Bloodborne: storia e lore di 5 stupende boss-fight

Pubblicato il 23 Marzo 2016 alle 15:30

E’ oramai passato più di un anno dall’uscita di Bloodborne, ennesimo successo di una software house, From Software, che è riuscita a creare ed in seguito fidelizzare una nutrita nicchia di videogiocatori.

Bloodborne non è stato tuttavia importante solamente per i fan dell’azienda nipponica ma più in generale anche per gran parte dei possessori di Playstation 4, essendo una delle poche esclusive di peso uscite fin ad ora sulla console Sony. Sembra quindi doveroso, nel giorno del suo primo anniversario, ripercorrere cinque delle più spettacolari boss fight di tutto il gioco, analizzandone la struttura e la storia che si cela dietro ad esse.

Storie che spesso nascondono ben più di quanto si possa immaginare, vere e proprie tragedie che permeano personaggi e mondo di gioco, raccontate da silenziosi protagonisti e ben più silenziosi oggetti.

Non si tratta di una classifica, quanto piuttosto di un semplice approfondimento su uno dei giochi più sorprendenti ed apprezzati degli ultimi tempi.

Vi raccomandiamo di ritornare su Mangadorever per un nuovo approfondimento dedicato alla lore del titolo From Software e a tutte le sottotrame che rendono Bloodborne così speciale.

Bloodborne

1 – FATHER GASCOIGNE – Dopo essersi ritrovati faccia a faccia con la Cleric Beast, primo boss di Bloodborne e prima vera e propria sfida del viaggio tra le strade coperte di sangue di Yharnam, ad opporsi al nostro personaggio non sarà più una bestia abbandonata dal senno.

In una piazza in cui filtra solamente una flebile luce, colma di tombe distrutte e cadaveri incontreremo padre Gascoigne, uno dei più celebri e letali cacciatori della Chiesa della Cura. Ci avvicineremo osservandolo mentre con uno strano ghigno sta smembrando i cadaveri di quelli che un tempo erano i suoi concittadini, inermi abitanti di Yharnam. La piaga del sangue infetto ha purtroppo corrotto anche lui.

Padre Gascoigne non è infatti un cacciatore nato a Yharnam; come indica il suo titolo egli è un chierico proveniente da una terra lontana, unitosi alla caccia per ragioni a noi sconosciute. Forse fu la sete di sangue a guidarlo fin dall’inizio, o forse egli tentava semplicemente di aiutare una città messa in ginocchio da una malattia terribile come quella, sta di fatto che durante la sua permanenza nella città egli incontrò e si innamorò di Viola, una giovane donna nativa del luogo.

Fu probabilmente il legame che aveva stabilito con Viola a fargli lasciare la Chiesa della Cura dopo che ella era rimasta incinta.

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Non si sa in che modo egli abbandonò la ragione umana, assalito al suo interno dalla bestialità, possiamo solo assistere alla sua fine, quando dopo essersi definitivamente trasformato in bestia, morirà per mano nostra. Forse si era trattato di un processo lento a cui anche i suoi familiari avevano assistito e avevano tentato di porre rimedio utilizzando quel carillon che sollevava nella sua mente dal torpore i ricordi della sua esistenza umana.

Forse proprio con l’obiettivo di porre fine alla sua trasformazione la moglie Viola si era avventurata da sola nella notte della caccia incontrando la sua morte. Troveremo il suo cadavere poco più in là, riversa senza vita su un tetto a qualche metro di distanza dal marito.

E così la bambina che aveva chiesto il nostro aiuto per ritrovare i suoi genitori che l’avevano abbandonata in una casa vuota si ritrova senza più nessuno al mondo, lasciandoci senza altra scelta se non quella di indicarle un rifugio sicuro in cui aspettare l’alba, se mai essa verrà.

Ma come nelle più tragiche storie la ragazzina non riuscirà mai a raggiungere la Cappella di Odeon, finendo divorata da un gigante maiale nelle fogne delle città. Morirà anche la sorella più grande, che ritornata a casa non trova più nessuno e riceve da noi il nastro rosso che portava la sorella.

Deciderà infatti di uccidersi, ponendo fine alla tragica storia di una famiglia la cui unica colpa era l’aver vissuto in una città maledetta dall’arroganza degli uomini.

Non stupisce, vista la tristezza che circonda le sue vicende e l’incredibile pathos che caratterizza il nostro scontro con Padre Gascoigne, che si tratti di una delle boss-fight più belle e difficili di tutto il gioco, in cui umanità e bestialità si combattono all’ombra degli edifici di Yharnam.

