Recensione season finale: The Walking Dead 6×16
Pubblicato il 6 Aprile 2016 alle 12:20
Neanche fosse un film di Zack Snyder, l’ultimo episodio della sesta stagione di The Walking Dead alimenta un burrascoso mare di controversie: chi lo esalta, chi lo ha odiato… E come sempre la verità sta nel mezzo.
Immaginate di potervi permettere una Ferrari. O una Lamborghini. Insomma, da assoluto ignorante in fatto di automobili, pensate all’auto sportiva più veloce e costosa del mondo. Un’auto da sceicchi, per intenderci, di quelle che nei film sono sempre piene di gnocca.
Fatto? Okay.
Ora immaginatevi a bordo di quest’auto, nel vostro quartiere, insieme ai vostri amici. Siete fermi sul ciglio della strada e vi vantate dei sedili in pelle e di quanto la vostra auto sia super, di come possa andare da zero a duecentoventimila prima di avere il tempo di dire The Walking Dead, di quanto siano rombanti i suoi motori che guarda manco Immortan Joe.
Tutti vi implorano, in ginocchio, chiedendovi una dimostrazione di tanta immensità, e voi lì che vi crogiolate stringendo il volante, accarezzando la leva del cambio, strisciando le suole delle scarpe sui pedali, le ragazze fremono tutte, gli amici sono verdi d’invidia, voi sfoggiate un rassicurante occhiolino alla Superman, girate le chiavi nel quadro e poi …
Poi niente, fate inversione e ve ne tornate a casa. Ciao a tutti, è stato divertente, ci rivediamo ad ottobre.
Bene, se siete uno dei produttori della serie tv di The Walking Dead (non voglio dare tutta la colpa agli sceneggiatori, povere anime) probabilmente i vostri sogni erotici saranno tutti come quello appena descritto.
“Abbiamo Negan! Sta arrivando! Non ve lo mostriamo subito perché è supertroppofigoestraordinario che vogliamo tenercelo per l’ultimo episodio, anzi no, ancora meglio, lo tireremo fuori all’ultima scena dell’ultimo episodio dell’ultimo giorno sulla Terra e vedrete, si vedrete, sarà sanguinoso, violento, stupefacente, vi lascerà senza fiato, morirete di crepacuore per tutta la tensione che verrà emanata dalla vostra tv, quindi portate la nonna in camera sua altrimenti sono cavoli amari … Però aspettate ottobre, okay? Passate una serena estate.”
Scherzi a parte, comunque: nonostante questo preambolo cabarettistico il finale di stagione di The Walking Dead non mi è dispiaciuto affatto, semplicemente perché, essendo oramai abituato all’incompetenza che regna sovrana negli uffici AMC, è successo esattamente quello che mi aspettavo.
Non siamo mai stati di fronte ad una serie coraggiosa, e nemmeno l’arrivo di Negan è riuscito ad invertire la tendenza.
Ma andiamo con ordine.
L’Ultimo Giorno Sulla Terra è, come purtroppo spesso accade da un paio di stagioni a questa parte, quanto mai altalenante.
Il viaggio di Rick e compagni che ha lo scopo di accompagnare la febbricitante Maggie a Hilltop, nella speranza che il medico di quella comunità possa aiutarla e salvarle la gravidanza, diventa la versione thewalkingdeadiana del celebre gioco tra gatti e topi, ed è veramente esaltante, emozionante e orribile vedere come i Salvatori scherzino con i nostri amati protagonisti. Solo che, ogni benedetta volta, proprio quando la tensione raggiunge il picco massimo e sta per andare fuori scala, ecco che ci pensano l’indomabile Carol e il suo cavaliere senza macchia Morgan a sfracellarci i cosìdetti in quello che è forse l’arco narrativo più senza senso dell’intera serie.
Avete presente Carol? Quella che all’inizio era maltrattata dal marito? Quella che ha perso la sua unica figlia piccola e che poi è diventata una ninjaAssassin’sCreedRamboRKORandyOrtonPredatoreperchenoancheunpo’Michonne?
Si, proprio lei: da un paio di puntate davvero non si sa cosa cacchio voglia, e oltre a rovinare tutta la tensione accumulata dal viaggio di Rick e compagni in questo episodio, sciorina anche un pippone di spiegone che gli sceneggiatori poveri loro si sono dovuti inventare in qualche modo perché santo cielo all’improvviso dopo diecimilacinquecento zombie sradicati dalla non-vita e settecentomilioni di uomini e donne assassinati è diventata una pacifista non si sa perché e non si sa percome ma adesso vuole abbandonare (per sempre, questa volta, la scorsa volta era stata costretta ad andarsene ma poi è tornata) i suoi amici…Perchè?
