Jellaby vol. 1 – Kean Soo – recensione
Pubblicato il 22 Aprile 2011 alle 09:36
Jellaby
Autore: Kean Soo.
Casa editrice: ReNoir Comics
Provenienza: Stati Uniti.
Prezzo: 14,00 Euro.
Note: 154 pagine a un colore (toni di viola con poche eccezioni), brossurato.
Recensione
Portia è una simpatica bambina di dieci anni un po’ introversa e un pizzico secchiona, che trascorre gran parte del tempo da sola perché la madre è sempre occupata al lavoro e il padre purtroppo non c’è più (non sappiamo ancora esattamente perché); una notte sogna di maghi e incantesimi, e come per magia (appunto) si sveglia e scopre un grosso (e ovviamente pacioccoso) mostro lilla in giardino.
A dispetto del buio fitto, del bosco deserto (vive in una casa isolata oltretutto), e di ogni ovvia regola di buon senso, la piccola bambina decide lo stesso di armarsi delle chiavi di casa e di una torcia per andare alla sua ricerca; lo strano draghetto tigrato infatti, oltre a essere adorabile e rassicurante è anche impaurito, solo e sperduto.
Tra i due non poteva che scattare una tenera scintilla e Portia non poteva che decidere di adottare, nonostante tutte le difficoltà insite nel caso, la buffa creatura; ne seguono una serie di divertenti vicende, tutte giocate sulla surreale situazione e sul rapporto speciale e particolare che viene a crearsi tra la bambina e lo strano essere, che ovviamente deve essere tenuto nascosto alla madre, agli altri adulti, agli insegnanti ecc.
Inoltre la singolare creatura non parla, mangia qualsiasi cosa gli capiti a tiro anche NON commestibile, tipo la torcia elettrica, i fiori e quant’altro e, data la mole, non solo rischia di causare ingenti danni anche solo spostandosi in casa (e quindi, addio segreto), ma è anche difficile trovare un posto sicuro dove nasconderlo notte e giorno; a scuola capita poi che i due durante l’intervallo assistano (in posizione ovviamente defilata) a dei bulli che infieriscono su un compagno di classe di Portia, Jason (che oltretutto non gli sta neanche così simpatico), il che spinge la bambina a mettersi in mezzo onde evitare che sia Jellaby stesso, arrabbiatosi per la scena vista e intenzionato a intervenire, a scoprirsi.
Ne nascono ulteriori intrecci che portano i due bambini a scoprirsi più amici che invece divisi dalle reciproche antipatie (maturate poi in base a chissà quale idiosincrasia), anche perché Jason verrà a conoscenza proprio nell’occasione dell’esistenza del simpatico draghetto viola (a cui poi insieme daranno il nome di Jellaby in una spassosa sequenza); la storia prosegue quindi in un crescendo di situazioni divertenti e simpatiche fino a giungere purtroppo a una conclusione che rimanda ad un volume successivo, coi tre amici intenti a dirigersi nella vicina città per scoprire la misteriosa origine del loro bizzarro compagno.
Un racconto che è a tutti gli effetti una favola moderna, non solo per il contesto che si rifà al mondo reale e contemporaneo, con protagonisti bambini ma ovviamente anche una buffa e mostruosa creatura, forse creata da un mago con chissà quale incantesimo, ma anche per i toni molto delicati da un lato e le situazioni molto attuali o sentite dai bambini d’oggi dall’altro; ne sono un esempio le difficoltà a fare amicizia con gli altri coetanei sia di Portia che di Jason, perchè magari troppo studiosi o in fondo solo perché timidi, le prepotenze dei bulli (ovviamente sui più deboli), i genitori assenti, o perché troppo impegnati col lavoro o perché magari venuti proprio a mancare (come pare sia capitato al papà di Portia, ma di cui sapremo probabilmente tutto nel secondo volume).
Disegni che conseguentemente mantengono l’aura fiabesca con uno stile semplice ma curato, un po’ caricaturale, un po’ cartoonesco e una colorazione, in toni di viola con pochissimi altri colori usati solo per dei particolari qui e là, che dà quel tocco di surreale che toglie ogni dubbio residuo (sul possibile tenore della storia); pubblicato in origine dalla Disney – Hyperion Books, ovvero una sotto-etichetta della Disney, questo Jellaby, la cui unica vera pecca è di non aver indicato la divisione della vicenda in due parti (se non in microscopico carattere a pag. 3 sotto i ringraziamenti, praticamente illeggibile), è un volume indicato per un pubblico di età infantile o pre-adolescenziale, ideale per un genitore che voglia leggere una storia adatta al proprio figlio piccolo.
Nulla vieta ovviamente anche ai più grandicelli di darci un’occhiata, soprattutto se hanno voglia di rituffarsi nelle atmosfere fiabesche dei tempi della loro infanzia, troveranno comunque una storia divertente e simpatica, abbastanza ben strutturata (se non fosse per la sorpresa della conclusione al volume successivo, “Jellaby – Mostro in città”, non ancora uscito), ma le tematiche sono appunto adatte per un pubblico di età molto bassa; edizione ReNoir secondo i suoi soliti standard, ovvero ottimi sotto tutti i punti di vista (carta, stampa, rilegatura dei sedicesimi a filo, lettering, traduzioni e adattamenti).
Voto: 7