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2 – GEHRMAN THE FIRST HUNTER Primo cacciatore e ultimo nostro incontro (qualora non usassimo i tre cordoni ombelicali), la battaglia che ci porrà di fronte a Gehrman è senza ombra di dubbio incredibilmente affascinante e poetica. In un campo di fiori bianchi, illuminati da una luna gigantesca dietro di noi dovremo affrontare colui che ha poi reso possibile la nascita e la vita di centinaia di altri cacciatori.

Egli infatti, primo vero e proprio cacciatore che si era opposto alle belve oscure, aveva con il suo genio creato quelle armi che sarebbero poi state prese ad esempio dalla Chiesa della Cura per equipaggiare i propri adepti.

Dopo l’abbandono da parte di Laurence, il primo vicario, di Byrgenwerth e del maestro Willem, Gehrman lo aveva seguito, condividendo le sue visioni e credendo che l’unica possibilità per condurre l’umanità al suo successivo stadio fosse l’utilizzo del sangue antico.

Egli iniziò quindi a lavorare e creare nuove armi ed oggetti nel vecchio laboratorio, attanagliato dalla solitudine. Fu infatti lui a creare la bambola che incontreremo nel Sogno del Cacciatore, unica compagna nel lunghissimo tempo passato all’interno dell’Incubo.

Già, perché nonostante si tratti per noi dell’unico osto realmente sicuro, al riparo dalle belve che popolano le strade di Yharnam, per Gehrman si tratta invece di una eterna prigione, a cui è legato dalla Presenza della Luna e dalla volontà di non far subire la stessa sorte ad alcun cacciatore. Se infatti accetteremo la sua volontà per noi l’Incubo avrà fine, facendoci risvegliare dalla luce del sole.

Gehrman è in definitiva un personaggio veramente molto complesso, fedele per decenni alla sua missione ed al suo onore ma al contempo dominato da esistenze e leggi ben più potenti di lui, capaci di dominare non solo persone ma mondi e realtà intere.

Si tratta di una scelta, quella di rimanere ancorati ai propri precetti, ricorrente in molti dei protagonisti delle vicende di Bloodborne, personalità convinte di una strada intrapresa anche decenni prima nonostante le conseguenze delle proprie azioni, come nel caso di Laurence e la Chiesa della Cura.

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3 – LADY MARIA OF THE ASTRAL CLOCKTOWER – Indicata da molti come una delle più belle, se non la più bella in assoluto boss-fight dell’intero gioco, è un combattimento che da solo dimostra tutto il valore dell’espansione The Old Hunters uscita a fine Ottobre.

Che sia il carisma che traspare dal personaggio, l’ambientazione stupenda o una colonna sonora incredibilmente evocativa, il nostro contro con la letale cacciatrice sarà sicuramente uno dei più bei ricordi lasciatici da Bloodborne.

Bellissima è anche la storia che si cela dietro al personaggio, un insieme di malinconia ed occasioni perse raccontato tramite oggetti all’apparenza comuni che troveremo nel corso del gioco.

Lady Maria è infatti uno dei primi studenti di Gehrman, maestro che stimava e verso il quale nutriva anche una profonda infatuazione. Lei fu l’ispirazione per la bambola creata da Gehrman e presente nel Sogno del Cacciatore, costruita ad immagine e somiglianza della bella seguace.

Forse si trattava di un rapporto, quello tra Gehrman e Maria, che non riuscì mai ad evolversi, abbandonando entrambi alla solitudine ed al rimorso e costringendo la ragazza a ritirarsi nella Torre dell’Orologio a vegliare sui pazienti dell’Edificio Ricerche.

Lei è anche una lontana parente della Regina dei Vilesangue, avversa come la consanguinea al sangue ed al suo uso. Probabilmente proprio da questo suo odio nasce la volontà di vegliare e proteggere i pazienti della Chiesa della Cura. Fin dal nostro avvicinamento verso il suo corpo immobile ed esangue illuminato da una flebile luce, si capisce che la teatralità è un elemento centrale all’interno della battaglia.

Teatralità che permea anche i suoi attacchi, mentre la musica aumenta di potenza ad ogni fase della nostra avversaria, scandendo i fendenti infuocati e rossi di sangue.