Perchè non vuole più affezionarsi a nessuno perché se ti affezioni a qualcuno poi per difenderlo devi ucciderlo? E Morgan che le dice no non è così gli esseri umani sono tutto? E lei per far valere le sue ragioni gli punta la pistola contro? Dio santo, quella scena gronda di cliché più quanto Rick grondi di sudore alla fine.
Non riesco a capire, per quanto mi sforzi, se è il personaggio di Carol ad essere scritto da scimmie urlatrici o è l’attrice che la interpreta, col suo bagaglio teatrale di una espressione facciale (quella mezza felice e quella mezza triste), a farla naufragare completamente, ma ero arrivato al punto di sperare che il Salvatore la facesse uccidesse alla fine.
Che poi quel poveretto la insegue per 40 giorni e 40 notti in aperta campagna per vendicare i suoi amici e quando la raggiunge, la atterra, le punta la pistola contro e che fa: “Voglio farti morire lentamente come sono morti i miei amici”?!? Ma davvero? Seriamente?
A parte il fatto che i suoi amici sono morti freddati all’improvviso da un’arma supersonica che la neo-suora Carol teneva nascosta nella manica, tutti morti in un singolo fotogramma, quindi non si sa perché il tipo dice “lentamente”, però davvero, complimenti agli sceneggiatori per essere riusciti a trovare una frase più stra-abusata di quelle già stra-abusate che infiammano i dialoghi al vetriolo di Morgan e Carol.
Quanto è più dolce e carina la Carol del fumetto? Che aveva perso completamente la testa e voleva una relazione a tre con Rick e Laurie e poi è andata a sbaciucchiare uno zombie per farsi scannare? Vedremo mai una scena del genere? Incrociamo le dita.
Se potessimo fare un bel lavoro di taglia e cuci e rimuovere chirurgicamente tutte le scene di Carol da questo episodio di 90 (si va be, si fa per dire) minuti, staremmo parlando di un capolavoro di suspance. (Lo stessa lavoro di taglia e cuci si potrebbe fare con almeno 3/4 episodi a stagione, davvero troppo, troppo, troppo dilatate, ma va be questo è un altro discorso)
In realtà, poi, ci sarebbe un’altra cosuccia da modificare, ma ora ci arriviamo.
Vedere la sfrontatezza di Rick scemare lentamente, alla velocità con cui si sgretolano le sue certezze, ha davvero un effetto straniante riuscitissimo. A me piace dare a Cesare quel che è di Cesare e a Bruto quel che è di Bruto, quindi in questo caso lodo il lavoro degli scribacchini AMC perché, mentre tutte le scene di Carol sono da buttare, tutte le scene di Rick e compagni sono più che riuscite.
Ti senti male per loro, capisci esattamente come loro che andrà a finire male, che hanno fatto il passo più lungo di tre gambe andando a sfidare i Salvatori, e più ci si avvicina al finale più loro finiscono in trappola e più tu ti rendi conto che succederà qualcosa di brutto.
E poi, infatti, arriva Negan.
Quanto mi è piaciuto Jeffrey Dean Morgan nei panni di Negan? Appena l’ho visto l’ho indicato e come un bambino di cinque anni ho detto “mamma, mamma, a carnevale voglio mascherarmi così, con tanto di mazza avvolta nel filo spinato!!”. E a me il carnevale sta davvero sulla balle.
Jeffrey Dean Morgan davvero, davvero, davvero spettacolare, con quel sorriso sagace dannatamente fuorviante. Guardatelo attentamente: tutto il suo viso ride, rimosso dal contesto potremmo pensare che ci stia raccontando una barzelletta talmente divertente che a stento riesce a non farsela addosso dalle risate; poi però concentratevi sullo sguardo, su quegli occhi freddi, crudeli, che nascondono in modo straordinario la verità, e cioè che Negan ride davanti alla morte, davanti alla perversione, davanti alle esecuzioni.
Quante volte avrà fatto un siparietto del genere, con altri gruppi di sopravvissuti che avevano osato ribellarsi a lui? E quanto si sarà divertito a massacrarli di botte a colpi di mazza, ogni volta?
La scena finale è, senza ombra di dubbio, la migliore dell’intera serie. Davvero, di tutti gli 83 episodi usciti finora non c’è una singola sequenza capace di rivaleggiare con l’ingresso in scena di Negan.
C’è un momento, il più drammatico di tutti a mio avviso, in cui Rick è costretto ad inginocchiarsi. Negan non è neppure inquadrato, ma il suo potere è talmente forte, talmente dirompente, che Rick deve inginocchiarsi. E vedere il carismatico protagonista piegarsi senza che neanche gli venga in mente di aprire bocca e fiatare sì che ti da un’idea precisa di quanto sia pericoloso questo savio psicopatico.
Poi, sceneggiatori e produttori ci dimostrano come sia facile rovinare uno straordinario monologo di quasi dieci minuti, scegliendo un epilogo di dieci secondi più banale di … di … Guardate, proprio non mi viene, fate voi.
