Recensione Dreadstar – Planeta DeAgostini

Pubblicato il 30 Aprile 2010 alle 06:00

Autore Jim Starlin (testi e disegni)
Casa Editrice Planeta DeplaAgostini
Provenienza USA
Prezzo € 30,00
A cura di Sergio L. Duma



Negli anni sessanta il movimento psichedelico di Timothy Leary, con la sua attrazione nei confronti dell’LSD e della rivoluzione sessuale, ha costituito un fenomeno sociale di proporzioni enormi, influenzando molte forme di espressione artistica, dalla musica al cinema alla letteratura. E anche le arti figurative e, ovviamente, il fumetto non hanno evitato tali suggestioni. Per ciò che concerne i comics, il grande Jim Steranko fu il primo, con le celeberrime run di Nick Fury Agent of Shield e Captain America, a realizzare disegni ispirati alle visioni lisergiche provocate dagli acidi.

L’esempio di Steranko non fu privo di conseguenze e, nei primi anni settanta, altri cartoonist dimostrarono di aver appreso la sua lezione. Tra questi, Paul Gulacy e, soprattutto, Jim Starlin. Quest’ultimo, peraltro, aveva partecipato alla rivoluzione psichedelica, provando l’LSD. Ciò era evidente nei disegni coloratissimi e nel lay-out innovativo per l’epoca che resero, in particolare, i suoi Captain Marvel e Warlock i serial più sperimentali realizzati dalla Marvel. Tramite le complesse vicende di Mar-Vell e di Warlock, Starlin espresse le sue riflessioni sulla società, la guerra e la religione, dimostrando di essere profondamente coinvolto nelle utopie sessantottine e nello slogan di Leary ‘Turn On, Tune In, Drop Out’ (accendetevi, sintonizzatevi, escludetevi).

Successivamente Starlin sarebbe ritornato a queste tematiche con Punisher P.O.V., miniserie Marvel che presentava il lato peggiore della Love Revolution; e con Gilgamesh II, fumetto DC in cui, invece, la generazione psichedelica era descritta in una luce positiva. Ma, come sanno tutti, Starlin, al di là di questi discorsi, è sinonimo di fantascienza. E, oltre a Captain Marvel, Warlock o Infinity Gauntlet, c’è un altro tassello da considerare. Un fumetto finora trascurato in Italia e che Planeta DeAgostini propone meritoriamente: Dreadstar.

Nato nei primi anni ottanta con una graphic novel e poi serializzato sulla rivista Epic Illustrated della Marvel, Dreadstar narrava le fantascientifiche vicende di Vanth Dreadstar, guerriero che, coadiuvato da un gruppo di alleati, era implicato in avvincenti avventure cosmiche. Il fumetto suscitò l’interesse di un pubblico già incuriosito dai comics di Heavy Metal (a loro volta influenzati dalle sperimentazioni della scuola francese) e la Marvel decise di varare una serie regolare, pubblicata nella ormai defunta linea  editoriale Epic (una specie di antesignana della Vertigo o della Max).

Oggi Dreadstar è stato ristampato dalla Dynamite Entertainment in una serie di volumi e Planeta ci presenta il primo, che comprende i dodici episodi iniziali della serie. Chi ha già amato lo Starlin di Warlock e di Cap Marvel impazzirà per Vanth Dreadstar che, coadiuvato dai suoi alleati, Oedi, un uomo felino; Willow, una telepate cieca; il cyborg Syzygy Darklock e il farsesco e forzuto Skeevo, sarà impegnato in una guerra galattica tra due potenze: la Monarchia e la Chiesa.

Già con Warlock Starlin aveva svolto un’analisi della religione e, soprattutto, della maniera in cui persone senza scrupoli usano la fede per sopraffare gli altri e imporre le loro opinioni (o meglio, sfruttano una distorta concezione della fede). Dreadstar rappresenta un ulteriore passo avanti in questo senso. Tramite le macchinazioni del terribile Lord Papal, capo della Chiesa, Starlin presenta la sua visione della spiritualità, senza esimersi dall’esprimere opinioni sulla guerra, l’economia, la società in generale, con il pretesto di una space-opera con citazioni di Van Vogt.

Certo, è tutto molto anni ottanta (specie i testi); ma bisogna dire che Starlin dimostrò notevole coraggio affrontando tematiche scottanti (come l’incesto, in una sequenza davvero estrema per le convenzioni fumettistiche dell’epoca) in era pre-Vertigo. I disegni sono ottimi e, ovviamente, psichedelici, con omaggi e rimandi alle fantasie schizzate dello Steve Ditko delle primissime storie del Dr. Strange.

Insomma, Dreadstar, a mio giudizio, vale un tentativo e bisogna lodare Planeta per averlo recuperato (finora, se non erro, era apparsa solo la graphic novel dedicata al personaggio sulle pagine del mensile Supercomics di Luciano Secchi). Perciò, se avete apprezzato le storie di Adam Warlock e di Mar-Vell, non fatevi sfuggire Dreadstar. ‘Accendetevi’ acquistando il volume; ‘Sintonizzatevi’ leggendolo; ‘Escludetevi’ da tutto ciò che vi circonda abbandonandovi all’afflato cosmico della trama.


VOTO 8

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