Devil & Hulk n. 172 – recensione
Pubblicato il 27 Aprile 2011 alle 12:09
Devil & Hulk n. 172
Autori: Greg Pak, Paul Pelletier, Jeph Loeb, Ed McGuinness, Herb Trimpe, Tim Sale, Dale Keown, Sal Buscema, Ian Churchill, Leinil Yu, John Romita Jr., Mike Deodato, Andy Diggle, Billy Tan, Scott Reed, Miguel Munera
Casa editrice: Panini Comics
Provenienza: Stati Uniti
Prezzo: 3,50 Euro
Recensione
La collana Devil&Hulk sta attraversando un momento molto intenso e di grande fermento in questi ultimi mesi, in quanto entrambi i personaggi sono attualmente coinvolti in importanti saghe che ne rivoluzioneranno lo status quo.
Hulk infatti è quasi giunto alla conclusione di World War Hulks, story-arc che segna anche la risoluzione di tutte le varie trame e sottotrame intessute in questi anni dagli scrittori Greg Pak e Jeph Loeb. Dopo la fine della World War Hulk ( al singolare ), tutta l’attenzione si è spostata sul fantomatico Hulk Rosso ( o Rulk ), di cui solo nel numero scorso abbiamo appreso la vera identità, e sui piani dell’Intellighenzia, ovvero un gruppo di brillanti supercriminali guidati dal Capo e M.o.d.o.k., che avevano lo scopo di rapire le otto persone più intelligenti del pianeta per rimodellare il mondo secondo la loro volontà, non prima di aver fatto distruggere la Casa Bianca da un esercito di Hulk inferociti !
Tutti i personaggi della Hulk-family vengono in qualche modo coinvolti in questo folle piano e non mancheranno tradimenti e passaggi da una parte all’altra della barricata… ma in questo numero in particolare ci verranno svelati i retroscena che hanno portato alla nascita di Rulk e della She-Hulk Rossa. Benché certe scelte possano risultare un po’ forzate, nel complesso le storie sono divertenti e piacevoli da leggere, sempre se si prendono, ovviamente, come una lettura di puro intrattenimento…
Gli esordi di Pak con Planet Hulk erano decisamente più interessanti rispetto allo strano rapporto padre-figlio su cui si è focalizzato in seguito, da quando Skaar è arrivato sulla Terra e Banner ( suo padre ) non poteva più ritrasformarsi, anche se non è male l’idea di considerare l’alter ego di Hulk più perfido e pericoloso dello stesso Pelleverde, proprio perché più cinico e intelligente.
In ogni caso, da due anni a questa parte sono stati i colpi di scena roboanti e le mega-scazzottate a dettar legge, soprattutto da quando è arrivato Loeb, che non solo ha “infestato” la serie con un sacco di Hulk, verdi o rossi che siano, ma ha addirittura “hulkizzato” alcuni supereroi, come apoteosi di tutta la sua gestione, decisamente fracassona e dalla splash-page “facile”…!
Ma è proprio quando meno te lo aspetti, invece, che il tanto vituperato scrittore di Hulk se ne esce con qualcosa che ci ricorda il raffinato autore che era un tempo e ci dimostra che quando si tratta di scavare nella psicologia di un personaggio e di entrare in un ambito un po’ più intimista Loeb dà il meglio di sé… Nella seconda storia di questo numero, infatti, lo scrittore analizza la figura del generale Ross, storica nemesi del Gigante Verde sin dai suoi esordi, e con l’aiuto di alcuni dei più importanti disegnatori del personaggio, come Dale Keown, Sal Buscema, John Romita Jr. e il sempre eccezionale Ed McGuinness, ripercorre alcune tappe fondamentali della sua vita.
Veniamo quindi a scoprire come mai Ross odiasse i dottori in generale, fin da quando era piccolo, e come Hulk abbia ossessionato e sconvolto la sua esistenza, già dalla prima volta che comparve. Ciò che ne viene fuori è un ritratto piuttosto triste, che ci mostra un uomo solo e insoddisfatto, perché incapace di essere al pari del suo avversario; un uomo che ha dato la vita per il suo Paese, ma lo vede comunque andare a rotoli e vorrebbe poter fare qualcosa di più. Questo suo senso di impotenza lo porta spesso a prendere le decisioni sbagliate o ad andare anche contro lo stesso sistema che tenta di difendere, pur di raggiungere i suoi obiettivi e di sentirsi superiore al suo nemico. Ross del resto è un militare, e la sua impostazione rigida e aggressiva lo convince del fatto che il fine giustifica i mezzi, sempre e comunque…
Staremo a vedere a questo punto se il cinico Rulk sarà in grado di tenere testa anche al rinato Hulk verde, il quale ha appena posato i suoi piedoni sulla terraferma, più arrabbiato che mai ( e sfido ogni fan del Gigante di Giada a dire che non ha avuto un sussulto appena ha visto la sua sagoma imponente uscire fuori dal fumo !!! ).
Passando al Diavolo Rosso, invece, adesso siamo nel vivo di Shadowland, ovvero la miniserie che ha riportato finalmente il supereroe cieco sotto i riflettori, visto che non compariva quasi mai nei grandi eventi marvelliani.
Chi conosce un po’ Devil sa che quasi tutti gli scrittori che si sono avvicendati nella sua serie, a partire da Frank Miller in poi, si sono divertiti ( un po’ sadicamente…) a rovinare la vita del povero Matt Murdock sempre di più, fino a raggiungere proprio il fondo del baratro con Shadowland, in cui il nostro Cornetto passa addirittura dalla parte dei cattivi, essendo sotto l’influsso mentale della Mano.
E’ evidente quindi che siamo arrivati a un punto di “non-ritorno”, iniziato con la fine del ciclo di Ed Brubaker e proseguito poi da Andy Diggle, che ha mantenuto le atmosfere cupe e metropolitane di prima, spingendo però più sull’azione e meno sull’introspezione, senza anche quel tocco un po’ “autoriale” che contraddistingueva la gestione di Brubaker. La serie adesso ha comunque dei toni molto drammatici e una sorta di “aura maledetta”, dovuta a quest’opera di corruzione che si sta perpetrando nell’animo di Matt e che inevitabilmente pervade ogni singola pagina, sia della miniserie che della serie regolare, così come il senso d’inquietudine e di angoscia. Lo stesso costume di Devil viene riadattato per l’occasione e sostituito con un altro completamente nero, che ricorda un po’ quello indossato nella saga Caduta dal Paradiso di Dan Chichester, negli anni Novanta, e rappresenta uno dei pochissimi cambi di uniforme del Cornetto.
Penso che comunque un po’ di scossa e adrenalina in più nella serie fosse necessaria, altrimenti avrebbe rischiato di arenarsi troppo nelle stesse tematiche. Sicuramente questo è un cambiamento forte, che ci mostra un Devil come non l’avevamo mai visto, o come lui stesso aveva paura di diventare… La soluzione estrema di essere capo della setta di ninja della Mano per poterli controllare e sfruttarli a fin di bene si è rivelata un boomerang e per il povero Matt adesso sarà dura uscire dal tunnel. Chissà se ci riusciranno gli illustri “ospiti” di questa miniserie, ovvero i suoi amici Luke Cage, Iron Fist, Spider-Man, Moon Knight e altri supereroi urbani affini al Diavolo Rosso, venuti in suo soccorso nel tempio-prigione costruito a Hell’s Kitchen. Di sicuro, il futuro prossimo del Diavolo Rosso sarà tutt’altro che roseo e la via della redenzione sembra ancora lontana….
Voto: 7,5