TOBIKO: l’esordio di MAURIZIA RUBINO è sorprendente – Recensione
Pubblicato il 6 Aprile 2016 alle 11:20
L’esordio nel mondo del fumetto di Maurizia Rubino è un tripudio di disegni spettacolari!!
Il passaggio dall’illustrazione al fumetto non è un passaggio facile. Se un’illustrazione vive di dettagli ed è un’immagine che nasce e si chiude con se stessa, il fumetto si costruisce con una serie di immagini che acquisiscono un senso quando, e soprattutto,, vengono lette in sequenza. C’è il rischio, per un autore che si avventura nel mondo dell’arte sequenziale, di non riuscire a cogliere questa differenza e quindi di non riuscire ad uscire dalla gabbia che la singola illustrazione impone.
Ecco, di questo rischio Maurizia Rubino, illustratrice milanese al suo esordio nel mondo fumettistico con Tobiko, edito da Bao, mi è sembrata molto consapevole, perché lo ha evitato e si è fatta forte delle sue origini artistiche per realizzare un’opera che mi ha impressionato davvero in maniera positiva.
Tobiko, in poco più di 140 pagine, ci racconta una storia ambientata in un mondo post-apocalittico e piuttosto pessimista: il genere umano si è auto-sterminato, tra inquinamento e guerre, e il mondo è rimasto in mano agli animali. Animali che non ci hanno messo molto a seguire il cattivo esempio, come ci insegna Orwell, ed ora il pianeta è dilaniato dal conflitto tra corvi e orsi, che hanno ormai creato tecnologie persino più avanzate di quelle possedute dal loro predecessore bipede.
Dopo un’introduzione visivamente spettacolare, che non disdegna immagini forti per rappresentare le conseguenze della guerra, siamo gettati nel mondo di Tobiko, giovane ragazzina allevata dalla fazione dei corvi, senza sapere nulla più del necessario sul mondo in cui è ambientata la storia.
I dialoghi, in Tobiko, sono ridotti all’essenziale: questo lavoro di sottrazione permette ai disegni di parlare dove qualsiasi didascalia o vignetta sarebbero state, in effetti, superflue. Tobiko, nel suo vagabondare nel mondo ormai desolato, incontrerà Pop, un orso curioso con cui presto nascerà qualcosa di profondo.
Ma, come detto, Tobiko è stata cresciuta dai corvi, e le due fazioni ormai sono in una guerra perenne: presi tra due fuochi, i due protagonisti si ritroveranno più al centro della lotta di quanto vorrebbero: il loro rapporto sarà meno banale e lineare del previsto però. Non ci troveremo davanti a due Romeo e Giulietta, due innamorati da fazioni diversi, ma a due personaggi comunque diffidenti l’uno con l’altro, cresciuti in un mondo ostile e cupo.
Insomma, la storia di Tobiko è tutto sommato semplice e lineare, con pochi personaggi e con degli accenni generali alla situazione esterna: questo permette però ai veri protagonisti della graphic novel, ovvero i disegni.
Già dalle prime pagine, Maurizia Rubino dimostra di non sentirsi affatto limitata dalle vignette, preferendo quando possibile utilizzare tutta la pagina, o le vignette come un riferimento molto generale.
Ma, come detto, si ha sempre una grande impressione di movimento e narrazione sequenziale, nonostante questo approccio: verso la fine, c’è una sequenza di vignette molto cinematografica, quasi una successione di frame, che è un vero piacere per gli occhi.
Per chi crede, secondo me a torto, che la bellezza dei disegni sia nel loro realismo, stia lontano da Tobiko: il tratto di Maurizia Rubino è squisitamente morbido e sintetico, ed è veramente originale: sembra ispirarsi ad un certo tipo di animazione/illustrazione per l’infanzia, ma nel contempo caratterizza alcuni personaggi e ambienti in maniera cupa e cruda.
E veramente apprezzabili anche i colori: nero, blu e rosa, una scelta tri-cromatica di certo non facile da gestire, soprattutto per il rosa, ma che crea un’atmosfera a volte onirica ma sempre perfettamente bilanciate: forse le matite da sole non avrebbero avuto quel tocco di originalità che la colorazione ha conferito all’opera, e che si rivela in definitiva la sua marcia in più.
Non c’è che quindi da essere felici che l’autrice abbia deciso di cimentarsi in una graphic novel, e Bao ha deciso di dedicarle un’edizione per cui ormai la casa editrice è celebre, un piccolo capolavoro pop di luminescenza che si sposa perfettamente con toni e intenzioni della storia. Per chi gode a dare piacere ai propri occhi, Tobiko è decisamente consigliato.