Nel momento di maggior tensione forse di sempre di tutta la serie, ancora di più della tensione generata dal fumetto perchè cavoli tu li vedi in carne ossa davanti a te con una musica angosciante (tra l’altro, la colonna sonora di Negan è magnifica, sembra filo spinato che si contorce su una chitarra elettrica) e concludi tutto con un nulla di fatto?
Perché intendiamoci, dai, il finale è un nulla di fatto. Altro che cliffhanger. The Walking Dead non è un Lost, non è un The Leftovers: Virgil che fa bere quella cosa a Kevin e poi fa quello che fa (a distanza di mesi ancora mi fa male parlarne, per evitare di rovinare la sorpresa a chi non ha visto quella scena), cavoli, quello è un cliffhanger.
Pensare di seguire un flashback sulla vita di Jack per due puntate e scoprire nell’ultima scena che invece si tratta di un flashforward (“Dobbiamo tornare indietro, Kate!”), quello, santo cielo, è un cliffhanger. La morte di Jon Snow è un cliffhanger.
Questa serie non ha bisogno di espedienti narrativi. Dovrebbe essere cruda, spietata, mostrarci come gli esseri umani vengano vessati continuamente da un mondo apocalittico.
Ma se il tuo sommo talento di sceneggiatore ti suggerisce che per chiudere una scena di quel livello l’ideale è prendere Jeffrey Dean Morgan e metterlo a spaccare una cinepresa con la sua mazza da baseball col filo spinato, beh, allora tanto di cappello.
C’è bisogno di un’illuminazione superiore, di un tocco quasi profano per avere un colpo di genio simile. Già mi immagino i produttori che, nel leggere la scena, alzano i pollici con fare soddisfatto e gioioso gridando al miracolo: “Evvai così, avremo sei mesi di tempo per sbirciare le reazioni dei fan sui social network e decidere con calma chi deve morire!!”.
Siamo di fronte ad una grandissima paraculata, signore e signori, altro che trovata supermegageniale come ho avuto la sfortuna di leggere in giro. Per mesi ci hanno detto quanto sarebbe stato brutale, i membri del cast hanno dichiarato di aver pianto dopo aver letto la sceneggiatura, e poi … Questo?!
A che serve, allora, quel bel dialogo fra Rick e il Salvatore interpretato da Steven Ogg, che tra l’altro dà anche il titolo all’episodio? “Stai con i tuoi cari perché per uno di voi quest’oggi potrebbe essere l’ultimo giorno sulla Terra.” Ma dove? Quando? E’ successo? Io non l’ho visto. Sicuri?
Pensate a quanto sarebbe stato più drammatico, più angosciante vedere questo nuovo cattivo arrivare dal nulla e uccidere uno dei nostri personaggi preferiti solo per farne un esempio, per mettere in riga tutti gli altri.
Prima mazzata, seconda mazzata, terza, quarta, quinta, sesta, testa spaccata in due, cervello spappolato, e datemi metà delle vostre scorte perché sennò ricominciamo tutto daccapo la prossima volta. Bum, titoli di coda. E giù di fan in lacrime, che si strappano i capelli, che rimangono atterriti.
E invece no. Perché rischiare di far fuori il personaggio preferito di una fetta di pubblico e far infuriare quella schiera di ragazzine oche che stanno qui solo perché oddio quanto è figo? Meglio aspettare e valutare la situazione, molto meglio. Ci manca poco che annuncino un bel sondaggio, così The Walking Dead diventerà la prima serie televisiva a metà tra esistenzialismo e Maria de Filippi: “Chi volete eliminare? A,B,C o D?”.
Anche tecnicamente poi, a) sono solo io oppure la tecnica del cliffhanger in questo show è un tantinello abusata? e b) quanto è ridicolo nel 2016 l’effetto del sangue finto sulla cinepresa?
Dio ce ne scampi, lo avevano già usato nella scorsa puntata con Daryl (altro cliffhanger che lasciava un po’ il tempo che trovava, anzi faceva proprio ridere, perché di 16 milioni di fan in tutto il mondo non credo che ce ne sia stato uno solo che abbia pensato anche per un momento che Daryl fosse davvero morto) ma qui hanno davvero esagerato, con quell’inquadratura POV che manco nei porno e il sangue che cola in verticale sullo schermo. Brrr. Oscena anche tecnicamente.
Purtroppo, siamo davanti all’ennesima grande occasione sprecata da questo show, che sembra avere paura di se stesso, di spingersi oltre, e che invece di fare quel piccolo passo verso la grandezza punta alla laurea in dilapidazione di occasioni. Poteva essere superlativo, e invece è stato solo più che buono.
Con un’ultima scena da antologia, ma con un finale sbagliatissimo, che appartiene ad altri show, ad altri mondi, non a quello crudo e violento di The Walking Dead, nel quale l’unica mossa vincente è mostrare, non certo suggerire né tanto meno celare.