio di Krypton.

Ma andiamo con ordine. Come sanno i DC fans, prima della Justice League c’era la Justice Society. E Ted Knight, alias Starman, ne era uno dei componenti più importanti. In un certo qual modo, Starman, così come altri character, rappresentava degnamente la Golden Age. Di tanto in tanto, negli anni ottanta post-Crisis, Ted, ormai invecchiato, aveva fatto capolino in qualche storia e lo stesso James Robinson lo aveva utilizzato nella splendida miniserie Golden Age.

In seguito, comunque, Robinson propose al compianto editor Archie Goodwin una serie regolare dedicata a Starman. Con tale comic-book, lo sceneggiatore britannico voleva in realtà svolgere un’analisi del concetto del super-eroe, inserendovi particolari suggestioni che ossessionavano la sua ispirazione. Dopo svariate discussioni, il mensile fu varato, benché differente dalle idee iniziali dello scrittore.

Bisogna considerare che, oltre a Ted Knight, nel corso del tempo c’erano stati altri Starman e Robinson decise di scrivere episodi imperniati su un ulteriore Starman, e cioè Jack Knight, figlio di Ted. A complicare la situazione c’era però un altro figlio di Ted, David, che, almeno all’inizio, è l’attuale Starman, colui che ha scelto di seguire le orme del padre. Jack, infatti, ha sempre mostrato interessi diversi e i rapporti con il genitore e il fratello non sono affatto idilliaci.

Per una tragica fatalità, tuttavia, un vecchio nemico di Ted fa uccidere David e Jack, suo malgrado, è costretto a diventare il nuovo Starman, tentando disperatamente di aiutare il padre. In principio, decide di essere un super-eroe solo per risolvere quella specifica situazione. Ma può andare veramente così? Il sentiero dell’eroismo, una volta intrapreso, può essere abbandonato?

Robinson, con il pretesto di una vicenda di buffoni in calzamaglia, realizza un’acuta disamina dell’eroismo, svolgendo un’accurata analisi psicologica di Jack, di suo padre e dei vari personaggi inseriti nella story-line. Ciò che colpisce del serial è innanzitutto il continuo mutamento di atmosfere: Robinson passa dalle lotte con i criminali a contesti assolutamente quotidiani e realistici, specie quando Jack si mette a chiacchierare con il padre. Lo stesso Jack è un super-eroe sui generis che sovente non indossa nemmeno il costume. E non è esente da idiosincrasie e fissazioni.

Una di queste è il collezionismo. Ci sono continui, esasperati riferimenti alle collezioni di dischi, fumetti, libri, oggetti stravaganti e così via. L’immaginario pop è onnipresente. E, da buon autore inglese, Robinson si sbizzarrisce con una quantità impressionante di citazioni artistiche, filmiche, letterarie, con riflessioni sull’architettura (essenziale per l’immaginifica città che è lo sfondo della narrazione, Opal City), sul design o sul musical.

I testi sono stupendi, di livello letterario, caratterizzati da una miscellanea di stili espressivi: dal monologo interiore al cut-up; dal diaristico a quello in terza persona, tipico dell’autore onnisciente. Un altro tema importante è quello del rapporto padri/figli e diversi villain che Jack affronterà sono, appunto, figli di vecchi nemici del padre, a cominciare dalle letale e sexy Nebbia. E non mancano criminali stravaganti e affascinanti come il misterioso Ombra, essere pluricentenario che ha interagito addirittura con Oscar Wilde, che a momenti mi ha fatto pensare a certe creazioni di Morrison; o uno Starman alieno; o lo psicopatico Ragdoll. Fa una apparizione la JSA (e in questo caso, in perfetto spirito revisionista, scopriremo un segreto scottante riguardante i giustizieri della Golden Age, che non sono privi di magagne) o il mostruoso Solomon Grundy. E le atmosfere delle trame sono un riuscito mix di realismo, super-eroismo e misticismo.

I disegni di Tony Harris, che illustra la maggior parte dei capitoli (il volume include i nn. 0-16 del comic-book), sono efficaci, anche se lo stile del penciler è piuttosto lontano da quello che sfoggerà, per esempio, su Ex-Machina; ma la maturazione progressiva del cartoonist è evidente episodio dopo episodio. Da segnalare, inoltre, le splendide cover e gli approfonditi articoli dello stesso Robinson, ricchi di commenti e retroscena relativi al mensile. Starman è stata una delle opere più innovative del fumetto americano ed è la prova incontrovertibile del talento di James Robinson. Non trascuratela.


Voto: 9

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