E’ uno scontro molto difficile, veloce e spettacolare, una sorta di danza mortale che sottolinea tutto il lavoro compiuto dagli sviluppatori per creare un sistema di combattimento così divertente ed appagante.

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4 – LUDWIG THE HOLY BLADE – Enorme, spaventoso, mostruoso, sono tutti aggettivi perfetti per descrivere la prima lotta contro uno dei boss dell’espansione sviluppata del team diretto da Hidetaka Miyazaki.

Un’enorme bestia guidata dalla voglia di sangue e dalla luce splendente di una strana e luminescente spada. Ludwig è infatti uno dei primi cacciatori della Chiesa della Cura, appartenente però ad un’epoca in cui le armi utilizzate dagli adepti del culto si erano evolute rispetto a quelle progettate originariamente da Gehrman, costruite per combattere minacce ancora più temibili che in passato.

L’arma di Ludwig è infatti una bellissima spada lunga, la Holy Moonlight Sword, scoperta in circostanze misteriose. Proprio essa lo condurrà per una strada temuta e criticata dagli altri esponenti della Chiesa. Alla fine del nostro scontro infatti egli confesserà di aver seguito ciecamente il cammino verso il quale la sua compagna di mille battaglie lo aveva indirizzato.

Non si conoscono le precise ragioni per cui in Ludwig si sia iniziata a risvegliare la bestialità insita nel suo animo, forse anche lui fece uso del sangue antico e fu vittima della piaga, o forse fu il potere arcano della sua arma a corromperlo e potenziare ulteriormente la sua trasformazione o forse furono entrambe le cose.

Il risultato fu la perdizione per il cacciatore, allontanatosi troppo dalla sua umanità e dalla ragione per mantenere ciò che fino a prima gli aveva permesso di vivere in pace nelle strade di Yharnam.

Una sorte toccata a gran parte dei più importanti cacciatori della Chiesa della Cura, le cui esistenze furono rovinate dal rituale del sangue antico e dalla continua ed insaziabile sete di violenza dovuta alle caccie notturne. Poco male perché la battaglia che ci troveremo a dover affrontare sarà sensazionale e, soprattutto, difficile.

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5 – VICAR AMELIA – Al pari di Lady Maria anche la battaglia contro il Vicario Amelia è uno dei momenti più evocativi dell’intero gioco, sia per i filmati che la anticipano che per alcuni dettagli che è possibile cogliere nel corso dello scontro.

Amelia è infatti molto simile alla Cleric Beast, il primo boss affrontabile in Bloodborne, e anche molti dei suoi attacchi ricordano le movenze del suo simile, ma si differenzia in alcuni importanti aspetti.

Innanzitutto si tratta molto probabilmente di una donna appartenente alla Chiesa della Cura, tant’è che quando ci avviciniamo a lei mentre è inginocchiata di fronte all’altare di Cathedral Ward la sentiremo pregare con voce sommessa, pronunciando la seguente frase: “Seek the old blood.

Let us pray, let us wish to partake in communion. Let us partake in communion and feast upon the old blood.”. Si tratta di un’affermazione fondamentale, che indica la sua appartenenza alla corrente di Laurence, lo studente più importante del maestro Willem a Byrgenwerth. Amelia è infatti uno dei vicari successivi a Laurence, consapevole, visto il passare degli anni, della sorte riservata ai suoi predecessori.

Forse è proprio per questo motivo che la incontreremo mentre è dedita a pregare e riporre le sue speranze nelle uniche conoscenze che ha.

D’altronde essendo diventata Vicario prima della caccia a cui noi assistiamo ella ha visto la quasi totalità delle persone intorno a lei trasformarsi in belve. E così succede di nuovo, quando la vista di un cacciatore in un ambiente che forse riteneva sicuro le causa la definitiva trasformazione. Anche nella sua veste di bestia però Amelia mantiene piccoli elementi che accennano alla sua origine umana, da particolari movenze quando la colpiamo, al tentativo di curarsi e rimarginare le proprie ferite (probabile rimando al rituale del sangue).

Persino le sue urla, cariche di disperazione sembrano essere sospesa e ferme ad uno stadio a metà tra la bestialità e la sua vera natura.

Non è quindi difficile immaginarsi perché grazie ad un impatto visivo così ben curato da essere quasi spiazzante ed una colonna sonora incredibilmente potente e celebrativa la lotta con questo boss sia stata vista da molti giocatori come uno dei momenti più alti raggiunti dal gioco base e dall’espansione creati da From Software.

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